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Anno VIII n° 4 APRILE 2012 FATTI & OPINIONI |
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Sull'onda delle parole
Riforma del lavoro,Monti: accordo raggiunto, ma è vero?
La riforma non soddisfa molti ed altre sono le esigenze per il rilancio dell'Italia
Di Il Nibbio
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Accordo raggiunto: sembra questa la chiusura del cerchio della più agitata delle riforme a targa Monti, ma non sembra che il risultato dell'incontro politico, quasi notturno, tra Monti, la Fornero e i “tre” della maggioranza piaccia alle parti sociali, se in una nota congiunta Abi, Alleanza delle Cooperative Italiane, Ania e Confindustria dicono “Siamo molto preoccupati per le notizie che stanno trapelando in merito alla riforma del mercato del lavoro” e i sindacati sono in un’attesa non imbelle.
D'altronde alcune cose erano scontate: la modifica all'articolo 18 non serve a nulla per la realtà economica, anche se la versione di tipo tedesco, con la libertà al giudice di decidere tra reintegro e importo compensativo, è sicuramente migliore dell'attuale e permetterebbe l'estensione anche alle imprese minori, ma sicuramente non garantisce i sindacalisti, che sono i principali fruitori di tale garanzia e non piace alla frangia oltranzista di Confindustria, rappresentata dal “non presidente” Bombassei che, forse per lo stesso motivo dei sindacati visto all'opposto, vorrebbe mano libera nei licenziamenti dei “rompicoglioni”. Ma la verità è che questo decreto non tocca in profondità i problemi del mercato del lavoro:
Inutile dire che la nostra impressione è che il tutto sia stato mal gestito da un Ministro non all'altezza di un problema in cui contano la capacità di trattare e le idee chiare e realizzabili e non le lacrime.
La verità è che il vero problema è la mancanza di crescita e questa dipende da molti fattori, non tutti in mano all'esecutivo, uno ad esempio: corruzione e costo della politica è in mano ai partiti che assolutamente non vogliono toccare i loro privilegi, legali o illegali che siano, e il taglio della spesa pubblica, passo necessario e indispensabile per ridurre le tasse, risulta così impossibile fare una qualunque riforma per la crescita.
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