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Quando la stampa racconta balle per distruggere le figure istituzionali fastidiose Testo delle Lettere inviate dal Segretario Generale Marra e dal Consigliere per la Stampa e la Comunicazione Cascella al Direttore di "Libero" |
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Il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra ha scritto al Direttore di "Libero" la seguente lettera pubblicata nell'edizione odierna del quotidiano:
"Egregio Direttore, la risposta di Franco Bechis alla lettera inviata dal Consigliere Cascella (peraltro pubblicata non integralmente) in replica all'articolo dello stesso autore apparso su "Libero" del 30 novembre scorso dimostra con tutta evidenza che non si vuol prendere atto della realtà dei fatti.
Sono perciò costretto a riportare in modo analitico i dati oggettivi risultanti dai bilanci dello Stato per dimostrare in modo inconfutabile l'infondatezza di quanto sostenuto nei due articoli apparsi su Libero il 30 novembre e il 1 dicembre: "Napolitano si alza lo stipendio" e "I risparmi? Nel 2011 un caffè. Ma per il 2013 l'aumento c'è". Nel bilancio di previsione dello Stato per il 2012 al capitolo 2100 si stanziava per l'assegno del Presidente della Repubblica l'importo annuo lordo di euro 239.182. Identico importo risulta indicato nel bilancio di previsione per il 2011 e nel rendiconto consuntivo dello stesso anno, nonché nel rendiconto consuntivo del 2010, che da' atto della somma effettivamente erogata in quell'anno. Del tutto irrilevante e fuorviante è, quindi, il riferimento al minore importo di euro 236.112 risultante dal bilancio di previsione per il 2010 (che non poteva riportare l'adeguamento applicato nel corso del 2010) perchè la rinuncia del Presidente Napolitano è stata effettuata nel luglio del 2011, con effetto dal medesimo anno fino al termine del settennato. In conclusione, l'assegno del Presidente Napolitano è rimasto congelato al livello del 2010 per i due anni successivi: era, appunto, di euro 239.182 nel 2010 (come risulta dal consuntivo relativo allo stesso anno) ed e' rimasto di euro 239.182 nel 2011 e nel 2012, e continuerà a non avere alcun adeguamento fino alla fine del mandato, con un risparmio sostanzioso che nulla ha a che vedere con il "costo di un caffè". Quanto alle previsioni per il 2013, il 2014 e il 2015 contenute nella tabella allegata al bilancio dello Stato per i prossimi tre anni, è infatti del tutto evidente che si dovessero stanziare somme comprensive dell'adeguamento previsto dalla legge, perché la rinuncia del Presidente Napolitano e' personale e volontaria, e non può ovviamente vincolare i successori. E' per altro altrettanto evidente che la rinuncia del Presidente Napolitano, essendo operativa fino al termine del settennato, riguarda anche la frazione di anno del 2013 durante la quale il Presidente rimarrà in carica, la cui durata non è peraltro allo stato quantificabile con precisione. I cittadini italiani possono pertanto stare tranquilli che, se dovesse rendersi necessario, il Presidente Napolitano non mancherà di ricordarlo agli uffici dell'amministrazione finanziaria dello Stato. L'unico commento che mi permetto di aggiungere è che il tema dell'importo dell'assegno erogato al Presidente della Repubblica dalla legge n. 372 del 1985, attuativa dell'articolo 84 della Costituzione, avrebbe meritato, piuttosto che una tendenziosa disinformazione, una riflessione piu' rispettosa del ruolo e della figura della più alta Magistratura dello Stato". Il giorno precedente il quotidiano "Libero" aveva pubblicato una lettera del Consigliere per la Stampa e la Comunicazione, Pasquale Cascella, che quì si riporta nella versione integrale:
Infatti, con lettera in data 28 luglio 2011 il Segretario generale del Quirinale, Donato Marra, ha comunicato al Ministro del tesoro pro tempore, Giulio Tremonti, che il Presidente Napolitano rinunciava fino alla scadenza del suo mandato all'adeguamento all'indice dei prezzi al consumo dell'assegno attribuitogli dalla legge 23 luglio 1985, n. 372 ai sensi dell'articolo 84 della Costituzione. Pertanto l'importo dell'assegno erogato al Presidente Napolitano è rimasto congelato al livello del 2010, come attestato dalla certificazione rilasciata dall'Amministrazione finanziaria, e tale resterà fino alla conclusione del settennato. La faziosità dell'articolo è ancora più clamorosa se si considera che la rinuncia era stata resa pubblica con apposito comunicato già il 30 luglio 2011 e che lo stesso quotidiano "Libero" il giorno dopo ne diede notizia, anche con un commento a firma Fosca Bincher dal titolo "Grazie Presidente". Roma, 2 dicembre 2012 Argomenti: #cattiva stampa , #costi della politca , #napolitano , #quirinale |
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