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Nota informativa

Il percorso di mostra per “Il successo italiano a Parigi negli anni dell’impressionismo: la Maison Goupil”

Rovigo, Palazzo Roverella, dal 22 febbraio al 23 giugno 2013

Di Paolo Serafini

La mostra “Il successo Italiano a Parigi negli anni dell’Impressionismo: la Mason Goupil” si propone di presentare, per la prima volta insieme, le opere degli artisti italiani della seconda metà dell’Ottocento, che lavorarono per la famosa Galleria Goupil di Parigi. Una Galleria, che annoverava tra le sue fila pittori di diversa provenienza e formazione, francesi, italiani, spagnoli, ungheresi, una scuderia, come venne chiamata, ma direi meglio una scuola vera e propria di artisti, che uniti da un comune progetto e sentimento, dipinsero scene di vita quotidiana e di genere, ambientate in eleganti interni o in ombrosi giardini, scene in costume, pompeiano o settecentesco, vedute urbane e paesaggi animati, che divennero immediatamente popolari e apprezzate da collezionisti, critici e mercanti, creando ed alimentando un gusto collezionistico di respiro europeo ed internazionale, i cui effetti proseguiranno ben oltre gli inizi del Novecento.

Giovanni Boldini, Ritratto di Martha Regnier, Olio su tela, collezione privata
Grazie allo studio e all’analisi degli inventari, dei registri e delle fonti documentali, conservati nel Museo Goupil di Bordeaux e al Getty Research Institute di Los Angeles, la Mostra permetterà di ricostruire l’esatta consistenza delle opere degli artisti italiani, che lavorarono per la Galleria, e fermerà l’attenzione su tutti gli elementi utili a ricostruire il contesto storico, artistico e sociale, che permise il formarsi di questo nuovo gusto borghese, la nascita, la fortuna e lo sviluppo della Galleria e della carriera artistica dei suoi protagonisti, con particolare attenzione al percorso cronologico, alle numerose partecipazioni ai Salon parigini, al condizionamento del pubblico e della critica.

Fondata da Adolhe Goupil nel 1829 insieme al mercante tedesco Henry Ritner, la Maison Goupil iniziò la sua attività trattando esclusivamente incisioni e litografie tratte da capolavori d’arte antica e da opere contemporanee selezionate al Salon parigino. Dagli anni ‘40 dell’800 l’attività della Galleria si ampliò con l’apertura delle sedi di Londra (1841) e New York (1845), e dal 1846 la “Maison” iniziò l’attività di vendita di opere d’arte originali. E’ con gli anni ‘60, grazie all’apertura di una nuova sede a L’Aja in società con il mercante olandese Vincent Van Gogh, zio del pittore (1861) e di altre a Berlino, Vienna (1865), Bruxelles (1866), che la galleria divenne un punto di riferimento per collezionisti e mercanti.

La presenza degli artisti italiani, che si recarono a Parigi e iniziarono a lavorare per la Galleria risale agli inizi degli anni ‘70, quando il successo nella compravendita di opere d’arte fece ampliare gli spazi espositivi e di vendita della Maison a Parigi: l’intero palazzo di rue Chaptal 9, e altri spazi espositivi di fronte all’Opera, affiancarono la originaria sede di Boulevard Montmartre, permettendo agli artisti di avere spazi prestigiosi dove poter esporre le proprie opere.

Il percorso espositivo della Mostra si apre con Giuseppe De Nittis, che visita Parigi per la prima volta nel 1867, e diviene immediatamente figura molto significativa per l’ambiente artistico italiano a Parigi, un vero caposcuola ed apripista, non solo per la assoluta qualità delle opere realizzate in Francia, ma anche per la capacità di creare e mantenere una fitta rete di rapporti, relazioni, committenze, che permetteranno a molti altri artisti italiani di arrivare nella capitale francese ed inserirsi in maniera efficace nel suo tessuto artistico e collezionistico. In Mostra potremo ammirare alcuni dei grandi capolavori dipinti per Goupil, che comprò le prime opere del pittore nel 1870, e con il quale ebbe un contratto di esclusiva dal 1872 al 1874, quali “Les touristes descendeants du Vesuve”, oggi in collezione privata, menzionato da Goupil in una lettera a De Nittis del 2 ottobre 1872, e la luminosa e assolata “Strada da Napoli a Brindisi”, (Minneapolis, Institute of Art) inviato al “Salon” di Parigi nel 1872, che riscosse un grande consenso di pubblico, che verrano entrambe esposte accanto alle incisioni tratte da Goupil.

