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Una mostra emozionate Le sculture di Viveka Assembergs alla “Tinaia” Un allestimento molto particolare che mette in evidenza la complessità e il valore dell'opera della scultrice Di Cricio
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Parcheggio e mi avvicino; ancora non sono sicuro che sia quello il posto, quando vedo una scultura che ben conosco “Passaggio n.3 ”; adesso sono sicuro e salgo spigliato i gradini che portano all'ingresso dove Viveka mi accoglie calorosamente. Entro nella “sala principale”, l'atmosfera è molto particolare, molte zone buie, una debole luce azzurra illumina la zona centrale e un porticato sul fondo, luci spot ben calibrate, che non rompono l'equilibrio cromatico, illuminano dei particolari. Malgrado la poca luce, si vede tutto bene: i tini posati su lastre di pietra e tanti altri attrezzi per la produzione di vino. Sul fondo una violinista suona e, a accanto a lei, una delle sculture nuove di Viveka: “Megattera”. La scultura è ferma ma sembra navigare, dà l'idea del gigante che solca i mari e sul suo dorso un uomo aggrappato. Questa piccola forma umana è in equilibrio precario sul dorso del gigante del mare e subisce la velocità del cetaceo. Cosa accadrà? È questa la domanda che la scultura mi pone.
Mi avvicino e, alla mia destra, superato il tino che la nascondeva, appare "Kerstin"
Mi giro e vedo altre due sculture che, a mio avviso, si legano al discorso che mi si sta formando nel cervello: “Veste d'angelo stesa ad asciugare” e “Tuffo nel cattivo pensiero”. Le quattro sculture vicine mi inducono a riflettere su come i nostri sentimenti cambiano al cambiare delle situazioni. “Tuffo nel cattivo pensiero” è posto in alto, non raggiungibile, sopra una vecchia porta di legno chiusa, che non fa parte della scultura perché è un elemento della “La Tinaia”, ma che la integra con il suo mistero: cosa c'è dietro questa porta antica?
Rientrato nella sala principale, scopro che vi sono altri spazi nella “Tinaia” e subito mi avventuro nell'esplorazione. Salendo alcuni gradini, scopro un'altra delle sculture nuove, "Crogiòlo". La luce vivida di un faretto drammatizza il bronzo di una figura umana racchiuso, quasi prigioniero, in una gabbia fatta di rami secchi di frassino. La scultura assume certamente un significato ancora più drammatico con i colori e con la vetustà del suo contenitore: un piccolo anfratto della “Tinaia”. Proseguo e in un altro anfratto, dai muri grezzi e carichi di anni, trovo “Pensieri che vanno e che vengono”, una scultura in bronzo e ferro che è un po' il simbolo di Viveka; anche in questo caso un faretto ben calibrato crea una forte suggestione, ma la luce è insufficiente per fotografare e devo ricorrere all'odiato flash.
La scoperta mi lascia perplesso; è un caso o è un elemento costante di questo allestimento? Salgo ancora qualche gradino e mi trovo nella stanza “dei tini”, sulla mia sinistra una lunga processione di grandi botti, sulla destra un tavolo con bicchieri e bottiglie di vino: bianchi, rossi e spumanti, i vini della tenuta Frizzoni. Sul fondo ancora una scultura classica di Viveka: “Proverbio cinese”; noto come, anche in questo caso, i colori rugginosi dell'anello di ferro richiamino il colore del legno delle botti. Torno nella sala principale e osservo ogni scultura: tutte sono inserite nell'ambiente con qualche richiamo; faccio due soli esempi: le barre verticali di “Megattera” si confondono con le sbarre di legno della cancellata retrostante e la forma circolare di “D.D.P.D.F.” è accompagnata sullo sfondo da due coperchi in legno.
L'ambiente antico carico di storia, ma tecnico e nello stesso tempo immerso nella vita rappresentata dall'agricoltura e dalla produzione del vino, fanno da substrato alla lettura delle opere della Assembergs e ci inducono a riflettere sulla condizione umana. Il fatto stesso che le sculture non siano state messe una in fila all'altra, ma che il visitatore le debba cercare negli angoli e negli anfratti o debba alzare la testa per vederle riporta all'idea che, per capirci e capire quello che ci circonda, dobbiamo affaticarci e cercare. In questa ricerca, come nella mostra, non tutto è evidente e facile, molte sono le cose poco chiare e che non sempre siamo in grado di capire. Questo mi sembra il messaggio che questo allestimento ci trasmette in perfetta armonia con le sensazioni create dalle forme create da Viveka Assembergs. Il 29 settembre dalle 15.30 alle 20.30 la mostra sarà ancora aperta con la presenza dell'artista, un’occasione da non perdere sia per chi l'ha già vista, sia per chi non ha ancora avuto modo di vederla. “ La Tinaia”, Via Tenuta Frizzoni 3, località Colle dei Pasta, Torre de' Roveri 24060 Bergamo, Italy http://www.latinaiabg.it/it/ Argomenti: #arte , #arte contemporanea , #assembergs , #bergamo , #mostra , #scultura , #torre de' roveri Leggi tutti gli articoli di Cricio (n° articoli 131) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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