Il dibattito sulla scelta del Presidente della Repubblica mi lascia molto perplesso. Certamente, deve essere un personaggio sopra le parti e di grande livello, che possibilmente abbia il consenso non di una sola parte, ma questo non vuol dire ricorrere a personaggi che hanno partecipato attivamente ai governi Craxi, come Amato, da cui discende il disastro del berlusconismo e della corruzione, o che abbiano mostrato la condiscendenza verso il suo strapotere, come D'Alema e Violante o arrivisti politici come la Finocchiaro, che, battuta alle elezioni siciliane, ha lasciato l'Isola per tornare a Roma, fregandosene della Sicilia.

Grillo sembra aver seguito il metodo Bersani per l'elezione dei Presidenti delle Camere e ha presentato nove nomi tutti di grande prestigio difficilmente contestabili. Per alcuni l'unico neo è quello rilevato dalla stessa Gabanelli che ha affermato per se stessa: “Ci vuole competenza, non penso di averla”, ma ce ne sono certamente alcuni che la competenza l'hanno.
Rodotà, Zagrebelsky, Imposimato, Bonino, Caselli, Prodi, tutte persone che possono essere gradite al PD e di grande livello. Sicuramente sanno stare sopra le parti e possono essere il Presidente di tutti.

È incomprensibile il motivo per cui si cerca l'accordo con Berlusconi. Sarebbe come se, dopo il 1948, De Nicola e Einaudi fossero dovuti piacere ad Almirante, Covelli e Lauro.

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