Alla fine degli anni 60 è a Parigi anche Alberto Pasini, rappresentato in Mostra da una preziosa raccolta di opere dipinte per la Galleria francese (su tutte la “Porta della Moschea di Yeni Djami a Costantinopoli” del Musèe des Beaux Arts di Nantes), per la quale realizzerà numerose e preziose scene di vita quotidiana di ambientazione orientale, in interni animati, davanti a ricchi palazzi o dentro lussureggianti giardini.

La Mostra prosegue con le opere di Giovanni Boldini, protagonista di primo piano nella storia della Galleria e della comunità artistica parigina, il cui nome è presente nei registri Goupil dal 1872 e che realizza per la “Maison” alcuni dei suoi più straordinari capolavori. In Mostra all’artista sarà dedicata una sezione apposita con grandi capolavori mai esposti in precedenza, provenienti da collezioni private americane, quali “Indolence” (1873) e “Confidences” (1875), l’eccezionale “Suonatrice di lira” da collezione privata di San Francisco, la magistrale “Strada maestra a Combs la Ville” del Philadelphia Museum of Art, oltre ad alcuni ritratti di grande formato, su tutti “Martha Regnier”, che verrà esposto insieme alla fotoincisione che ne trasse Goupil.

Sempre nel 1872 Francesco Paolo Michetti partecipa al Salon con due pregevoli opere. Il mercante Reutlinger, acerrimo concorrente della nostra Galleria lo mette sotto contratto, ma la “Maison Goupil” riesce ugualmente ad acquistare i piccoli dipinti e a trarne delle pregevoli incisioni. La produzione del grande artista abruzzese sarà continuamente contesa tra le due gallerie, e in Mostra avremo opere altamente rappresentative quali l' “Innocence” del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, o “Rrtour du potager” del Museo Revoltella di Trieste.

Antonio Mancini, Adieu Paris! (The Customs, Olio su tela, Londra, National Gallery
Anche Raffaello Sorbi è a contratto con Goupil dal 1872, e realizzerà per la “Maison” deliziose animate scene di interni pompeiani, (in Mostra verrà esposta per la prima volta la bellissima “Rhea”, di collezione privata), così come scene in costume, molto apprezzate e richieste dal collezionismo americano, dalle quali la Maison trarrà pregevoli incisioni che verranno esposte accanto alle opere.

Per Antonio Mancini, al quale verrà dedicata una personale sezione della MoStra, il contratto con Goupil risale al 1875, e nei pochi anni in cui il pittore resterà legato alla Galleria francese, alla quale spesso invierà i quadri da Napoli, realizzerà alcuni dei suoi massimi capolavori, che potremo ammirare in Mostra, quali “Il piccolo scolaro” del Museo d’Orsay a Parigi o gli straordinari dipinti della serie dei “Saltimbanchi”, che verranno in questa sede per la prima volta esposti tutti insieme, primo fra tutti il meraviglioso “Saltimbanco con la piuma di pavone” del Philadelphia Museum of Art.

Negli anni Settanta dell’Ottocento, a seguito di eventi storici di notevole importanza, un nuovo contesto di relazioni politiche, economiche, culturali, sociali, porterà alla nascita di un nuovo gusto collezionistico, grazie ad una nuova interpretazione della scena di vita quotidiana e di genere, caratterizzata da opere di piccolo formato, di grande effetto e di grande qualità pittorica, estremamente piacevoli e di facile comprensione, che immediatamente divennero modello da seguire ed imitare.

Alceste Campriani, Caccia agli uccellini, Olio su tela, collezione privata
I pittori italiani ricordati nei registri della “Maison Goupil” sono circa cento, e la Mostra presenterà un gran numero di opere realizzate per la Galleria francese, al fine di comprendere il ruolo fondamentale giocato dalla Maison e dagli artisti italiani nel diffondere un modello di composizione di successo internazionale, che influenzerà il gusto collezionistico di un’intera generazione, spesso con interventi diretti dello stesso Goupil, che raccomandava agli artisti cosa fare o non fare per rendere i loro dipinti più appetibili per il pubblico.

