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Il commento politico Crisi profonda e ci stanno prendendo per il culo! La situazione italiana è drammatica,ma la soluzione proposta dalla politica è il semi-presidenzialismo. Che significato dobbiamo attribuire a questa operazione? Di Giovanni Gelmini
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l paese è sull'orlo del collasso; qualunque confronto con gli altri Stati ci vede soccombenti: disoccupazione alle stelle, pressione fiscale insopportabile, debito pubblico elevatissimo e nessun elemento che lasci la speranza di una ripresa vicina; le previsioni di una ripresa continuano a slittare più avanti: alla fine dell'anno, il prossimo anno è questo che ci dicono gli esperti.
Se fino ad ora siamo stati sorretti dall'esportazione verso i paesi che stavano meglio, Germania e Cina in particolare, oggi anche le loro economie stanno rallentando e di conseguenza le nostre esportazioni non sono più così spumeggianti e anche questa risorsa per l'economia sia è arenata. Tutti, dai sindacati agli imprenditori, gridano alla necessità di ripresa degli investimenti, sia quelli pubblici, sia quelli privati, perché è quello l'unico modo vero per rilanciare l'occupazione e quindi i consumi, ma come fare? Per quelli pubblici ci vogliono soldi e lo Stato non li ha perché non può aumentare ulteriormente le tasse, ne è capace di ridurre la spesa corrente. Per rilanciare gli investimenti privati sono necessarie alcune cose, tra quelle fattibili c'è obbligare il sistema bancario a dare fiducia a chi investe nel reale, tagliando la redditività degli investimenti parassitari della finanza in Borsa, ma la vera via per convincere gli operatori a investire nel reale in Italia è solo ridare fiducia nello Stato, cioè:
Ecco così che la politica, pressata dal profondo disagio della popolazione ci propina la favola che tutti i nostri guai sono causati dalla IMU e dalla “Costituzione”. Entrambi queste cose nella realtà sono irrilevanti per una ripresa dell'economia. La verità, invece evidente, è che la “politica” deve cambiare perché in venti anni non ha saputo affrontare i tre temi che sono alla base della debolezza della nostra economia. Per uscire dalla crisi occorre mandare a casa tutti i lacchè e i loro mandati, ma è assolutamente evidente che non possiamo chiedere loro di tagliarsi gli attributi per farci contenti: siamo noi a doverli mandare a casa. Una buona parte degli elettori ha pensato di portare un cambiamento votando il Movimento 5 Stelle, ma questi hanno dimostrato di non aver capito nulla (sempre che nella volontà segreta non ci fosse il sostengo occulto a Berlusconi). Ora, dopo aver dimostrato la loro incapacità a imporre il cambiamento obbligando il PD a realizzare quanto promesso: litigano sulla diaria, sulla comunicazione, votano a caso nel Parlamento e si stanno dissolvendo con il litigare. Un disastro! Si fa sempre più grande il rischio che si passi dal mugugno alle proteste forti e quindi alla possibilità che arrivi il demiurgo che risolve tutto i problemi, togliendo le libertà divenuti “inutili perché non portano alla governabilità”, cioè ritornare ad avere un DUCE che decida per noi. Mi viene un dubbio: ma quello di “affidare ad un solo uomo le decisioni” sembra che sia la via che già stanno percorrendo in Parlamento con la Riforma Costituzionale e, riguardo ad “eliminare le libertà”, mi sembra che già lo hanno iniziato a fare con la “porcata” della legge elettorale di Calderoli che nessuno ha nella realtà voluto fino ad oggi cancellare. Questo signori è lo stato di una politica che se ne frega di noi e, malgrado tutto, continua ad ignorare i veri problemi. Argomenti: #crisi , #crisi economica , #crisi politica , #opinione , #politica , #riforme Leggi tutti gli articoli di Giovanni Gelmini (n° articoli 506) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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