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Una mostra emozionate

Le sculture di Viveka Assembergs alla “Tinaia”

Un allestimento molto particolare che mette in evidenza la complessità e il valore dell'opera della scultrice

Di Cricio

Viveka Assembergs, Passaggio n 3, particolare, Ferro-bronzo-filo di ferro
Una strada che sale sul Colle Pasta, poi una stradina ben curata che attraversa la tenuta Frizzoni e porta alla villa; superata questa, ecco la “Tinaia”, un fabbricato rurale affiancato all'abitazione principale, costruito per produrre il vino della tenuta.

Parcheggio e mi avvicino; ancora non sono sicuro che sia quello il posto, quando vedo una scultura che ben conosco “Passaggio n.3 ”; adesso sono sicuro e salgo spigliato i gradini che portano all'ingresso dove Viveka mi accoglie calorosamente.

Entro nella “sala principale”, l'atmosfera è molto particolare, molte zone buie, una debole luce azzurra illumina la zona centrale e un porticato sul fondo, luci spot ben calibrate, che non rompono l'equilibrio cromatico, illuminano dei particolari. Malgrado la poca luce, si vede tutto bene: i tini posati su lastre di pietra e tanti altri attrezzi per la produzione di vino. Sul fondo una violinista suona e, a accanto a lei, una delle sculture nuove di Viveka: “Megattera”.
La scultura è ferma ma sembra navigare, dà l'idea del gigante che solca i mari e sul suo dorso un uomo aggrappato. Questa piccola forma umana è in equilibrio precario sul dorso del gigante del mare e subisce la velocità del cetaceo. Cosa accadrà? È questa la domanda che la scultura mi pone.

Viveka Assembergs, Megattera, Ferro, bronzo, vetroresina

Mi avvicino e, alla mia destra, superato il tino che la nascondeva, appare "Kerstin"
Viveka Assembergs, Kerstin,Raku smaltato-garza gessata-stoffa-legno-corda
Una figura che, al contrario della “Megattera”, comunica tranquillità: le forme levigate del viso e dei piedi il vestito che lascia intuire le forme di un corpo femminile giovane, ma che, per la compostezza e la serietà, può anche essere la figura di “madre”, quella che può proteggerti sempre da ogni male.

Mi giro e vedo altre due sculture che, a mio avviso, si legano al discorso che mi si sta formando nel cervello: “Veste d'angelo stesa ad asciugare” e “Tuffo nel cattivo pensiero”. Le quattro sculture vicine mi inducono a riflettere su come i nostri sentimenti cambiano al cambiare delle situazioni.

“Tuffo nel cattivo pensiero” è posto in alto, non raggiungibile, sopra una vecchia porta di legno chiusa, che non fa parte della scultura perché è un elemento della “La Tinaia”, ma che la integra con il suo mistero: cosa c'è dietro questa porta antica?

Viveka Assembergs, Veste d'angelo stesa ad asciugare,Bava di bronzo-ferro-garza gessata-carta Viveka Assembergs, Tuffo nel cattivo pensiero, Raku, fibra di vetroresina,ferro
Ritorno sui miei passi e dall'ombra, illuminate da delicati spot, appaiono altre sculture che prima, attratto dalla gigantesca “Megattera”, mi erano sfuggite: “D.D.P.D.F.” (danza del profumo del ferro) e “Förväntan” (attesa). Alcune di queste le conoscevo già, ma in questa atmosfera surreale, circondate da elementi corrosi da anni di uso, mi sembra che assumano nuovi significati.

Viveka Assembergs, D.D.P.D.F." (danza del profumo del ferro) ,Ferro, bronzo, filo di ferro Viveka Assembergs, Förväntan (attesa), Raku

Viveka Assembergs, Bau-Cette, Raku, ferro
Fuori, vi sono alcune stanze, dove vedo tre importanti sculture di Viveka che appartengono al ciclo precedente e che forse sono il clou di quel ciclo: “Piove e tira vento”, “Bau-Cette” e“Linea della vita", quest'ultima modificata rispetto alla versione già presentata. Ancora una volta mi trovo a indagare, a confrontare le due facce di “Bau-Cette”: l'immagine della donna col viso scoperto e quella che si sta coprendo il viso, le dita delle mani distese nella prima “faccia” e quasi adunche nella seconda. Il gioco infantile che diventa gioco con noi stessi?