Numerosi sono gli artisti napoletani e meridionali, che grazie all’aiuto e al supporto di De Nittis, trovano la via del successo a Parigi e lavorano alacremente per Goupil. In Mostra vedremo opere importanti dipinte per la Galleria francese da Rubens Santoro e soprattutto Alceste Campriani, del quale la Mostra presenterà per la prima volta un’ampia selezione di opere, autore di scene raffinate e luminosissime, quali “Il foro di Pompei” e “La visita elettorale”, entrambe di collezione privata, e identificate in occasione di questa Mostra grazie ai preziosi timbri della Maison ancora presenti sul retro.
Giacomo Di Chirico, La sposa del prefetto, Olio su tela, collezione privata
Troviamo ancora Domenico Morelli, del quale in Mostra avremo il meraviglioso “La figlia di Jairo”, opera molto amata da Goupil, non più vista dalla Biennale veneziana del 1928, Edoardo Tofano con il capolavoro “Enfin...seuls”, di collezione privata e non più esposto dagli anni '50, il dipinto italiano più famoso di Goupil, vera e propria icona della Galleria, che ne trasse numerose incisioni e fotoincisioni, e Giacomo Di Chirico, del quale verrà esposto per la prima volta al pubblico (dal lontanissimo 1877!) il meraviglioso “Sposalizio in Basilicata”, acquistato da Goupil alla Promotrice di Napoli di quell'anno e proveniente da collezione privata messicana.

Moltissimi ancora saranno gli artisti italiani presenti in mostra con opere dipinte per Goupil, quali Vittorio Matteo Corcos, che arriva a Parigi nel 1880 e appare nei registri Goupil dal 1884 con opere di forte impegno quali “Le istitutrici ai Campi Elisi”, di raccolta privata, Teofilo Patini, con “La lezione d’equitazione” del Museo Borgogna di Vercelli, così lontano dalla sua produzione più conosciuta, Attilio Simonetti, del quale sarà in Mostra anche una selezione della corrispondenza con Goupil.

Vittorio Corcos, Le istitutrici ai Campi Elisi, Olio su tela, Carpi, collezione Palazzo Foresti
Nel 1884 il fondatore della “Maison Goupil”, Adolphe, si ritira e subentrano Leon Bossoud e il genero Renè Valadon. I registri di Goupil e della Bossoud & Valdon dal 1846 al 1919 conservati al Getty Research Institute documentano la presenza di più di 31.000 opere, e registrano la presenza di un centinaio circa di artisti italiani che lavorarono per la Galleria, sia vendendo i diritti di riproduzione, sia firmando contratti di esclusiva con la casa di vendite parigina.

I segreti del successo della politica commerciale della Maison Goupil furono accurata selezione degli artisti e delle opere,contratti di esclusiva con i pittori più importanti, fitta rete di relazioni personali e sociali, intervento diretto sugli artisti per rendere le opere più interessanti e appetibili per il mercato, politica di promozione e diffusione del gusto attraverso la partecipazione delle opere più significative ai Salon parigini e la realizzazione di incisioni, fotografie, fotoincisioni al fine di rendere le opere popolari e di diffondere il gusto con prodotti di qualità e a basso costo. Il percorso espositivo renderà conto di tutti questi aspetti e sarà continuamente arricchito dal confronto e dal dialogo tra le opere esposte e le incisioni conservate al Musèe Goupil di Bordeaux.

La storia della pittura italiana dell’Ottocento è, in massima parte, ancora da studiare e da scrivere. Ogni momento storico non è mai tessuto in maniera uniforme, anzi sono sempre contemporaneamente presenti in campo istanze differenti in lotta per il possesso del futuro. Il gusto collezionistico formato, promosso e diffuso dalla Galleria Goupil, la sua attenzione agli artisti italiani, il successo di mercato delle loro opere, è una delle tante forze in campo in contesa con gli Impressionisti a Parigi. Negli stessi anni, nello stesso luogo. Rendere conto della complessità delle varie posizioni artistiche e di quanto ogni momento storico sia articolato e complesso è compito della storia dell’arte.

Una mostra è sempre una grande occasione, di confronto, di approfondimento, di ricerca, è il luogo opportuno per ripensare elementi di valutazione formatisi negli anni senza approfondimenti, correggere, ampliare, modificare le consuete categorie di pensiero e di giudizio.


Vedere anche:

Il successo italiano a Parigi negli anni dell’impressionismo: la Maison Goupil
Rovigo, Palazzo Roverella, dal 22 febbraio al 23 giugno 2013

Nota informativa
Breve storia della “Maison Goupil”
di Paolo Serafini

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