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Fiducia al Governo letta: dichiarazioni di voto di Berlusconi e Zanda (PD) Resoconto stenografico della seduta n. 115 del 02/10/2013 (Bozze non corrette redatte in corso di seduta) |
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BERLUSCONI (PdL). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. (Applausi dal Gruppo PdL). BERLUSCONI (PdL). Credo che sia a tutti chiaro che, dopo il risultato delle passate elezioni, noi ritenemmo che l'unica soluzione ragionevole possibile nell'interesse del Paese fosse quella di un Governo che mettesse insieme le forze del centrosinistra e quelle del centrodestra. Aspettammo con pazienza i due mesi - chiamiamoli in questo modo - di riflessioni del centrosinistra e poi arrivammo insieme alla formazione di questa compagine governativa, della quale abbiamo accettato tutte quelle che erano le volontà espresse dal Presidente incaricato. In effetti, su 23 componenti del Governo, nonostante come voto fossimo arrivati a pochissima distanza da quello della coalizione di sinistra, accettammo di avere soltanto cinque Ministri. Credo, quindi, che abbiamo fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità di fare e l'abbiamo fatto anche perché avevamo la speranza che potesse cambiare il clima del nostro Paese. Pensavamo che questo clima, che qualcuno aveva addirittura chiamato «guerra civile fredda», potesse andare verso una sorta di pacificazione di cui credo che un Paese civile abbia davvero bisogno. Questa speranza non abbiamo deposto. La conserviamo ancora. Abbiamo ascoltato con attenzione le dichiarazioni del Presidente del Consiglio. Abbiamo ascoltato i suoi impegni circa il contenimento della pressione fiscale, la riduzione delle imposte sul lavoro, l'adozione - finalmente - dell'impegno che la Corte dei diritti dell'uomo dell'Unione europea ha voluto farci pervenire - mi sembra - per la terza volta per quanto riguarda la responsabilità civile dei giudici. Quindi, mettendo insieme tutte queste aspettative, il fatto che l'Italia abbia bisogno di un Governo che possa produrre quelle riforme strutturali ed istituzionali di cui il Paese ha bisogno per modernizzarsi, abbiamo deciso, non senza interno travaglio, di esprimere un voto di fiducia a questo Governo. (Applausi dal Gruppo PdL.Vive congratulazioni. Molti senatori del Gruppo PdL si levano in piedi. Applausi ironici dal Gruppo M5S). ZANDA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. ZANDA (PD). Signor Presidente, i senatori del Partito Democratico voteranno con convinzione la fiducia al presidente Letta. Lo faranno anche dopo aver sentito il suo intervento e la replica, dai quali è emerso il profilo di un programma di un Governo affidabile e solido, che intende impegnarsi con un mandato pieno, almeno sino al termine della nostra Presidenza del semestre europeo; di un Governo in grado di proseguire l'opera di risanamento, di rafforzare lo Stato sociale, di presentare una buona legge di stabilità e dare continuità al lavoro parlamentare sull'indispensabile legge elettorale. Su questa linea, sulla linea del suo intervento, Presidente Letta, oggi qui si è formata una nuova maggioranza politica, indipendentemente da tutte le operazioni tattiche e furbette (Applausi dai Gruppi PD, SCpI e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) che contrastano con le parole e i gesti davvero gravi che, in questi giorni, abbiamo sentito con grande stupore e sconcerto. Questo voto improvviso, che si aggiunge alla maggioranza, ha un senso chiaro, vuole nascondere una sconfitta politica, che invece... (Applausi dal Gruppo PD e dei senatori Fravezzi e Di Biagio. Commenti dal Gruppo PdL) ...