Viveka Assembergs, Crogiòlo,Rami, bronzo, ferro
Ognuna di queste sculture smuove domande al nostro io, ricerca nel subconscio e nell'inconscio di ognuno di noi: è una delle caratteristiche dominanti delle opere di Viveka.

Rientrato nella sala principale, scopro che vi sono altri spazi nella “Tinaia” e subito mi avventuro nell'esplorazione. Salendo alcuni gradini, scopro un'altra delle sculture nuove, "Crogiòlo". La luce vivida di un faretto drammatizza il bronzo di una figura umana racchiuso, quasi prigioniero, in una gabbia fatta di rami secchi di frassino. La scultura assume certamente un significato ancora più drammatico con i colori e con la vetustà del suo contenitore: un piccolo anfratto della “Tinaia”.

Proseguo e in un altro anfratto, dai muri grezzi e carichi di anni, trovo “Pensieri che vanno e che vengono”, una scultura in bronzo e ferro che è un po' il simbolo di Viveka; anche in questo caso un faretto ben calibrato crea una forte suggestione, ma la luce è insufficiente per fotografare e devo ricorrere all'odiato flash.
Viveka Assembergs, Pensieri che vanno e che vengono, Bronzo, ferro
Quando guardo la foto scattata vedo una cosa inaspettata. No. Non è un fantasma, ma forse qualcosa di simile. La scultura, senza le ombre e i chiaroscuri creati dall'illuminazione, si confonde, si mimetizza nel muro e diventa una sua parte.

La scoperta mi lascia perplesso; è un caso o è un elemento costante di questo allestimento?

Salgo ancora qualche gradino e mi trovo nella stanza “dei tini”, sulla mia sinistra una lunga processione di grandi botti, sulla destra un tavolo con bicchieri e bottiglie di vino: bianchi, rossi e spumanti, i vini della tenuta Frizzoni.
Sul fondo ancora una scultura classica di Viveka: “Proverbio cinese”; noto come, anche in questo caso, i colori rugginosi dell'anello di ferro richiamino il colore del legno delle botti.
Torno nella sala principale e osservo ogni scultura: tutte sono inserite nell'ambiente con qualche richiamo; faccio due soli esempi: le barre verticali di “Megattera” si confondono con le sbarre di legno della cancellata retrostante e la forma circolare di “D.D.P.D.F.” è accompagnata sullo sfondo da due coperchi in legno.

Viveka Assembergs, Megattera,particolare
È evidente che le sculture non sono state create ad hoc per la “Tinaia”, ma è che Viveka ha curato con sensibilità l'allestimento di questa mostra, molto particolare.

L'ambiente antico carico di storia, ma tecnico e nello stesso tempo immerso nella vita rappresentata dall'agricoltura e dalla produzione del vino, fanno da substrato alla lettura delle opere della Assembergs e ci inducono a riflettere sulla condizione umana.

Il fatto stesso che le sculture non siano state messe una in fila all'altra, ma che il visitatore le debba cercare negli angoli e negli anfratti o debba alzare la testa per vederle riporta all'idea che, per capirci e capire quello che ci circonda, dobbiamo affaticarci e cercare. In questa ricerca, come nella mostra, non tutto è evidente e facile, molte sono le cose poco chiare e che non sempre siamo in grado di capire. Questo mi sembra il messaggio che questo allestimento ci trasmette in perfetta armonia con le sensazioni create dalle forme create da Viveka Assembergs.


Il 29 settembre dalle 15.30 alle 20.30 la mostra sarà ancora aperta con la presenza dell'artista, un’occasione da non perdere sia per chi l'ha già vista, sia per chi non ha ancora avuto modo di vederla.

“ La Tinaia”, Via Tenuta Frizzoni 3, località Colle dei Pasta, Torre de' Roveri 24060 Bergamo, Italy
http://www.latinaiabg.it/it/

Argomenti:   #arte ,        #arte contemporanea ,        #assembergs ,        #bergamo ,        #mostra ,        #scultura ,        #torre de' roveri



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