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L’ARTE DI GESSO. La Donazione Jacques Lipchitz a Prato

Prato, Museo di Palazzo Pretorio (primo piano), dal 22 marzo al 26 maggio 2013


Jacques Lipchitz: Ritratto di Curt Valentin, scultura in gesso patinata
Unica istituzione italiana, il Museo di Palazzo Pretorio di Prato è destinato ad ospitare un ricco patrimonio di opere del grande sculture lituano, poi naturalizzato francese e americano, Jacques Lipchitz. Sono disegni, bozzetti e sculture concesse all’istituzione pratese dalla Fondazione statunitense che conserva il patrimonio dello scultore.

Queste opere saranno presentate nella mostra “L’arte di gesso. La Donazione Jacques Lipchitz a Prato” che il Museo di Palazzo Pretorio propone dal 22 marzo al 26 maggio nelle sale restaurate del primo piano. La mostra organizzata dal Comune di Prato, è curata da Kosme De Baranano, uno dei maggiori studiosi al mondo dell'arte dello scultore lituano. A completare la grande rassegna saranno documenti ed immagini di vita dell’artista.

Una donazione che ha avuto origine nel 1974 e che finalmente la città riesce a concretizzare.

A diventare patrimonio del Museo di Palazzo Pretorio saranno 21 sculture e 43 disegni del Maestro. L’esposizione consente di vivere, quasi in presa diretta, la genesi delle monumentali realizzazioni di Lipchtz, dallo schizzo dell’idea iniziale, al disegno via via più definito e particolareggiato, al concretizzarsi dell’opera nello studio e tra le mani del Maestro.

Jacques Lipchitz: Mother and child, II, scultura in gesso patinata
Tra le opere in mostra, il modello del monumentale cancello della Roofless Church costruita nel 1960 dall’Architetto Philip Johnson in Indiana. Il visitatore potrà ammirare il magnifico portale, ricomposto nelle dimensioni reali utilizzando i materiali originali.

Le opere, giunte dagli Stati Uniti, sono state restaurate dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Al di là dell’enorme valore artistico, la Donazione Lipchitz rappresenta, per il patrimonio della città, un notevole apporto, data la valutazione molto alta delle opere del Maestro sul mercato internazionale.

Per Prato - afferma il Sindaco - questa mostra è la prima importante tappa di un percorso di avvicinamento all’apertura del Museo di Palazzo Pretorio, a conclusione degli interventi di restauro che hanno trasformato l’antico palazzo simbolo della città in una sede espositiva e museale di livello internazionale”.


L’ARTE DI GESSO. La Donazione Jacques Lipchitz a Prato
Prato, Museo di Palazzo Pretorio (primo piano)
Dal 22 marzo al 26 maggio 2013

Ingresso gratuito

Informazioni: tel. 0574/1835152 – 1835027
museo.palazzopretorio@comune.prato.it
www.palazzopretorio.prato.it

Mostra a cura di: Kosme De Baranano

Vedi anche:
Il restauro della collezione dei modelli in gesso di Lipchitz curato dall’Opificio delle Pietre dure
di Rosanna Moradei

Note biografiche:
Jacques Lipchitz (Druskininkai, 22 agosto 1891 – Capri, 16 maggio 1973), lituano di origine ebrea, è stato uno dei principali esponenti della scultura cubista. Figlio di un impresario fu avviato agli studi di ingegneria in Russia. Nel 1909 si trasferì a Parigi per studiare prima a l'École des Beaux-Arts e successivamente a l'Académie Julian, iniziando la sua attività come scultore realista.
Presto entrò nell'orbita della ricerca primitivista e cubista nella comunità artistica di Montmartre e Montparnasse, dove conobbe Juan Gris e Pablo Picasso e divenne amico di Amedeo Modigliani, che lo ritrasse con la moglie Berthe (Jacques Lipchitz e sua moglie Bertha) nel 1917. Nei primi anni del Novecento espose in importanti saloni e gallerie e realizzò importanti opere su commissione privata.
Intorno alla metà degli anni venti la sua ricerca lo portò a definire forme dinamiche e lineari fondate sull'intreccio di elementi spaziali: le cosiddette "sculture trasparenti" come Donna con chitarra del e La gioia di vivere. La produzione dell’ultimo periodo parigino è caratterizzata da forme plastiche figurative nuovamente vicine al realismo e spesso monumentali.
Con l'occupazione della Francia durante la seconda guerra mondiale e la deportazione degli ebrei nei campi di sterminio, Lipchitz fu costretto a lasciare Parigi e nel 1941 fuggì dal regime nazista e si trasferì negli Stati Uniti.
Nel 1946 partecipò alla decorazione della cappella di Notre-Dame De Toute Grâce al Plateau d'Assy (Monte Bianco), con Matisse, Rouault, Bonnard e Chagall. Nel 1960 realizzò una delle sue opere più famose: le porte in bronzo massiccio e altre sculture per la Roofless Church, costruita su progeetto dell’architetto americano Philip Jonhson, nel villaggio utopico di New Harmony in Indiana.
Dal 1963 si stabilì a Pietrasanta in Italia e scrisse la sua autobiografia, che fu pubblicata in occasione della sua mostra retrospettiva al Metropolitan Museum of Art di New York nel 1972.
Jacques Lipchitz morì a Capri nel 1973 e la sua salma fu trasportata a Gerusalemme, dove fu cremata.


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