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Gita Enogastronomica: Greve in Chianti

Un borgo che offre non solo vino e prodotti tipici, ma anche viottoli, chiese, monumenti e la bellissima piazza

Di Luana Scanu

Amare il mondo del vino non è facile. Come ogni amore, per essere chiamato tale, necessita di conoscenza, passione, comprensione, pazienza e soprattutto tempo. A noi amanti del vino capita spesso di trasformare una gita fuori porta in un tour enogastronomico, alla ricerca del prodotto tipico o del vino che più caratterizza il territorio. Spesso, quando siamo in compagnia, ci capita di parlare solo di vino: colore, consistenza e gusto diventano le nostre parole preferite, tanto che alla fine, i nostri accompagnatori iniziano ad apprezzare almeno un po' il nettare degli dei.
Almeno una volta all'anno, con un gruppo di amici, ci si trova in quel di Firenze per un fine settimana all'insegna della musica dal vivo, passione che condividiamo da ormai diversi anni. E il fine settimana fiorentino alla fine si trasforma in una ricerca continua del ristorante migliore o della enoteca più fornita.

Quest'anno però, anziché bere Chianti e mangiare fiorentina all'ombra di Santa Maria del Fiore, abbiamo fatto una passeggiata tra le dolci colline toscane e siamo approdati a Greve in Chianti: un piccolo borgo di circa dodicimila abitanti, situato sulla via Chiantigiana, la strada che unisce Siena a Firenze.

Noi ci siamo andati di sabato e lo spettacolo che si è presentato ai nostri occhi, appena scesi dalla auto, è stato unico: una grande piazza, circondata da portici, occupata da decine di bancarelle sulle quali si vendevano prodotti di ogni genere, alimentari e non. Sotto i portici, invece, enoteche, piccoli ristoranti, macellerie e panetterie.

La prima tappa è stata proprio una panetteria, dove si vocifera che si producano i cantuccini migliori della zona: Da Remo. Per poterne acquistare un po' abbiamo dovuto fare una fila che arrivava al di là del portico, ma la nostra pazienza è stata premiata: non so se siano i più buoni in assoluto, ma sicuramente meritano le “cinque forchette”!

La seconda tappa è stata la famosissima enoteca “Le cantine di Greve in Chianti” e qui il mio amore per il vino si è trasformato in devozione: un ingresso maestoso accoglie turisti e appassionati, vecchie bottiglie polverose e sonnecchianti rendono suggestiva l'atmosfera; il silenzio, quasi religioso, porta al massimo la concentrazione. E poi centinaia e centinaia di bottiglie diverse tra loro per età, colore e sapore, ma accomunate da un unico nome: Chianti.

E' questa, infatti, l'enoteca più grande dove si può degustare e acquistare il Chianti. Sì, anche degustare, visto che è fornita di “Isole di Degustazione”, macchine nelle quali sono inserite diverse bottiglie di Chianti. All'ingresso si può acquistare la winecard da dieci, quindici, venti o venticinque euro, si inserisce la card nella “Isola”, si sceglie quale vino si vuol degustare, si pigia il tasto, et voilà, il bicchiere si riempie di “un'ombra” di vino, un assaggio che permette la degustazione. Per una come me questo è il modo migliore per degustare più vini ad una modica cifra.

Volendo, si ha anche la possibilità di accompagnare il vino (sempre utilizzando la card) con i salumi della macelleria più famosa della zona: l'Antica Macelleria Falorni.

La più famosa, ma anche la più storica: delizia i palati più fini sin dal 1729. Da non perdere: la Finocchiona al salame nobile di Greve in Chianti, il Prosciutto saporito di Greve e, naturalmente, l'immancabile bistecca alla Fiorentina.

Insomma, Greve in Chianti è stata una piacevole sorpresa, un borgo che offre non solo vino e prodotti tipici, ma anche viottoli caratteristici attraversati dal fiume, chiese, monumenti e la bellissima piazza. Se poi avrete la possibilità di andarci con gli amici giusti, beh, allora penserete la stessa cosa che ho pensato io: sono in paradiso!

Argomenti:   #cucina ,        #enogatronomia ,        #greve in chianti ,        #toscana ,        #turismo ,        #vino



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