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Conoscere per giudicare, anche questa è cultura

Un po’ di storia di “Calciopoli”: un male che viene da lontano


Di Silvano Filippini

Il famoso detto popolare “le disgrazie non vengono mai sole” di questi tempi appare più che mai azzeccato, dato che ben tre scossoni hanno colpito l’italico stivale quasi contemporaneamente: il terremoto che ha stravolto l’Emilia, il cataclisma che sta minando la Chiesa (Vaticano e IOR) e lo tsunami che sta travolgendo il mondo del calcio. Il tutto inserito in una situazione italiana ed europea che ci impoverisce quasi tutti, soprattutto sul piano morale.
Se nel primo caso madre natura risulta la maggior indiziata (pur se l’uomo ci ha messo del suo per la mancata prevenzione), nelle altre due situazioni l’unico colpevole è l’essere umano, eternamente alla ricerca di potere e succube del “dio denaro”.

L’episodio curioso che colpì la scuola germanica nel 1875 appare quasi profetico per il “male” che sta minando la credibilità del calcio di oggi.
Infatti un insegnante di educazione Fisica inglese dell’epoca si trasferì in un istituto della Germania e fece conoscere alle sue classi il nuovo sport che stava spopolando già da alcuni anni in Gran Bretagna: il calcio.
Purtroppo dovette lottare contro alcuni benpensanti che definirono il gioco “barbaro e violento” al punto di corrompere i costumi dell’epoca. Per fortuna la commissione teutonica, chiamata dal preside della scuola, giudicò il nuovo sport come valido supporto didattico adatto a stimolare il carattere e la volontà degli studenti.

Purtroppo, strada facendo, da attività giocosa atta a corroborare corpo e spirito, si è via via trasformata nel professionismo più becero dove i compensi sono divenuti sempre più spropositati, i giocatori osannati come dei e mai contenti degli ingaggi faraonici loro riservati. Presidenti incapaci e in grado di creare solo enormi buchi che hanno portato al fallimento di moltissime società.

Della situazione ha approfittato la malavita organizzata che da anni si è inserita nel tessuto sociale sportivo direttamente (dirigenti che riciclano il denaro sporco) o indirettamente attraverso le scommesse. Prima creando un sistema parallelo a quello legale e poi anche contaminando le scommesse ufficiali attraverso un’organizzazione internazionale che avvicina i calciatori e, in alcuni casi, li minaccia.

Anche perché in Italia vi sono troppe squadre professionistiche di cui solo parte del vertice può ottenere stipendi principeschi mentre la lega PRO deve accontentarsi di cifre più umane e non sempre le ottiene. Ed è proprio sui comprimari che la malavita ha fatto breccia, pilotando le partite a proprio piacimento.

Tento di stendere un breve riassunto della telenovela che si sta allargando a macchia d’olio perché, rispetto a “Calciopoli”, dove erano coinvolti solo alcuni dirigenti, in questa nuova vicenda sono colpevoli anche numerosissimi giocatori. Nonostante Federazione e Lega tendessero a minimizzare, la procura di Cremona ha continuato ad indagare, facendo scoppiare il bubbone.

Il tutto iniziò a giugno del 2011 grazie alla procura di Cremona che scoprì il marcio quasi per caso, grazie alla denuncia della squadra di Cremona per un presunto avvelenamento di alcuni giocatori. Il colpevole risultò il portiere che aveva avvelenato i compagni per far perdere la squadra.
Grazie alla collaborazione di un bookmaker austriaco si individuarono le partite con flussi anonimi soprattutto sui siti esteri. Così furono arrestate 16 persone (7 in carcere e 9 ai domiciliari), mentre risultarono altri 28 indagati a piede libero. Le partite taroccate furono 18.

Nel frattempo la Federazione avviò il processo sportivo, notoriamente più rapido di quello penale, al termine del quale vennero deferiti per illecito sportivo Doni e Manfredini (tre anni e mezzo di squalifica) e la loro società (Atalanta) per responsabilità oggettiva che rimediò una penalizzazione di sei punti in classifica nel successivo campionato di serie A.
In secondo grado venne assolto Manfredini, mentre Doni in carcere si decise a confessare l’illecito con il Piacenza. Un mese dopo anche Masiello (ex Bari) confessò una serie di illeciti. Dalle indagini emerse l’azione degli “zingari” e dei loro emissari che andavano in giro per l’Italia a consegnare denaro ai giocatori che si prestavano al gioco.

