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Le identità di Salvatore Fiume Milano - Palazzo Pirelli -dal 24 ottobre al 23 dicembre 2012 |
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Dal 24 ottobre al 23 dicembre 2012, Palazzo Pirelli di Milano ospita un’importante personale che celebra la figura di Salvatore Fiume (1915-1997), a quindici anni dalla sua scomparsa.
Il percorso espositivo si snoda in due sezioni distinte: nella prima, s’incontreranno lavori realizzati tra gli anni '40 e gli anni '60, precedenti alla ‘rivoluzione’ stilistica che fece seguito al suo viaggio a Londra nella metà degli anni '60, mentre, nella seconda, si vedranno opere eseguite nel successivo trentennio.
Il successo che i dipinti firmati F. Queyo – ispirati al folklore e alla tradizione spagnola - ottennero alla mostra tenuta alla Galleria Gussoni di Milano nel 1948, fu straordinario. Tutti i quadri vennero acquistati e un autorevole critico come Leonardo Borgese scrisse che molti artisti italiani avrebbero dovuto prendere ispirazione dal maestro spagnolo. L’itinerario prosegue con 8 opere degli anni '40 e '50, ascrivibili al ciclo delle “Città di statue”, in cui è manifesta l’influenza dell’arte rinascimentale italiana, come quella delle ricerche metafisiche di de Chirico, Savinio e Carrà.
La partecipazione alla Biennale d’Arte di Venezia del 1950 segnò l’incontro con Gio Ponti con il quale Fiume iniziò una lunga collaborazione che lo portò a realizzare enormi dipinti per i transatlantici di cui Ponti avrebbe curato gli allestimenti. In quello per il transatlantico Andrea Doria (48 m x 3) Fiume riprodusse svariati capolavori presenti nel nostro paese allo scopo di offrire ai viaggiatori diretti in Italia un’anticipazione di ciò che avrebbero ammirato dal vivo. Fiume creò una serie di spazi (piazze, vie, loggiati) nei quali inserì riproduzioni di opere di Giorgione, Verrocchio, Donatello, Raffaello, Leonardo, Tiziano, Michelangelo e molti altri. In mostra vi sarà il bozzetto di uno dei grandi pannelli che decoravano il salone di prima classe dell’Andrea Doria, affondata nel 1956.
Un capitolo importante della rassegna milanese sarà dedicato alla figura femminile. In particolare, i due dipinti del 1957 e 1958, ispirati al tema della “Donna e toro” e della “Donna e gallo” entrambi caratterizzati da un’inedita sensualità, introducono un nuovo passaggio nell’arte di Fiume, sul piano della trasformazione tematica e su quello evolutivo della materia pittorica che, per la prima volta, si fa più luminosa, corposa ed espressiva, grazie anche alle stratificazioni e alle trasparenze ottenute con l’uso della spatola.
Nel 1989 Fiume si dedica a un ciclo di 10 “Poemi giapponesi” - due dei quali esposti a Palazzo Pirelli - nei quali reinterpreta i temi erotici dell’arte del Sol Levante del ‘700 e dell’800.
Il percorso si conclude idealmente con le sezioni dedicate rispettivamente al disegno e alla scultura. Nella prima, si potranno ammirare 15 lavori su carta, realizzati tra gli anni '40 e gli anni '80, che dimostrano come il segno di Fiume, pur evolvendo, sia rimasto inconfondibile per la sua forza espressiva. Nella seconda, opere plastiche caratterizzate dalla pluralità dei materiali utilizzati, come la ceramica, il bronzo, il legno e il poliuretano espanso. Tra queste, sono da segnalare le due sculture in legno, “Mito africano” del 1974, e l’ “Antropotauro”, una figura ‘mitologica’ creata da Fiume sul modello del centauro, nella cui parte inferiore le forme del cavallo sono sostituite da quelle del toro. Accompagna la mostra un catalogo edito da ArteSanterasmo. LE IDENTITÀ DI SALVATORE FIUME. 50 opere, anni ’40-‘90 Milano, Palazzo Pirelli, via Fabio Filzi 22 - Spazio Eventi 1° piano 24 ottobre – 23 dicembre 2012 Orari: dal lunedì al venerdì, dalle 15.00 alle 19.00. Ingresso libero Catalogo: ArteSanterasmo Salvatore Fiume. Note biografiche Pittore, scultore, architetto, scrittore e scenografo, Salvatore Fiume nasce in Sicilia nel 1915. Dal 1931 al 1936 studia ad Urbino al Regio Istituto per l’Illustrazione del Libro. Nel 1936 è a Milano dove frequenta artisti e intellettuali come Salvatore Quasimodo e Dino Buzzati. Nel 1938, all’Olivetti d’Ivrea, diventa art director della rivista Tecnica e Organizzazione. Nel 1943 pubblica il romanzo “Viva Gioconda!”. Dal 1946, lasciata la Olivetti, si dedica completamente alla pittura stabilendosi a Canzo (Como), dove adatta a studio una filanda dell’Ottocento che in seguito diviene la sua residenza definitiva.