è evidente e netta davanti agli italiani. Signor Presidente del Consiglio, i senatori democratici voteranno la fiducia anche per la stima che portano nei suoi confronti e per la considerazione del lavoro sinora svolto dal suo Governo in condizioni molto difficili. Lei ha dimostrato, checché ne abbia detto poco fa la senatrice Taverna, come nell'Italia infelice di questi tempi si possa essere un dirigente politico e lavorare onestamente e disinteressatamente per il proprio Paese. (Applausi dai Gruppi PD e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE e del senatore Di Biagio). Cinque mesi fa nessuno avrebbe immaginato che un Governo nato per affrontare una gravissima emergenza sarebbe stato messo a rischio nel bel mezzo della sua missione. Invece è successo, nonostante nessuna delle ragioni che ne avevano determinato la nascita fosse venuta meno. Oggi il Parlamento ha un dovere preciso, deve impedire che le vicende del senatore Berlusconi, totalmente estranee al Governo, possano interrompere il difficile e delicato... (Proteste delle senatrici Alberti Casellati e Rizzotti. Richiami del Presidente) ...processo di risanamento, condotto prima con Mario Monti e adesso con Enrico Letta, iniziato il 5 agosto del 2011 con la lettera dell'Unione europea e della Banca centrale che imponevano all'Italia condizioni molto dure, pena la nostra emarginazione internazionale e la drammatica penalizzazione della nostra economia. Abbiamo visto negli ultimi giorni quali possano essere le conseguenze dell'interruzione dell'azione di Governo. Dopo l'annuncio delle dimissioni dei parlamentari del PdL lo spread è schizzato ai massimi degli ultimi mesi. Ieri appena si è intravista una rinnovata stabilità, la borsa è volata. È desolante sentir dire che lo spread e la stabilità sarebbero fatti astratti. Non la pensano così le famiglie italiane penalizzate dalle scivolate in borsa, dalla crescita degli interessi sul debito e dai rischi nella collocazione dei titoli pubblici. All'Italia serve un Governo che duri molto, abbia la vista lunga, non pratichi bluff e creda in un'Europa democratica, più unita e più solidale. Ecco perché prudenza politica, responsabilità istituzionale e, persino, l'ordinaria ragionevolezza chiedono di lasciare lavorare il Governo Letta. Così non è stato. La responsabilità della rottura del fragile, ma necessario, equilibrio politico è stata denunciata con significativa unanimità dai lavoratori e dalla Confindustria, dai vescovi italiani e dalle banche, dagli agricoltori e dai commercianti, dal Fondo monetario internazionale, dai sindacati e dalla libera stampa. In una parola, da tutto il Paese e da tutte le Cancellerie europee. La maggioranza che ad aprile ha votato la fiducia era difficile e faticosa, formata da forze politiche tra loro molto diverse e molto distanti. Se il Partito Democratico e il PdL, insieme a Scelta Civica, dopo un risultato elettorale diverso alla Camera e al Senato, dopo due mesi di stallo hanno deciso di sorreggere il Governo, lo hanno fatto, non per favorire una superficiale pacificazione, ma per cercare di risolvere i gravissimi problemi dell'Italia. E io voglio dare atto e ringraziare tutti i senatori della maggioranza ed anche dell'opposizione per la collaborazione istituzionale dimostrata in questi cinque mesi in tanti passaggi parlamentari. Presidente, ma come nelle battaglie non si deve disertare, come nelle grandi catastrofi naturali non si possono lasciare a metà i soccorsi, così anche nel mezzo della più lunga, profonda e devastante crisi economica, sociale e istituzionale, finché il pericolo rimane alto, il risanamento non può e non deve interrompersi, per non dilapidare i primi benefici e buttare al macero i sacrifici di tanti. Ed invece è proprio questo che è successo. E quando forze politiche diverse e distanti decidono per il bene del proprio Paese, anche contro il loro interesse di parte, di sostenere insieme un Governo di servizio, sanno in partenza che è possibile che siano chiamate a pagare i prezzi politici, anche molto alti. Ma l'attività del Governo non può interrompersi, il consenso popolare, anche quando è molto consistente, non può mai autorizzare la violazione dei principi supremi dello Stato di diritto e della separazione dei poteri. Il dramma che l'Italia sta vivendo ci obbliga a dire la verità e di farlo senza reticenze. Negli ultimi giorni abbiamo visto, toccato con mano i pericoli del personalismo in politica… GIOVANARDI (PdL). Basta con gli sfasciacarrozze! ZANDA (PD). …e i rischi della mancata attuazione dei princìpi di democrazia interna e di trasparenza dei partiti che l'inattuato articolo 49 della Costituzione prescrive con chiarezza. Un piccolo gruppo di consiglieri