REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8
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 Anno VIII n° 4 APRILE 2012    -   EVENTI



De Pisis e Montale. “Le occasioni” tra poesia e pittura
A Mendrisio, dal 29 aprile al 26 agosto 2012


Montale, Roccolo, 1971 tecnica mista su carta 9 X 13.8
In linea di principio non siamo tra coloro che diffidano dei pittori che scrivono o dei letterati che dipingono”. Le parole di Eugenio Montale in una recensione sul “Corriere della Sera” nel 1954 per la ristampa del volume di Poesie di Filippo de Pisis (Vallecchi, 1954), rappresentano il punto di partenza per una riflessione sui rapporti tra la pittura di Filippo de Pisis e la poesia di Eugenio Montale o tra la poesia del pittore e la pittura del poeta. I due, coetanei del 1896, si conobbero nel 1920, a Genova, e da allora in poi mantennero rapporti d’amicizia, scandita negli anni da attestazioni di reciproca stima.

Montale, Pseudo-Pound, 1964 pastelli su carta 13x13
La mostra, a cura di Paolo Campiglio, in collaborazione con l’Associazione Filippo de Pisis e il Museo d’arte Mendrisio, presenta circa 50 opere di de Pisis, tra olii su tela e chine acquerellate, e circa 40 carte dipinte e incise di Montale, in un percorso che si sviluppa per alcune principali aree tematiche: il paesaggio mediterraneo e il rapporto con gli elementi naturali, la poetica dell’oggetto e la reificazione dell’io, il motivo degli uccelli impagliati o degli animali tragici, il ritratto come presenza evanescente, la città.

Gli anni e il clima sono quelli degli “Ossi di seppia” e delle “Occasioni” di Montale.
Spunto iniziale e perno dell’esposizione è l’opera “Il beccaccino” (1932) di De Pisis, il quadro regalato a Montale nel 1940 per ringraziare il poeta dell’epigramma a lui dedicato nella prima edizione delle “Occasioni” (1939) “Alla maniera di Filippo de Pisis nell’inviargli questo libro”, dono che testimonia l’affetto e la stima tra il pittore, che aveva esordito come letterato, e il poeta, che coltivava segretamente e poi pubblicamente una passione per la pittura.

De Pisis, Natura morta, 1930 ca., olio su tela, 60 x 73 cm
Emblema di un rapporto giovanile con gli elementi naturali ferraresi sono i fogli dell’Erbario di de Pisis, provenienti dal Museo Botanico dell’Università di Padova, raccolti nel 1917 dal giovane: una selezione che illustra i precoci interessi naturalistici, poi sfociati nella pittura.

La mostra presenta una serie delle note nature morte marine di de Pisis, quali “Natura morta marina” (1927) o “Natura morta marina con guanto” (1927), composizioni in cui conchiglie e oggetti in primo piano dialogano con ampi orizzonti, ove l’elemento aereo e rarefatto, spesso dominante, pone in rilievo il silenzio che circonda le cose, come pause del verso poetico.

De Pisis, Venezia Marina, 1930, olio su cartone, 50x70 cm, Collezione Piero Zanetti
Tra le nature morte in interni con gli oggetti più vari (la boccetta di inchiostro, il ventaglio, la scatola di fiammiferi) spiccano opere come “Natura morta” (1930), “Uccelli impagliati” (1947) o “Il ventaglio cinese” (1947), in cui oggetti, elementi grammaticali della composizione, sono proiezioni del’io.

Emblematiche dell’ultimo periodo dell’artista sono inoltre alcune opere provenienti dalla Collezione della Galleria d’arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, come “La rosa nella bottiglia” (1950) ove i soggetti ricorrenti nelle nature morte appaiono quasi “sbiancati” da una luce abbacinante.

In dialogo con le opere pittoriche di de Pisis la selezione di opere pittoriche e grafiche di Montale: dai primi paesaggi “dell’anima”, alla serie dedicata all’Upupa, fra documenti e autografi provenienti dal Fondo Montale del Centro Manoscritti dell’Università di Pavia oltre che da cari amici del poeta, ai quali regalava le sue piccole carte dipinte con – tra l’altro – resti di caffè, rossetto, dentifricio, mozziconi di sigarette….

Il grande poeta italiano cominciò a dipingere con continuità a partire dal 1945 dopo aver appreso i rudimenti dai pittori Raffaele De Grada e Guido Peyron. Dagli olii passò presto alle opere su carte di piccole dimensioni (eseguite con pastelli e “materiali di fortuna”). Definì giocosamente la sua opera pittorica, cui era molto affezionato, “una sintesi tra de Pisis e Moranti”, attestato di stima per due artisti di cui possedeva, nel caso di de Pisis, più di un’opera in collezione.

Completa la mostra un esaustivo apparato documentario, arricchito da rare edizioni delle prime raccolte liriche del poeta a fianco dei libri di poesie o con illustrazioni di de Pisis.

De Pisis e Montale. “Le occasioni” tra poesia e pittura
Museo d'arte, Piazza San Giovanni, casella postale 142, CH - 6850 Mendrisio Mendrisio,
dal 29 aprile al 26 agosto 2012
Vernice: sabato 28 aprile 2012, ore 17.00

Orari:
ma-ve: 10.00 – 12.00/14.00 – 17.00
sa-do: 10.00 – 18.00
lunedì chiuso, tranne festivi
Entrata: Fr 10.- ridotto Fr 8.-

Info:
Telefono 0041 91 640 33 50, Fax 0041 91 640 33 59
Orari ufficio: 09.00 - 12.00 | 14.00 - 17.00
www.mendrisio.ch/museo
museo@mendrisio.ch

A cura di Paolo Campiglio in collaborazione con l’Associazione Filippo de Pisis
Catalogo edito dal Museo d’arte Mendrisio, 150 pp, testi di Paolo Campiglio, Simone Soldini, Luciano Caramel, Franco Contorbia e Gianni Venturi, apparati e riproduzione delle opere in mostra.



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