Nel 1949 esordisce con il suo vero nome alla Galleria Borromini di Milano, dove le sue “Isole di statue” e “Città di statue” affascinano il direttore del MoMA di New York, Alfred Barr, che acquista una sua “Città di statue”. Anche la collezione Jucker di Milano acquista una sua opera in quella occasione. Nel 1950, su proposta di Alberto Savinio, Fiume partecipa alla Biennale di Venezia con il trittico “Isola di statue” (ora nei Musei Vaticani) che gli vale un’intera pagina della rivista americana “Life”. Dal 1952 collabora con la Scala di Milano come scenografo e costumista, firmando 8 allestimenti nell’arco di 15 anni, fra cui la “Medea” di Cherubini, del 1953, pietra miliare della produzione scaligera degli ultimi 50 anni, come l’ “Aida” del 1957 al Covent Garden di Londra. Nel 1952 il grande architetto Gio Ponti gli commissiona un enorme dipinto (m 48x3) per il transatlantico Andrea Doria. Purtroppo, nel 1956 l’immensa tela affonda con la nave al largo dell’isola di Nantucket. Nel 1953 le riviste “Life” e “Time” gli commissionano una serie di opere per le loro sedi di New York. Fra il 1949 e il 1952, su invito dell’industriale Bruno Buitoni Sr, Fiume esegue un ciclo di dieci grandi dipinti sulla storia dell’Umbria ora conservati nella “Sala Fiume” di Palazzo Donini, a Perugia, sede della Regione. Nel 1962 una mostra itinerante porta 100 quadri di Fiume in diversi musei tedeschi toccando anche Colonia e Ratisbona. Nel 1967 esegue il bozzetto per il grande mosaico nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth.
Nella grande retrospettiva del 1974 al Palazzo Reale di Milano Fiume presenta per la prima volta la “Gioconda Africana”, ora nei Musei Vaticani. Nel 1978 dona trentatré opere ai Musei Vaticani e nel 1985 tiene una grande mostra a Castel Sant’Angelo a Roma. Del 1987 è l’esposizione “De Architectura Pingendi” allo Sporting d’Hiver di Montecarlo, inaugurata dal Principe Ranieri di Monaco. Nel 1991 espone i suoi progetti architettonici alla Mostra Internazionale di Architettura a Milano, al Palazzo della Triennale e nel 1992 i suoi dipinti a Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma. Nel 1993 Fiume visita i luoghi di Gauguin in Polinesia e, in omaggio al grande maestro francese, dona un dipinto al Museo Gauguin di Tahiti. Come scultore Fiume debutta ufficialmente nel 1994 alla Galleria Artesanterasmo di Milano. Realizza diverse sculture di grandi dimensioni, come la statua di bronzo al Parlamento Europeo di Strasburgo, le sculture degli ospedali San Raffaele di Milano e di Roma e la Fontana del Vino in bronzo a Marsala. Il Museo del Parco di Portofino ospita due suoi bronzi. Per i suoi meriti di scrittore, nel 1988 riceve una laurea ad honorem in Lettere Moderne dall’Università di Palermo. Sue opere si trovano in alcuni dei più importanti musei del mondo quali i Musei Vaticani, il Museo Ermitage di San Pietroburgo, il MoMA di New York e il Museo Puškin di Mosca. Muore a Milano il 3 giugno 1997. Argomenti: #arte , #arte contemporanea , #fiume , #milano , #mostra |
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