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Critica politica

Governissimo o non governissimo, ma il vaffa impera

La nuova parola che gli italiani dovranno imparare dopo austerity e spread sarà governissimo?

Di Chiara Di Martino

Giorgio Napolitano Roma, 2 marzo 2013


Cetto La Qualunque meglio di chiunque altro potrebbe prendere le redini della situazione politica italiana e catalizzare l’attenzione su di sé per mettere a tacere tutti con due parole “ ‘ntu culu!!”. Già perché, come le vecchiette nell’anticamera del medico della mutua, i politici (eletti e non, D’Alema “fatti i cazzi toi”) parlano tra loro incessantemente e spasmodicamente. A pochi giorni dalle elezioni, che avrebbero dovuto cambiare le sorti del Paese, non si fa altro che porsi delle domande.
Che farà Grillo?
Con chi si alleerà?
Bersani apre al M5S?
Berlusconi chiuderà alle escort?
E la famiglia, tutto apposto?
...BASTA!!!
Con una media di oltre 1000 cessazioni di attività al giorno nei primi nove mesi del 2012 (dati del Cgia di Mestre) l’Italia conferma il suo stato di profonda crisi e gli italiani hanno, ogni giorno di più, bisogno di risposte e non di ulteriori tentennamenti.

Grillo e il suo megafono magico hanno conquistato l’Italia a suon di vaffanculo e cavalcato l’onda dell’indignazione popolare, surfando tra i flutti sino ad approdare alla meta del 25% del consenso in soli tre anni (Fassino fattene una ragione). E adesso? La nuova parola che gli italiani dovranno imparare dopo austerity e spread sarà governissimo. Una coalizione di larghe intese necessaria per poter mandare avanti la carretta, almeno per qualche altro mese.

Queste elezioni, infatti, hanno dilaniato il già logoro rapporto tra classe dirigente e popolazione, e ahnno aperto una ferita lacero contusa refrattaria a qualsiasi tipo di cura. Il centrosinistra ad oggi paga il comportamento poco incisivo e quasi complice o timorato del centrodestra perdendo la fiducia dei giovani e dei ceti più poveri, mandando in frantumi il suo sogno di rivoluzione nazionale nel pieno rispetto, però, delle regole dettate dall’Europa. Si è riesumato Berlusconi e il berlusconismo che si pensava già riposto in soffitta tra la roba vecchia, e invece ci si ritrova su un filo di lana funamboleggiando tra l’ingovernabilità e gli accordi sotto banco.

Nuove elezioni sembrano impossibili, un governo tecnico (ancora?!?) sarebbe ridicolo e allora vai con le ipotesi di collaborazione fra la politica e l’antipolitica, come chiedere a Tom e Jerry di non farsi più la guerra. Ma in Italia tutto si può e quindi ci tocca sorbirci il corteggiamento spudorato di Bersani a Grillo che, come un’altezzosa dama dell’800, non dice di no al suo spasimante, ma lo mette di fronte a sfide impossibili:"Se Bersani e Berlusconi proponessero l'immediata modifica della legge elettorale, la cancellazione dei rimborsi elettorali e la durata massima di due legislature per ogni parlamentare, sosterremmo ovviamente subito un governo del genere”. La novità, la freschezza e la presunta onestà dello tzunami a 5 stelle ha conquistato una grande fetta dell’elettorato ma “da grandi poteri derivano grandi responsabilità” e quindi ora Grillo e i suoi avranno il gravoso compito di essere l’ago della bilancia. Dovranno decidere se patteggiare con il PD e con le sue proposte (un mini programma in otto punti ha detto Bersani. Forti e di cambiamento) o continuare la linea dura contro una classe politica incapace e mafiosa che li ha resi forti e degni di fiducia…to be or not to be? that is the question.

Un valzer di botta e risposta, offerte e rilanci che va avanti da troppo tempo, un paese allo sbando senza una guida diventa ingestibile e furente; lo spauracchio della Grecia non è più cosi lontano e non è più il caso di convenevoli o giochi di potere. Più che seguire questa telenovela a puntate con nuove evoluzioni ad ogni edizione del telegiornale, il paese avrebbe bisogno di un piano b e non il solito B. che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi vent’anni.

Argomenti:   #elezioni ,        #governo ,        #grillo ,        #m5s ,        #movimento 5 stelle ,        #movimento cinque stelle ,        #opinione ,        #parlamento ,        #politica



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