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Una domanda logica La Politica è importante per uno Stato, ma i nostri politici sono degli statisti? Chiediamoci se i partiti così servano ancora e se non siamo vicini ad un possibile cambiamento profondo voluto dagli elettori Di Giovanni Gelmini
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Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge. In pochi credono in loro; se sono votati è solo per opportunità o per disperazione e i partiti non sono più nulla: solo una cassa per i rimborsi, un teatrino per mostrarsi, un accumulo di potere (si deve avere un peso per essere qualcuno). Non sono una fucina d’idee, un modo di raccordare la classe politica con le istanze degli elettori, per rappresentare visioni diverse di società, che poi nella prassi di governo devono trovare delle sintesi in fatti realizzati. Se nel 1992 è scoppiato lo scandalo di “Mani pulite”, come ha reagito la politica? Ha disfatto i vecchi partiti, ha cambiato le leggi per fermare le indagini della Giustizia sulle sue attività, ma nessun politico si è ritirato a vita privata: né Casini, né D'Alema e nemmeno il vecchio De Mita (nato nel 1928!) ha lasciato. Allontanato dal PD, ha trovato posto nell'UDC e nel 2009 è stato eletto al Parlamento Europeo: così si dimostra il detto che “lasciano solo quando sono morti”! Per fortuna che i politici non sono ancora riusciti a mettere il bavaglio completo alla giustizia, anche se hanno cercato in ogni modo di bloccare le intercettazioni telefoniche e di portare l'attività dei PM sotto il loro controllo. Così oggi la corruzione della politica trova nuovo spazio nelle attività giudiziarie assieme alla collusione con la criminalità organizzata. Ecco che la comparsa di Monti con il governo dei Professori sulla scena politica, malgrado i grandissimi sacrifici imposti, raccoglie un grande consenso. Il suo punto di vantaggio è che fa, parla poco e sempre in modo preciso e professionale; non smentisce qualche ora dopo quanto detto, così diventa credibile. È interessante notare come i due partiti più “pesanti” in parlamento PDL e PD assieme all'eterogeneo “centro” sostengano a spada tratta il governo Monti, cercando di tacitare le piccole, ma continue, ribellioni interne e tutti considerino buono un proseguimento di Monti oltre le elezioni del 2013. Che cosa vuol dire questo? Credo che la prima cosa che si deve prendere in considerazione è che, dopo il default di Berlusconi, non c'è un politico che possa presentarsi all'elettorato e pensare di concentrare su di se i voti. I sondaggi lo dicono in modo molto chiaro: l'elettorato è stufo di questi politici e se li vota è solo “tappandosi il naso” con una forma d’ideologica speranza. Ecco che così un governo Monti bis permetterebbe di raccogliere un consenso trasversale dell'elettorato e lascerebbe le cariatidi dei partiti intatte a fare i loro giochi. Questa impostazione sembrerebbe a prima vista essere supportata dai risultati delle indagini demografiche. Un recentissimo sondaggio di IPR Marketing per Repubblica.it dice che il “partito dei tecnici” avrebbe un grande successo e con 22% provocherebbe un profondo cambiamento degli equilibri attuali. Ovviamente i voti li porterebbe via in parte agli attuali partiti. Il PD, che attualmente nei sondaggi è il primo partito, manterrebbe di pochissimo la sua posizione di primato e perderebbe “solo” il 6%, fermandosi a poco più del 22%. il PDL perderebbe il 5% e diverrebbe terzo con il 17%. L'UDC si dimezzerebbe scendendo al 4% e FLI dal 3.5% passerebbe al 2%, API sparirebbe. L'IDV, che è oggi minoranza e mantiene una posizione critica, ma di appoggio a Monti, avrebbe una riduzione dei consensi di rilievo (dal 7% al 5%), mentre il SEL, più coerente con se stesso, manterrebbe la sua posizione del 7%. Tutti quelli ora non in parlamento non subirebbero perdite. L'unico partito che oggi si è schierato duramente contro Monti, la Lega Nord, guadagnerebbe qualcosa passando dal 9,50% al 10%. La cosa però che mi sembra più significativa è che il partito dei tecnici riceverebbe ben il 14% dei voti da chi altrimenti non andrebbe a votare. Ricordiamo che il “non voto” è il vero primo partito e questi politici insipienti non hanno capito che governare bene, anche con lacrime e sangue, premia, mentre gli accordi tra i poteri, senza saper governare, fanno scappare il consenso. C'è ancora un anno alle future elezioni politiche e non mi meraviglieri che uscisse veramente una nuova formazione in grado di richiamare più di quanto non richiami l'attuale “partito dei tecnici” e mandi a casa tutti questi parolai, presuntuosi e corrotti. Argomenti: #elezioni , #fli , #governo , #idv , #lega nord , #partiti , #pd , #pdl , #politica , #sel , #società , #udc Leggi tutti gli articoli di Giovanni Gelmini (n° articoli 506) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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