REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno VIII n° 6 GIUGNO 2012 - FATTI & OPINIONI Le tradizioni inutili |
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Napolitano ha risposto immediatamente (vedi in documenti); il passaggio più significativo del suo comunicato mi sembra essere: “Dedicheremo le sobrie celebrazioni del 2 giugno al ricordo delle vittime del terremoto di questi giorni, al dolore delle famiglie, alla sofferenza delle popolazioni colpite ”. “Sobrie” e una dedica mi sembrano insufficienti, ma forse c'è da considerare che ormai quasi tutte le spese sono state fatte e cancellare le parate (sono in molte città) non porterebbe a risparmi significativi, anche se, pur senza creare risparmi di cassa, resterebbe un bel segnale. Resta una domanda sollevata da questo polverone: perché oggi per la festa della Repubblica si deve fare una sfilata militare? Nei secoli passati uno degli scopi principali degli Stati, anche dell'Italia, era fare la Guerra per ampliare il potere. Ecco che la sfilata militare serviva per mostrare alla popolazione e ai nemici la potenza dell'apparato aggressivo. Con la Costituzione del 1948 però qualcosa è cambiato:
Certo che non sarebbe la sfilata cui siamo abituati. Alle divise perfette dei corpi militari e paramilitari si affiancherebbero innumerevoli tipologie di civili: vecchie insegnanti secche o grasse, con passo incerto, il ragioniere del Comune pelato e con gli occhiali spessi, che avanza ricurvo e una marea di persone preoccupate per il loro futuro, pochissimi giovani... Questa è la forza che difende e rende grande l'Italia e questa dovrebbe sfilare, ma credo che sia evidente a tutti che questa sarebbe una sfilata felliniana; può andare bene in un film, ma non avrebbe nessun senso nel viale principale di una città con un palco per le autorità e i discorsi di rito. Forse è venuto il momento di inventare un nuovo modo di far festa. Non è facile, ma quello che mi viene in mente è una festa sull'aia, cui, forse, ho partecipato da piccolo. Una festa di tutti, una festa dei bambini, delle famiglie, dei vecchi. Una festa dove se qualcuno è melanconico, subito c'è chi cerca di portare anche a lui un po' di allegria. Una festa in cui ognuno porta qualcosa da mettere in comune con gli altri per fare più bella e più grande la festa. Questa dovrebbe rappresentare oggi la Festa della Repubblica: uno Stato forte perché fatto di gente forte e unita; così sono già molti italiani, anche se non tutti se ne sono accorti ancora, ma le catastrofi invece lo stanno insegnando.
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