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Il commento L’attenzione sulle primarie francesi Qualunque cosa succeda nei prossimi quindici giorni, la battaglia di Francia è appena cominciata. Niente sarà più come prima. Alta l'affluenza alle urne che ha sfiorato in alcuni casi l'ottanta per cento, la democrazia ha vinto in Francia Di Giacomo Nigro
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Se avesse potuto votare alle elezioni francesi, Giulio Tremonti avrebbe scelto il candidato dei socialisti, Francois Hollande, “e non per opportunismo, ma per il suo programma”. Si è così espresso durante l'intervista di Lucia Annunziata nella nota trasmissione di Rai 3 'In Mezz'ora'; forse la sua vecchia anima socialista si è fatta sentire, più probabilmente si è trattato del suo spirito pratico.
“Questa sera sono il candidato di tutte le forze che vogliono chiudere una pagina e aprirne un’altra”: ha detto il candidato socialista Francois Hollande nella prima dichiarazione dopo le proiezioni sul primo turno elettorale delle presidenziali francesi, che lo vedevano in testa. “Voglio riorientare l’Europa sul cammino della crescita e dell’occupazione”. Un netto cambio di marcia rispetto alla pura subordinazione ai voleri della Signora Merkel che Sarkozy sta, per ora, pagando a caro prezzo. Hollande si candida ora all’unione per il cambiamento. Quest’unione, la più ampia possibile, deve riguardare prima di tutto le forze della gauche e gli ecologisti. Ora è certo che il candidato socialista affronterà con questo spirito il Presidente uscente Nicolas Sarkozy nel ballottaggio del 6 maggio. C'è un non trascurabile terzo incomodo, l’estrema destra di Marine Le Pen, che con il Front National ha registrato il 20% delle preferenze a questo frequentatissimo primo turno delle presidenziali francesi. “Qualunque cosa succeda nei prossimi quindici giorni la battaglia di Francia è appena cominciata. Niente sarà più come prima” ha dichiarato Marine. La leader, secondo quanto riferito da Le Figaro, potrebbe sciogliere la riserva il primo maggio e dare indicazioni di voto sul ballottaggio tra Nicolas Sarkozy e Francois Hollande. Quarantatre anni, Marine Le Pen, ha preso il posto del padre alla guida del partito all'inizio del 2011. Da allora ha incentrato la sua politica su un processo di "sdemonizzazione" del FN, spuntando le armi antisemite e integraliste cattoliche e cercando con la sua immagine femminile e "presentabile" di conquistare una fetta più ampia di elettorato. C'è riuscita direi! Alta l'affluenza alle urne, che ha sfiorato in alcuni casi l'ottanta per cento; la democrazia ha vinto in Francia proprio mentre da noi siamo alle prese con una tempesta di sfiducia, in verità più nei partiti che nella democrazia. Non vorrei apparire retorico, ma come la Rivoluzione Francese ebbe da noi un esito di rinnovamento radicale, così questo esempio di attaccamento alla rappresentanza politica democratica dei transalpini potrebbe esserci di esempio in questo momento nerissimo della nostra Repubblica. Intanto, secondo il pratico Tremonti, in caso di vittoria di Hollande “non cambierebbero più di tanto i rapporti tra il governo Monti e la Francia e la Germania”, non resta che aspettare che il Monti non imploda. Un'impressione di prima mano sull'esito di questo primo turno: caro Sarkozy l'inseguimento della Merkel non ha pagato, al ballottaggio l'ardua sentenza! Argomenti: #elezioni , #francia , #hollande , #le pen , #sarkozy , #tremonti Leggi tutti gli articoli di Giacomo Nigro (n° articoli 139) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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