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GEMITO E LA SCULTURA A NAPOLI TRA OTTO E NOVECENTO Montevarchi (AR), dall’11 marzo al 27 maggio 2012 |
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A cura di Diego Esposito e Alfonso Panzetta, promossa dal comune di Montevarchi e dall’“Associazione Amici de Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento”, la mostra presenta un importante nucleo di 12 bronzi di Vincenzo Gemito (1852-1929), figura centrale nel passaggio tra Otto e Novecento della scultura meridionale, che comprende tra gli altri lavori il busto del «Pescatorello» la cui versione a figura intera è conservata al Museo del Bargello di Firenze; l’«Acquaiolo», immagine di scugnizzo napoletano in presa diretta sulla realtà contemporanea e punto di riferimento di intere generazioni di artisti; la riduzione in bronzo del «Carlo V», mai esposto prima d’ora, il cui marmo monumentale è sulla facciata del Palazzo Reale di Napoli, mentre al periodo della maturità si riferisce il grande scudo di «Alessandro Magno» in un esemplare di grandissima freschezza e dal cesello da orafo.
Di Achille d’Orsi (1845-1929), altro genio della plastica napoletana, oltre ai bronzi «Don Basilio», «Testa di carrettiere» e lo studio della testa del «Proximus tuus», è presente lo straordinario lavoro di grandi dimensioni «A Posillipo». Pendant di quest’opera, per formato e qualità di fusione e cesello, è «Il gatto e il topo», rarissimo lavoro di Gesualdo Gatti (1856-?). L’excursus partenopeo comprende un’ampia selezione di 12 opere di Giuseppe Renda (1859-1939), figura certamente di primo piano e punto di riferimento per gli scultori più giovani, nel ventennio in cui Gemito si ritira in esilio volontario. Di questo raffinatissimo scultore di origine calabrese, uno dei pochi in Italia che assimila correttamente il clima del Nouveau internazionale, sono visibili il notissimo, e all’epoca scandaloso, «Estasi» o «Voluttà», alcune cere dal modellato freschissimo e vibrante e la giovanile «Alma Venus» del 1888 che lo portò alla ribalta sulla scena nazionale come uno dei giovani più promettenti del periodo.
Anche Filippo Cifariello (1864-1936), forse il più grande ritrattista del suo tempo, nella tarda maturità partecipa di quel clima internazionale modulato sulla sintassi Dèco, evidente nella scattante «Ballerina» che ricorda le danze di Josephine Baker, ma a Cifariello si deve anche un intenso ritratto del tenore Enrico Caruso (1873-1921), l’artista forse più noto e amato in Italia e all’estero e del quale gli estimatori pensano di sapere tutto, mentre a pochissimi è nota la sua attività di modellatore di bronzi, arguti ed ironici, fusi per la maggior parte a New York, rarissimi ad incontrarsi, ma uno dei quali è, come gemma incastonata, all’interno del percorso della mostra. Gemito e la scultura a Napoli tra Otto e Novecento Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento. Spazio espositivo Ernesto Galeffi. Via A. Burzagli, 43 -Montevarchi (AR) 11 marzo-27 maggio 2012 Inaugurazione 10 marzo 2012 Orario di apertura Giovedì e venerdì: 10-13 e 15-18 Sabato e domenica: 10-13 e 15-19 Primo giovedì del mese: 21.30-23.30 Chiuso domenica 8 aprile, aperto lunedì 9 aprile e martedì 1 maggio Informazioni e prenotazioni: Telefono. +39 055.9108274 info@ilcasseroperlascultura.it www.ilcasseroperlascultura.it Facebook: Cassero per la Scultura Argomenti: #arezzo , #arte , #arte moderna , #gemito , #montevarchi , #mostra , #scultura |
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