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Anno VIII n° 3 MARZO 2012 RECENSIONI |
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Letto per voi
“Nato all'inferno” di Mario Gregu
Di Silvia Sanna
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Mario Gregu nasce nel 1934, terzo di sei figli di una famiglia di pastori mezzadri che vive in uno stazzo di Luogosanto (storica regione della Gallura, in Sardegna).
Per lui e i suoi fratelli non ci sono carezze, né sorrisi, ma una vita che gli sbatte in faccia la fatica, il freddo delle notti in campagna e l’alito del maestrale furente. Il tragitto per andare a scuola rappresenta un vero e proprio viaggio, metafora di quello che sarà la vita dei Gregu e di Mario in particolare: una salita irta e ricca di ostacoli che il protagonista, solo con l’astuzia e la tenacia, riuscirà ad affrontare. Siamo in piena seconda guerra mondiale e sotto le bombe. Mario e i suoi fratelli, a piedi scalzi, devono percorrere sette chilometri sotto lo sguardo rassicurante, ma non protettivo, della luna, per giungere in tempo a scuola. Il più delle volte, su consiglio materno, si accucciano dietro spuntoni rocciosi e alberi secolari per evitare di essere raggiunti dalle deflagrazioni della guerra ancora in corso. Ad attenderli sull’uscio dell’aula scolastica lo sguardo severo della maestra e i sassolini su cui devono inginocchiarsi come punizione per il ritardo. A scuola Mario scopre che tutti gli altri bambini hanno i piedi coperti e riscaldati da guaine protettive: le scarpe. Mario inseguirà, fino a quando se lo potrà permettere, il sogno di acquistare con i propri soldi un paio di scarpe per sé. Durante un bombardamento, la famiglia di Mario si rifugia all’interno di una grotta gelida e la madre, levatasi i vestiti per coprire e riscaldare i propri figli, muore di freddo. I piccoli Gregu, a quel punto, vengono separati: chi finisce all’orfanotrofio, chi in adozione dalla nonna e chi rimane con il padre, come Mario e altri due fratelli che improvvisamente spariscono nel nulla, così come il capofamiglia. Mario si ritrova così da solo, in una casa troppo grande e vuota. Lui stesso è “troppo grande per l’orfanotrofio e troppo piccolo per lavorare”. Così, il protagonista mette a frutto le sue capacità e trova diversi lavori, che finiscono quasi sempre a pane, acqua e bastonate. Finisce addirittura in carcere, aiuta un gruppo di banditi alla macchia, incontra un famigliare e costruisce i suoi giorni alla ricerca di un riscatto alla vita grama a cui sembra essere destinato. Le parole di sua madre lo accompagnano in questa continua discesa all’inferno: “Quelli che seminano cattiverie il male lo fanno a se stessi e quando subisci un torno non piangere ma sorridi e cantatela”. Una vicenda di dolore e redenzione che è ben riassunta dal sottotitolo del libro: “La più incredibile delle storie è una storia vera”. E Mario Gregu, più di settant’anni dopo, ci racconta la sua in questo romanzo autobiografico. “Nato all'inferno” Mario Gregu Prezzo di copertina € 10,00 Data uscita10/03/2011 2011, 98 p., brossura Curatore: Arosio P. Editore Salani EAN9788862563482 1945, provincia di Sassari. A undici anni il piccolo Mario, rimasto orfano di madre, viene abbandonato dal padre e inizia a vagare per le campagne in cerca di un lavoro, che significa cibo e riparo. Pastore di capre prima e poi manovale nei campi, attraversa in lungo e in largo una terra abitata da miserabili, da prepotenti, ma anche da persone umane e generose. La natura aspra e selvaggia. La povertà. I briganti. La diffidenza. Le superstizioni. Mario cresce affrontando tutto questo e il suo cammino è la più avvincente delle avventure. Senza mai arrendersi, con lo sguardo pulito, il coraggio della disperazione e un cuore che si mantiene sempre buono nonostante tutto. Sullo sfondo, gli anni del dopoguerra e di un'Italia lontana che Mario incontra talvolta nelle città della costa, o quando una troupe cinematografica arriva a girare sulle sue montagne, o quando entra per la prima volta in un grande magazzino. Un milanese, colpito e affascinato dai racconti dei suoi ricordi, ha invitato Mario Gregu a metterli per iscritto. Questo è il racconto autobiografico dell'autore, dalla sua infanzia alla sua partenza per migrare prima in Germania e poi a Milano, ma è anche la storia di un'Italia che non c'è più, che ha costruito la vera ricchezza di questo Paese. |
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