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Spending review: cosa cambia per la Sanità


Di G.G.

Sanità e Istruzione sono certamente i servizi la cui efficienza preoccupa di più il cittadino. I “tagli” annunciati hanno chiaramente fatto drizzare le orecchie a tutti, ma quello che appare è ben diverso da quanto viene propagandato. Vediamoli punto per punto, utilizzando direttamente il testo della presentazione comunicata da Palazzo Chigi.
    L’analisi della spesa sanitaria delle diverse Regioni, delle singole Aziende sanitarie locali e ospedaliere ha evidenziato una notevole variabilità dei costi sostenuti per l’acquisto di beni e servizi (sanitari e non sanitari) di farmaci e di dispositivi medici. Si è quindi deciso di concentrare gli sforzi per una riduzione dei costi sanitari su 4 capitoli di spesa:
  • condizioni di acquisto e fornitura di beni e servizi. Si prevede anzitutto la rideterminazione degli importi e delle prestazioni previsti nei singoli contratti di fornitura nella misura del 5%, a decorrere dall’entrata in vigore del decreto legge e per tutta la durata del contratto. Tale misura straordinaria - finalizzata ad anticipare già nel 2012 le misure sui beni e servizi previste dal decreto legge n. 98 del 2011 – produrrà pienamente i suoi effetti a decorrere dal 2013 e sarà basata sull’obbligo per le centrali di acquisto di tenere conto dei nuovi contratti dei prezzi di riferimento che via via l’Autorità di controllo sui contratti pubblici renderà noti e disponibili.
    Per i contratti già stipulati è prevista invece una rinegoziazione tra Azienda sanitaria e fornitori, oppure la possibilità di recesso da parte della struttura pubblica, nel caso di significativi scostamenti (20%) tra i prezzi in vigore e quello di riferimento (in deroga all’articolo 1171 del Codice civile).
  • spesa per farmaci. Per il 2012 è previsto un aumento dello sconto obbligatorio che le farmacie e le aziende farmaceutiche praticano nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale. Lo sconto passa, per le farmacie, da 1,82% a 3,85% ed è variabile, a partire dall’entrata in vigore del decreto, per il 2012, 2013, e 2014. Per le aziende farmaceutiche lo sconto passa da 1,83% a 6,5%, per il solo anno 2012, a partire dall’entrata in vigore del decreto. Per gli anni successivi la revisione della spesa viene operata tramite una ridefinizione delle regole che prevedono un tetto di spesa sia per la farmaceutica convenzionata territoriale che per la farmaceutica ospedaliera. Per la farmaceutica territoriale viene individuato un nuovo tetto di spesa pari all’11,5% (rispetto al precedente 13,3%). Per la farmaceutica ospedaliera il nuovo tetto è del 3,2% (rispetto al precedente 2,4%). Nel caso di sfondamento del tetto della farmaceutica territoriale viene confermato il meccanismo di ripiano totalmente a carico della filiera farmaceutica (aziende, grossisti, farmacisti); per lo sfondamento della spesa farmaceutica ospedaliera, che fino ad oggi è stato tutto a carico delle Regioni, viene introdotto un meccanismo di ripiano che pone a carico delle aziende farmaceutiche il 50% del totale.
  • spesa per dispositivi medici. Per il solo secondo semestre 2012 viene previsto un abbattimento del 5% degli importi e dei volumi di fornitura. Mentre nel 2013 la revisione della spesa viene realizzata tramite la fissazione di un tetto di spesa pari al 4,8% per tali dispositivi. Le Regioni sono chiamate a garantire tale tetto di spesa sia attraverso l’utilizzo dei prezzi di riferimento, sia attraverso interventi di razionalizzazione nella fase di acquisto, immagazzinamento e utilizzo degli stessi nelle attività assistenziali.
  • acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati. La misura prevista consiste in una riduzione del budget assegnato alle singole strutture pari all’1% per il 2012 e al 2% per il 2013, rispetto al budget 2011.
Come si vede non vi sono tagli sul numero di ospedali o di prestazioni, ma un taglio dei costi degli acquisti addebitandolo ai fornitori e una piccolissima riduzione del ricorso alle strutture convenzionate. La sanità è mal organizzata e sicuramente ci sono posti letto in esubero in alcune sturtture e in carenza in altri, se si tolgono quelli in esubero va bene, se si tagliano in percentuale ovunque si fa un danno.

Non possiamo dimenticare che la corruzione vive proprio sulle commesse di acquisto, sui servizi e sulla presenza di innumerevoli strutture “convenzionate”, non sempre dello stesso livello di quelle pubbliche e che spesso gonfiano le loro prestazioni eseguendo più di quanto necessario, come una tac quando è sufficiente una semplice lastra Rx o facendo figurare un ricovero di un giorno quando l'intervento potrebbe essere ambulatoriale. Pensiamo a quello che è successo nella Clinica Santa Rita di Milano, anche se si spera sia un caso unico e non ripetibile. È ovvio che questi provvedimenti preoccupino i politici che vedono ridursi, troppo poco a dire il vero, il loro margine di manovra per finanziamenti di campagne elettorali e di vacanze esotiche.

La razionalizzazione della Sanità dovrebbe anche intervenire sulla struttura, ma forse per questo è necessario prima un lavoro più approfondito di indagine sulla realtà.

È evidente i piccoli ospedali che non possono avere l'efficienza delle grandi strutture con tutte le specializzazioni e con le più moderne tecnologie, ma non è detto che debbano essere chiusi; invece possono utilmente essere convertiti in unità diverse come: cronicari, lunghe degenze, centri di riabilitazione, day hospital, punti di riferimento per il pronto intervento, che oggi è affidato alle guardie mediche è spesso insufficiente.

Il sistema sanitario è sicuramente uno dei migliori del mondo, ma presenta troppe differenze tra regione e regione e, sicuramente, grandi spechi che devono essere eliminati e si deve innlazare la qualità delle tante Regioni dove il rapporto costi benefici è basso.


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Ecco la verità sulla spending review

Spending review: cosa cambia per Istruzione e Ricerca

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