fidati, considerati estremisti dentro il loro stesso partito, impone la linea e ordina dimissioni collettive. (Proteste dal Gruppo PdL). PRESIDENTE. Lasciate parlare. ZANDA (PD). E a proposito di cortigiani, voglio dire al senatore Bondi… (Proteste dal Gruppo PdL). PRESIDENTE. Silenzio! FALANGA (PdL). Nessuno mi ha ordinato di dimettermi. Capito? (Commenti dal Gruppo PD. Proteste dal Gruppo PdL). PRESIDENTE. Senatrice Alberti Casellati, la prego di riprendere posto. Lasciate parlare. Questa è un'Aula dove dovrebbe esserci come base la democrazia. Lasciate parlare. (Commenti della senatrice Rizzotti. Proteste dal Gruppo PdL). RIZZOTTI (PdL). Vergogna! PRESIDENTE. Prego, senatore Zanda. ZANDA (PD). Presidente, io volevo semplicemente dire al senatore Bondi che non può permettersi di accostare il nome di Enrico Berlinguer a quello del suo capo, come ha fatto giorni fa. (Applausi dai Gruppi PD, M5S, SCpI e Misto-SEL). Noi viviamo tempi di grande volgarità (Commenti dei senatori Malan e Rizzotti) e così non dovrebbe essere, Presidente. In conclusione, sento il dovere di ringraziare Enrico Letta al quale i senatori del Partito Democratico rinnovano la loro fiducia con grande considerazione ed affetto. Lo ringrazio per il suo impegno personale, per la fatica di questi mesi e per i risultati che ha ottenuto che, nelle condizioni date, non erano affatto scontati. I riconoscimenti e il credito che ha raccolto in Europa e nelle sue relazioni internazionali stanno onorando il nostro Paese. Non era facile salvare l'Italia da una procedura di infrazione, già molto avanzata; non era facile restituire alle imprese creditrici gran parte del debito dello Stato, finanziare cultura e scuola dopo tanti anni di tagli, iniziare a risanare la piaga degli esodati, intervenire sulla cassa integrazione. Accusare Letta per l'IVA è sbagliato. Lo ripeto: è sbagliato. Va a braccetto con le contestazioni alla legge Severino che meno di un anno fa il Parlamento ha voluto e votato all'unanimità senza che nessuno trovasse nulla da eccepire. (Commenti dal Gruppo PdL). GIOVANARDI (PdL). Non l'ha votata! FALANGA (PdL). Non ha votato il decreto ma la legge delega! ZANDA (PD). Un eminente senatore del Partito Democratico ha scritto con grande onestà intellettuale che non solo è urgente una rivisitazione del ventennio berlusconiano ma anche un'analisi dei fatti e dei comportamenti politici che lo hanno reso possibile. (Proteste dal Gruppo PdL). Lo condivido, a maggior ragione dopo i fatti delle ultime ore. (Proteste dal Gruppo PdL). PRESIDENTE. Silenzio! Scusate, se questo è l'inizio di una pacificazione... (Lunghi applausi dal Gruppo M5S. Applausi dal Gruppo PD). Lasciate parlare. Lasciate finire di parlare. Tutti hanno avuto diritto di parlare. Concluda, senatore Zanda. ZANDA (PD). Se posso, Presidente, vorrei solo aggiungere che non sto dicendo nulla che possa offendere la sensibilità di nessuno. (Proteste dal Gruppo PdL). Per cortesia, abbiate pazienza pochi minuti e riavrete poi tutta la possibilità di parlare. VOCI DAL GRUPPO PDL. Tempo! ZANDA (PD). Penso, Presidente, che la necessità di chiarezza sul nostro recente passato non interpelli solo una parte ma l'intero Paese, la destra, il centro e la sinistra. I pesi e le responsabilità sono molto diversi, ma tutti abbiamo il diritto di voler sapere perché tanto male e il dovere di guardare con franchezza dentro noi stessi. Io temo che il lavoro di ricostruzione alla fine ci farà constatare con molta amarezza che, a partire dagli anni Ottanta e soprattutto nell'ultimo ventennio, sono stati prodotti danni così profondi che solo un tempo molto lungo di buon Governo e di riforme potrà sanare. Sono stati mortificati e indeboliti lo Stato e i principi fondanti della democrazia. I ricchi sono diventati più ricchi e i poveri più poveri. L'Italia ha bisogno di un sistema politico che contribuisca a viso aperto in Parlamento alla sua ricostruzione istituzionale, materiale e anche morale. (Applausi dai Gruppi PD, SCpI e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE). Argomenti: #berlusconi , #fiducia , #governo , #letta , #parlamento , #politica , #senato , #zanda |
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