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 Anno VIII n° 4 APRILE 2012    -   IL MONDO - cronaca dei nostri tempi


I risultati della ricerca «La ricomposizione del noi» di Censise 50&Più
Governo europeo, democrazia diretta, lealtà ed equità sociale. La ricomposizione del noi secondo gli over 50
Paese con il motore ingolfato, famiglia come bene rifugio, Monti irrinunciabile, partiti in caduta libera, Europa come faro, mai fuori dall’euro: gli over 50 dicono la loro sull’Italia


Roma, 28 marzo 2012

Il governo Monti?
Una medicina amara ma necessaria, dopo un lungo periodo di politica irresponsabile.
L’Europa?
Qualcosa per cui lavorare e da promuovere.
I partiti politici?
Sono in caduta libera.
La ricerca di Censis e 50&Più ha dato voce agli italiani over 50 anni, che dicono la loro su: partiti, governo Monti, euro, Europa, rappresentanza e ruolo dei corpi intermedi.

Gli over 50 hanno compreso pienamente la crisi profonda della politica, la gravità della situazione sociale ed economica che stiamo attraversando, l’urgenza di adottare soluzioni anche impopolari.

Il governo Monti viene vissuto come una soluzione transitoria per affrontare la fase di difficoltà (è l’opinione del 38,6% degli intervistati), come la soluzione migliore che potessimo trovare (28,1%), che segna però il fallimento della politica (28,3%).
Le misure di rigore vengono giudicate dal 50,2% degli intervistati né ottime né buone, ma necessarie. Monti è irrinunciabile.
Tuttavia, gli over 50 non sono disposti ad altri sacrifici. Il 76,1% sostiene che ora bisogna puntare sulla patrimoniale.

Anche se negli ultimi mesi l’Europa ha imposto manovre dure, quasi nessuno pensa che l’uscita dall’euro dell’Italia sia una buona idea. Anzi, il 48,2% si dice favorevole alla costruzione di un governo europeo.

La sfiducia nei partiti politici sembra invece aver superato il livello di guardia. Per l’81% i partiti rappresentano solo se stessi o gruppi di potere, per il 71,4% rappresentano i grandi interessi economici.

Per il futuro gli over 50 prevedono il ruolo crescente di nuove forme di rappresentanza che utilizzino per lo più Internet. L’esercizio della cittadinanza ai tempi del web passa per i social network. Sono il futuro per il 30,3% degli intervistati, e avranno sempre più peso secondo il 29,6%. Ma una speranza per i partiti c’è: il 32,8% afferma che il rilancio della politica può avvenire attraverso un profondo rinnovamento della forma partito.

Non manca l’ottimismo. Per un terzo degli intervistati gli italiani sono un popolo con una grande civiltà alle spalle, che oggi attraversa una fase di indebolimento, ma che tornerà grande.
Molte sono le valutazioni autocritiche e impietose.
Il 16,2% degli over 50 sostiene che gli italiani si credono furbi, ma in realtà sono ingenui e si fanno abbindolare dall’eloquenza di alcuni politici. Il 13,3% sottolinea come fatichiamo a stare al passo con gli altri Paesi avanzati. Per l’8,5% siamo un Paese in decadenza. Il 3,4% è convinto che siamo un popolo ignorante e presuntuoso. Il 14,4% però ricorda che siamo capaci di dare il meglio di noi nelle situazioni di difficoltà.

Secondo gli over 50 il rapporto tra famiglia e società nel suo complesso mostra distanza e mancanza di dialogo. Il 44% afferma che la famiglia italiana cerca di ottenere dallo Stato quello che può e poi si arrangia da sé.
Il 15,4% è ancora più esplicito e denuncia: «ognuno prende quello che può, senza considerare gli eventuali danni per la collettività».
Quasi il 7% lamenta che la società italiana è in disfacimento, ognuno deve correre ai ripari individualmente. Ma un terzo opta per una visione basata sui diritti e i doveri di cittadinanza, affermando che «la famiglia cerca di ottenere servizi e tutele dallo Stato, in cambio partecipa alla vita sociale attraverso il pagamento delle tasse e la partecipazione alla vita politica».

All’interno della famiglia, dichiara di avere rapporti pienamente soddisfacenti il 68,8% degli intervistati.
Essere famiglia è bello, soprattutto per la possibilità di ricevere aiuto e sostegno rispetto ai disagi esterni (lo pensa l’83,2% degli intervistati).

Poi ci sono le tante facce dell’«altro» con cui confrontarsi. Quasi il 70% degli over 50 dichiara di provare piacere quando uno sconosciuto chiede un’indicazione per strada, perché così ci si può sentire utili.
Il 52% dichiara di non essere per niente infastidito quando si imbatte in un povero, di avvertire il desiderio di aiutarlo. Se poi un immigrato si siede vicino a noi sull’autobus o in metropolitana, nel 54% dei casi non suscita emozioni particolari, e solo poco più del 10% ammette di provare «disgusto», «fastidio» o afferma che «dipende da come si è lavato». Quando però si chiede se si ritiene che la presenza di immigrati possa provocare situazioni pericolose in Italia, il 76,5% degli intervistati risponde affermativamente. Nel nostro Paese i comportamenti razzisti possono diventare concreti, perché possono attirare «teste matte»: lo pensa il 40,1% degli over 50.

Questi sono i principali risultati della ricerca «La ricomposizione del noi» di Censis e 50&Più presentata oggi a Roma presso il Cnel da Elisa Manna, Responsabile del settore Politiche culturali del Censis, e discussa da Gabriele Sampaolo, Segretario generale di 50Πù, Renato Borghi, Presidente nazionale di 50Πù, e Giuseppe De Rita, Presidente del Censis



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