Con il “calcioscommesse bis” attualmente in atto risultano taroccate altre 33 partite che portano a processare 22 squadre e 61 giocatori di cui ben 13 dell’Albino Leffe che hanno giocato a perdere in 9 gare del periodo 2008-2011. Così la loro società potrebbe rimediare nel processo in corso una batosta di punti (si parla di 27 punti più 90.000 euro di multa) da scontare in lega Pro, costringendola così ad un’altra retrocessione, mentre i giocatori potrebbero ottenere più di 140 anni di squalifica in toto.
Agli arresti sono stati tradotti 14 giocatori a cui se ne devono aggiungere tre ai domiciliari e due con l’obbligo di firma. Ma sotto inchiesta risultano più di 150 tesserati, anche perché le procure che stanno indagando da tempo sono tre: Cremona che è stata la più sollecita e da cui è partito il processo, Bari e Napoli. A proposito di quest’ultima si sussurra che le indagini siano rimaste chiuse per troppo tempo in un cassetto e ciò fa sorgere il sospetto che alcune di quelle carte possano tirare in ballo anche la società partenopea.

Il caso più clamoroso, in quanto non si era mai verificato in precedenza, riguarda il giocatore Criscito a cui è stato consegnato l’avviso di garanzia direttamente a Coverciano durante l’allenamento della nazionale dalla quale è stato così estromesso. E a Prandelli è andata bene perché pure Bonucci ha una situazione giudiziaria identica, ma il suo fascicolo è stato inviato alla procura di Bari che non ha ancora emesso gli avvisi di garanzia. Oltretutto i fatti risalgono al 9 maggio del 2010 e sono relativi ad una combine tra Udinese e Bari finita 3 a 3.

Nelle indagini è finito anche il capitano della nazionale Buffon in quanto c’è stato un giro di assegni (per un totale di un milione e ottocentomila euro) per le scommesse fatte in una tabaccheria di Parma che è stata appena perquisita.

Tutta la vicenda ha riscontri esteri in quanto il clan di Singapore e gli “zingari” si incontrarono allo stadio di S.Siro durante la finale di Champions tra Inter e Barcellona per stabilire un accordo sui campionati italiani. Ciò perché nel frattempo erano stati arrestati alcuni esponenti della manovalanza del clan asiatico. Dalle ultime indagini risulta anche l’ingresso degli “ungheresi” per collaborare trasportando trolley di denaro sull’asse Singapore-Ungheria atti a corrompere i giocatori. E se non bastano i soldi ci sono anche le minacce nei confronti dei restii.

Ora sono stati sentiti altri giocatori tra cui il capitano della Lazio Stefano Mauri e l’ex genoano Omar Milanetto anche se le loro deposizioni non convincono, anche perché Mauri usufruiva di una scheda telefonica intestata ad un'altra persona ma veniva utilizzata per le scommesse sul basket americano. Almeno secondo lui! C’è anche un autotrasportatore bergamasco (Vittorio Gatti) che ha dichiarato di aver recuperato ingenti somme da restituire agli “zingari” dopo Novara-Siena. Cioè proprio la partita che ha inguaiato Antonio Conte allora allenatore del Siena e oggi alla Juventus. Alla fine tutti gli arresti in carcere sono stati trasformati in quelli domiciliari, ad eccezione del calciatore della Sampdoria (Christian Bertani) che si era avvalso della facoltà di non rispondere.

Nel frattempo l’Atalanta è riuscita a patteggiare prima del processo e subirà soltanto 2 punti di handicap nel prossimo campionato

Per concludere ritengo che sia utilissimo il lavoro della procura federale in quanto è in grado di emettere condanne sportive in modo celere e comunque prima dell’inizio dei prossimi campionati. Ma sono ancora più importanti le indagini delle tre procure ordinarie al fine di “far cantare” più gente possibile ed estirpare il marcio in via definitiva attraverso sentenze esemplari. Purtroppo ci vorrà molto più tempo perché la nostra giustizia è eccessivamente lenta.
Ciò che conta di più è la “pulizia” del mondo del calcio e, anche se ci volessero anni, abbiamo l’obbligo di consegnare alle future generazioni uno sport pulito e avulso da ogni contatto con la criminalità.

Prima di concludere ecco almeno qualcosa che promette bene per il futuro del calcio: Lega PRO e AIC (associazione calciatori) hanno appena sottoscritto un nuovo accordo collettivo che prevede anche l’impegno alla lotta ai fenomeni di alterazione dei risultati sportivi (scommesse e doping). E’ stata anche introdotta la figura giuridica dell’apprendistato, in linea con il difficile momento del paese. Era ora!

Argomenti:   #calcio ,        #corruzione ,        #storia



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