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![]() REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno VIII n° 7 LUGLIO 2012 - TERZA PAGINA Diario di viaggio |
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![]() Una cosa mi lascia perplesso: un certo servilismo che mostra l'apparato commerciale, cosa che non è certo positiva. I negozi, invece di portare indicazioni toscane che sicuramente attirerebbero chi viene dall'estero e dall'Italia, si prostituiscono adottando insegne inglesi; cosi le famose pelletterie di Firenze diventano delle “leather” e, vicinissimo a Piazza della Signoria, troviamo un improbabile “Pizzeria Bar Piccadilly” e una “Antica tintoria” con tanto di antica lapide ![]() Per fortuna che poco più avanti troviamo anche un “Fratelli la Bufala” che si definiscono “pizzaioli emigranti” e che mi strappano un sorriso, come mi entusiasmo davanti a un’improbabile “enoteca” con una coloratissima esposizione di frutta, attrezzi in legno da cucina, grembiuli e tante cose che sicuramente fanno impazzire una serissima lady inglese, ma che sanno tanto di colore italiano. Per i turisti, giustamente, le attività commerciali si fanno in quattro. Così possiamo trovare qualche “carrozzella” per far sognare. Un modo certamente bello di vedere comodamente la città, anche se forse un poco costoso. Ho visto qualche turista usare un mezzo un po' meno romantico, ma certamente più efficiente. La prima volta, entrando nel centro dal Ponte Vecchio, ho incontrato una famiglia intera che cavalcava questi apparecchi elettrici con due ruote, che ricordano un mezzo di locomozione da guerre stellari o da avventura del tipo Star Trek. ![]() Per un momento ho pensato di poterne usare uno, ma poi mi sono ricreduto: quando visito una città, mi piace gustare il calore della gente, l'odore dei vicoli, sentire l'atmosfera, capire la città dai tanti piccoli particolari che, viaggiando su un apparecchio del genere, non puoi percepire, perché sei impegnato a non travolgere qualche passante improvvido. È meglio usare ancora il cavallo di San Francesco. Come in tutte le città d'arte, anche Firenze ha i suoi venditori d'arte per le strade. Come in tutte le città d'arte ve ne sono di “interessanti”, che offrono prodotti di una certa qualità, e altri con prodotti dozzinali fatti con lo stampino, ma anche quelli sono certamente in grado di soddisfare una massa di turisti vogliosi di portare a casa un ricordo speciale da Firenze. Il primo giorno, uscendo dall'albergo dopo aver preso possesso della stanza, mi sono diretto verso il centro percorrendo il Lungarno, e ho trovato una lunga sequenza di banchetti di venditori ambulanti, in genere neri, qualcuno vendeva occhiali ![]() Il Lungarno non è particolarmente frequentato, qualche raro turista che scatta delle foto, come faccio io, qualche passante frettoloso, qualche ragazza che fa jogging, non vedo altro; a chi venderanno la loro merce? La risposta alla mia domanda arriva qualche giorno dopo, quando noto che è proprio sul quel Lungarno che i pullman scaricano il loro ricco contenuto di gruppi turistici. ![]() ![]() ![]() Ecco così che attorno al centro storico ci sono alcuni mercatini, uno addirittura dietro il Duomo. Devo dire che le masse colorate di foulard mi hanno fortemente attratto, meno le borse, i cappelli, gli arazzi, ma in queste bancarelle un “turista” vero, non uno come me, può trovare certamente quello da portare a casa come ricordo della vacanza fiorentina. Un mercato tutto particolare è quello nella piazzetta dei Ciompi. Ai piedi della Loggia del Pesce, ricostruita in questa piazza in modo fedele nel 1956 (prima si trovava nell'odierna Piazza Repubblica), si trovano una serie di baracchette poste ai margini di tre “vie”. ![]() Concludo con quest'ultimo luogo le mie dissertazioni sul rapporto turismo - città a Firenze. La mia esperienza di grandi città con una presenza significativa del turismo mi indica come ognuna di esse assume in rapporto diverso con questa fonte di reddito. Questo rapporto viene regolato dalla situazione di partenza, dalle attività presenti e dall'indole degli abitanti. Vi sono città, come quella di Bergamo, che hanno grandi attrattive storico culturali e artistiche da offrire, ma la gente non sa lavorare col turista e così questa opportunità non decolla; altre, come le cittadine della Romagna, che, anche se non hanno attrattive sono capaci di inventarsele. La cosa importante è che la città, per ricorrere il turismo, non diventi un museo o un falso storico, come Montmartre a Parigi, e che invece riesca a mantenere la vitalità del centro urbano. Credo che Firenze, per adesso, sia ancora una città viva e vegeta. Vedi anche: Firenze: diario di viaggio Alla ricerca della vita della città nei luoghi di Pratolini di Cricio Argomenti: cascine , cultura , firenze , leopolda , pratolini , san francesco , via del corno I
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