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Non parlare al conducente! Un in invito che vale oggi più di ieri Riflessioni su un’indagine IPSOS sulle cause degli incidenti: il 51% è dovuto alla “distrazione” Di Chiara di Martino
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“Caro hai visto quel maglioncino ?”
“..ma quel locale c’è sempre stato?” Domande senza particolare rilevanza; chi le fa si aspetta una risposta immediata come se il conducente non facesse altro; le risposte arrivano sempre, quantomeno per cortesia. Conducente e passeggero uniscono le loro solitudini e provano ad annoiarsi un po’ meno a discapito della sicurezza del mezzo. Che sia auto, bus, tram, metro, battello, aereo o navicella spaziale, l’autista ha bisogno di un minimo di concentrazione per poter essere reattivo in caso di pericolo, ma l’abitudine o la voglia di parlare non solo con la nuca dell’automobilista di fronte, augurandogli lunga vita e prosperità, prendono spesso il sopravvento. Le chiacchiere scambiate con il passeggero, più o meno logorroico, possono sembrare innocue, anzi cuciono il tempo che separa la partenza dall’arrivo, impossibile che siano causa di un incidente; invece pare sia il caso di sostituire la foto della mamma con su scritto “vai piano” sul cruscotto della macchina, con un cartello con su scritto “non parlare al conducente”. La distrazione è, infatti, una delle cause principali degli incidenti stradali. E' quanto è emerso da un'indagine IPSOS secondo cui il 51% degli italiani intervistati ha ammesso di aver avuto un incidente stradale dovuto alla disattenzione. Dall’uso del cellulare, in pole position, al mangiare o bere, passando per la sigaretta necessaria per mitigare lo stress da traffico, ogni giorno è un miracolo se l’italiano medio ritorna a casa. Le cattive abitudini appena elencate consentono di affermare che non tutti sono al corrente del fatto che i tempi di reazione di chi guida e contemporaneamente utilizza un dispositivo elettronico riducono del 50 %, la soglia di attenzione portandola paradossalmente agli stessi livelli di chi guida in stato di ebbrezza. Tra le principali cause d’incidenti stradali, quindi, c’è l'utilizzo del cellulare mentre si guida. Ricerche e studi dimostrano che la capacità di guida è compromessa e che il rischio di causare un incidente stradale aumenta di 4 volte quando si guida parlando al telefono, con o senza auricolare o viva voce. L'Ufficio protezione infortuni (UPI), mettendo in guardia dall'uso del telefono, rilascia dati sconcertanti: parlare al cellulare causa il 50 % degli incidenti mentre digitare un sms il 76 %...insomma al rogo il telefonino!! La palma d’oro per la disattenzione va ai ragazzi, tra i 18 e i 24 anni, di media uno su due scambia l’abitacolo dell’auto per una cabina telefonica mentre è tipico dei quasi trentenni perdere di vista la strada per sintonizzare la radio sulla stazione preferita. Ad aggiungersi alla bacheca dei demeriti si aggiunge la notizia che i neo patentati sono inclini al pavoneggiarsi con i propri coetanei. Si Mostrano spericolati, effettuano manovre illegali o guidano aggressivamente, e risultano refrattari al controllo e all'imposizione di regole e limiti.Un mix letale che sdogana tanti piccoli Vin Diesel in giro per le strade pensando di essere su un autoscontro. È ancora fresco il dolore per la perdita di quasi un’intera scolaresca belga in gita in Svizzera. Sull’onda emotiva, desiderosa di infrangersi contro una spiegazione si è subito puntato il dito contro l’autista accusato di essersi distratto per cercare un dvd da inserire nel lettore e rendere più piacevole il viaggio. Smentite quasi subito le iniziali polemiche e dopo l’autopsia, messe a tacere anche le illazioni su un possibile stato d’alterazione da alcol o droghe del conducente, questa volta non c’è un mostro contro cui indirizzare la rabbia senza fondo, ma non è raro che l’abitudine sconfini nell’incoscienza. Gli Heavy Users, infatti, sono coloro che quotidianamente e per lunghi periodi di tempo sono incollati al sedile e all’acceleratore. “Vivono” praticamente in auto, nei Tir o nei bus per motivi di lavoro. L’elevato grado di confidenza nel mezzo, l’esperienza accumulata e la rilevanza del fattore tempo nel loro lavoro li spinge non di rado a violare le norme base del codice della strada e anche morale…un pizzico di attenzione in più potrebbe evitare un sacco di grattacapi o pianti disperati. Considerare l’auto come tale e non come una tavolacalda/cabinatelefonica/internet point potrebbe già essere un notevole passo avanti. Spesso si dà la colpa al poco tempo a disposizione per cui la freneticità della vita ci costringe a concentrare più azioni per raggranellare qualche minuto in più a fine giornata. Mah. Ogni volta che mio nonno mi vedeva andare via in macchina mi diceva “meglio arrivare un minuto in ritardo ad un appuntamento che una vita prima in paradiso…” Argomenti: #auto , #riflessioni , #sicurezza , #sicurezza stradale , #traffico Leggi tutti gli articoli di Chiara di Martino (n° articoli 21) |
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