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La mostra inaugurale del GAM Manzoni: “DIVISIONISMO. Da Segantini a Pellizza”

A Milano, GAM Manzoni - Centro Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea, dal 19 ottobre al 23 dicembre 2012


Giovanni Segantini, Alpe di Maggio, Olio su tela, 54,5 x 86,5 cm, Collezione privata
Sono passati più di quarant’anni dall’ultima mostra che Milano ha riservato ai protagonisti del Divisionismo (Palazzo della Permanente, 1970). Questa mancanza verrà colmata il prossimo autunno in occasione dell’apertura nel capoluogo lombardo di un nuovo centro espositivo: GAM Manzoni in Via Manzoni 45, già sede della storica Galleria del Naviglio fondata nel 1946 dal grande gallerista Carlo Cardazzo.

Questo spazio, che sarà anche un centro studi per l’arte moderna e contemporanea, verrà inaugurato giovedì 18 ottobre 2012 con la mostra “DIVISIONISMO. Da Segantini a Pellizza” che raccoglierà trentacinque dipinti dei principali interpreti del movimento quali Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Emilio Longoni e altri.

La rassegna, curata da Francesco Luigi Maspes e Enzo Savoia, è in programma dal 19 ottobre al 23 dicembre 2012 e ripercorrerà gli sviluppi in terra lombarda del Divisionismo, movimento artistico che nasce a cavallo tra Ottocento e Novecento in piena autonomia rispetto al Neoimpressionismo francese e che ha proprio a Milano il suo centro propulsore a partire dalla prima esposizione del 1891 alla Triennale di Brera.

Giuseppe Pellizza da Volpedo, L’amore nella vita, Olio su tela, 94 x 93 cm, Collezione privata
l percorso si apre con “Alpe di Maggio” di Segantini (1894), dipinto assai rappresentativo della sua produzione e della spiccata tendenza all’allegoria e al simbolismo.

Il tema delle montagne, infatti, è un leitmotiv nelle opere del pittore, che nel 1886 lascia l'Italia per trasferirsi a Savognino, nel cantone Grigioni, e da lì nel 1894 sceglie poi l’Engadina come dimora sino al giorno della sua morte, che lo coglie sulle vette del rifugio Schafberg - poi ribattezzato Capanna Segantini - dove si era spinto per dipingere il celebre “Trittico della Natura”, rimasto incompiuto.

Le testimonianze raccontano che poco prima di esalare l’ultimo respiro Segantini abbia chiesto di essere portato vicino alla finestra gridando “voglio le mie montagne”, a prova di quanto queste rappresentino per lui un simbolo quasi religioso, un tempio rassicurante in cui rifugiarsi.

Altra opera chiave della produzione divisionista è il pannello sinistro del pentittico “L’Amore nella vita” (1901-1902) di Pellizza da Volpedo. Realizzato nel periodo successivo al compimento e alla prima esposizione pubblica de “Il Quarto Stato”, ma rimasto incompiuto, costituisce uno dei punti di arrivo delle ricerche del pittore sulla luce e sulla scomposizione dei colori ed esprime l’attenzione di Pellizza per la compenetrazione tra uomo e natura.

Angelo Morbelli, Meditazione, Olio su tela, 80 x 55 cm, Collezione privata
L’itinerario prosegue con “L’ultima battuta del giorno che muore” e “Varenna vista da Fiumelatte” di Grubicy de Dragon, pittore, teorico e mercante cui si deve la diffusione del movimento all’estero attraverso i suoi scritti.

Per la prima volta verrà presentata la grande tela “Il presagio” di Carlo Fornara il cui soggetto, quasi un omaggio al Trittico della Natura di Segantini, è appunto quello della continua rinascita della natura, che si rigenera nel suo ciclo interminabile.

La rassegna continua con opere di Emilio Longoni e Angelo Morbelli, tra cui “Inverno al Pio Albergo Trivulzio”, dove l’artista alessandrino raffigura i vecchi emarginati, ricoverati in ospizio in condizioni di degrado, soggetto su cui ritornerà più volte a partire dal 1883, quando i temi pittorici di Morbelli si orientano verso l'interpretazione della realtà.

La tecnica divisionista, definita proprio da Morbelli "la prospettiva dell’aria", nasce dall’esigenza di rappresentare gli effetti della luce del sole attraverso l’accostamento dei colori puri non mescolati sulla tavolozza e applicati sulla tela a piccoli tratti, in modo filamentoso.

Emilio Longoni, Alba in alta montagna, Olio su tela 69 x 95 cm, Collezione privata
Secondo tale principio, sarà poi l’occhio dell'osservatore a dover ricomporre tonalità e sfumature con l’acquisizione "naturale" delle tinte a livello retinico.

Per Gaetano Previati, “compito dell'artista non è quello di copiare letteralmente tutto ciò che si vede, ma è una funzione intellettiva sulle forme e i colori del vero”.

Questa ricerca prende spunto dalle teorie ottiche di Michele Eugene Chevreul (1786-1889), scienziato che studiò i rapporti reciproci dei colori e la loro classificazione influenzando fortemente la storia dell'arte.

I valori formali divisionisti daranno all’arte italiana un contributo fondamentale, poiché da questi muoveranno giovani artisti come Balla, Boccioni, Carrà, Severini che daranno poi origine al Futurismo, adottando la separazione del colore per esprimere la dinamica del movimento.

Il Divisionismo costituirà un passaggio obbligato non solo per i futuristi, ma per molti altri pionieri della pittura che agli inizi del XX secolo saranno impegnati in diverse esperienze d’avanguardia.

Emilio Longoni, Scogliera, 1901-1903, Olio su tela, 35 x 74 cm, Collezione privata

DIVISIONISMO
Da Segantini a Pellizza
Milano, GAM Manzoni (Via A. Manzoni, 45 - 20121 Milano)
19 ottobre – 23 dicembre 2012

Orari: da martedì al sabato 10-13 e 15-19

Ingresso libero

Info: tel e fax 02.62695107
info@gammanzoni.com
www.gammanzoni.com


Argomenti:   #arte ,        #arte contemporanea ,        #divisionismo ,        #milano ,        #mostra

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