Clet Abraham è un nome che non mi ha mai suggerito niente: sarebbe potuto essere indistintamente uno scrittore, un parrucchiere o un manutentore di caldaie. Ancora oggi, dopo aver scoperto che è un artista di strada - anzi, di cartelli stradali - il suo nome continua a sfuggirmi, ma le sue opere hanno centrato il segno.
Abraham è uno di quegli artisti silenziosi che comunicano direttamente con le loro creazioni, stando nell’ombra, agendo nell’oscurità, senza tanti salamelecchi o squilli di tromba. Le sue opere le espone nelle mostre a cielo aperto, tra rotatorie e semafori che causano attese infinite, agli svincoli e nelle stradine strette: un museo non basterebbe a contenerle tutte e un locale chiuso toglierebbe aria ad un’idea brillante e originale che piano piano sta tappezzando tutte le vie d’Italia.
Clet Abraham, quarantacinquenne di origini francese, è infatti un decoratore della segnaletica stradale. Con la sua inseparabile bicicletta si ferma sotto i cartelli, si arrampica e li decora con adesivi ironici e accattivanti, che regalano sorrisi agli automobilisti, che di certo non sono la categoria più sorridente che si possa incontrare, soprattutto in città ad alto tasso di traffico caotico. E’ così possibile incontrare, in molte città italiane, frecce direzionali che trafiggono cuori, un Cristo inchiodato sulla T che indica una strada senza uscita, omìni sparsi qua e là sui vari segnali, che portano via la barra del divieto d’accesso o che fingono di srotolarla come se fosse di carta.
Una forma d’arte innovativa e divertente che non ha lasciato insensibili alcuni delle forze dell’ordine che hanno multato l’artista, non comprendendo evidentemente il gesto simbolico (rendere meno sterile l’abbondante segnaletica stradale italiana), che si cela dietro quei cartelli ‘rivoluzionati’. Per fortuna neanche i passanti, automobilisti o pedoni, non sono rimasti indifferenti a questa simpatica galleria a cielo aperto e le creazioni di Clet Abraham, ormai stabilitosi in Italia, sono accolte amichevolmente da cittadini e giunte comunali. Perché sia chiaro il messaggio che l’arte non è reato: Clet non sradica i segnali stradali, li rende semplicemente più godibili, per rendere altrettanto godibile un’interminabile attesa al semaforo.
Foto realizzate a Firenze da Giovanni Gelmini 2012
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