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 Anno VIII n° 5 MAGGIO 2012    -   FATTI & OPINIONI


La crisi dei partiti al potere
I fattacci della Lega hanno dato il colpo fatale alla politica, ma i politici non mollano!
Il rischio di un nuovo “salvatore dell'Italia” si fa sempre più attuale
Di Giovanni Gelmini


Con mani pulite, 20 anni fa, è stato a tutti evidente che i partiti erano delle macchine che succhiavano soldi allo Stato, cioè a noi. Quel periodo per la giustizia ha avuto un termine: i partiti sono cambiati, ma le persone che erano nella politica no, sono rimaste le stesse, solo il solito ricambio naturale per morte, e nulla è cambiato, anzi tutto è diventato più “professionale” e sono state fatte leggi per rendere la corruzione più sicura.

Ai politici di allora si sono aggiunti i nuovi, alcuni in difesa dei propri interessi, altri esplosi sulla scena politica al grido di “Roma ladrona”, proprio per combattere la corruzione e lo strapotere dei partiti, ma, invece di realizzare il programma di salvataggio dell'Italia e del Nord dalla politica “malata” realizzata dagli uomini del Sud, si sono lasciati corrompere anche loro.

In questi giorni assistiamo alla pantomima classica della politica: mettiamo un animale sacrificale sul rogo (in questo caso cosa c'è di meglio della verbosa “terrona”, la badante nera del Capo?) e così gli “dei” elettori si calmeranno e tutto tornerà come prima; inoltre così nessuno dei veri responsabili pagherà.

Venti anni fa si accusavano i partiti di essere staccati dalla realtà, ma il ragionamento, che oggi fanno i politici, mostra che si sono allontanati ancora di più dalla realtà. Come possono credere di far pagare ai cittadini i loro errori e proseguire a sbagliare?

Non sono stati capaci di tagliarsi gli emolumenti, non vogliono ridurre realmente il numero dei parlamentari né i privilegi, parlano di fare regole trasparenti per i bilanci dei partiti, ma non parlano di riportare a dimensioni ragionevoli il contributo pubblico: si sono appropriati dei nostri soldi e non li vogliono mollare. Sono così tanti soldi che se qualcuno li ruba nemmeno se ne accorgono!

Quello che sta succedendo è molto preoccupante. Ho scoperto casualmente, dai sondaggi dell'IPSOS fatti per Ballarò, un segnale quanto mai preoccupante.

L'ultima indagine del 10 Aprile scorso, mostra l'ovvio crollo del consenso per la Lega. (vedi tabella 1) La domanda conseguente è: dove sono finiti i voti della Lega?

La parte più numerosa sembra aver ingrossato il partito del “non voto” passato da 44,1% a 45,5%, ma poi, cosa strana sembra, aver favorito il PDL, passato secondo i dati esposti da 21,8% al 22,2%. La cosa mi ha decisamente sorpreso perché so per certo che l'elettorato della Lega non ama la filosofia del PDL, anzi l'avversa.


Osservando bene la tabella ho rilevato che le percentuali di voto battevano a 100, probabilmente per misurare un possibile risultato elettorale, così non davano la misura della consistenza dell'elettorato. Ricalcolate le tabelle il risultato è molto diverso e lo mostro nella tabella 2. Alcune considerazione su i dati così espressi:

  • La perdita di elettorato della Lega diventa elevatissima, circa un terzo degli elettori dichiara di non votarla più.
  • Anche il PDL perde, qualcosa.
  • Tutti i partiti in parlamento, ad esclusione dell'IDV e di UDC, perdono elettorato.
  • Tutte le formazioni non in parlamento incrementano il consenso ad esclusione di Sel che ha una leggera flessione.
Senza entrare nei particolari, difficili da valutare, credo che sia evidente che è il complesso dei partiti al potere che non convince più nessuno e chi fa opposizione “feroce” attira un poco di più, anche se nessuno sembra oggi poter occupare una posizione sufficiente a cambiare le cose. La situazione è molto simile a quella successiva al 1992. Abbiamo circa metà degli elettori che non apprezza più i partiti esistenti e questi nulla fanno per cercare di recuperare il consenso: la loro preoccupazione è solo quella di mantenere i privilegi.

Proprio rifacendomi all'esperienza degli anni successivi al '92, tremo, perché, ancora una volta, c'è la possibilità che un “santo”, legato ai poteri più o meno occulti o della criminalità organizzata, scenda in campo per salvare l'Italia, ma come nel '92 lo faccia solo per salvare i suoi interessi.

Ho un timore ben preciso:nessuno di quelli che oggi esercitano il potere attraverso questa classe politica vorrà perderlo. Penso in particolare da una parte alla Compagnia delle Opere e CL, ora ben presente nel PDL e con buoni rapporti con la Lega (Formigoni docet) e dall'altra ai colletti bianchi della mafia. Le prove generali ci sono già state.



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