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Il commento politico

Renzi: dal dire al fare



La vittoria di Renzi alle primarie del PD di ieri 8 dicembre è di sicuro netta e indiscutibile. Resta da chiedersi come a distanza di un solo anno gli elettori abbiano potuto cambiare in modo così forte il loro giudizio; forse c'è da supporre che siano cambiati gli elettori, ne siano arrivati di nuovi e moderati, mentre i tanti più a sinistra abbiano deciso di non interessarsi più ad un PD che li ha disillusi; questo produce chiarezza, che non è un male.
La politica è certamente fatta di chiacchiere e ideali, ma senza la chiarezza non è possibile trasformarli in azioni concrete; un PD come sinistra moderata e un'altra formazione più a sinistra possono dare chiarezza e questo diventa speculare a quanto avvenuto nel PDL.

Gli italiani non amano l'estremismo, sono sempre stati “di centro”, cioè moderati; quello che non ha capito Casini è che non hanno mai amato la DC clericale e affarista, così in vent'anni post DC si è dimostrato che tutti quelli che si sono alleati con l'ex-DC “doc” sono falliti: prima Fini, poi Monti.

Si può certo dire che il discorso di Renzi, dopo l'annuncio del risultato delle primarie, sia stato esaltante, ha enunciato idee chiare, anche se non nuove, ma certamente nuove in bocca ad un segretario del PD. La cosa che mi ha colpito è stato l'uso ripetuto della parola “sinistra” non accompagnata da “centro”: era ora!
Quello che sembrerebbe voler fare Renzi è un partito di sinistra moderato senza “compagni” e “lotte”, ma con le “riforme”. Un’impostazione nuova, che non piacerà a qualcuno, ma, forse, è meglio così.

Prodi ha commentato: “Visto il numero di coloro che sono andati a votare, non c'è dubbio che l'investitura c'è, ed è forte. Adesso l'obiettivo più importante concerne la necessità di trovare l'unità del partito attorno al nuovo leader. E che comporta anche l'intelligenza del vincitore di capire che il cambiamento che vuole lo può attuare solo se ha un partito forte e stabile attorno a lui” e mi sembra una buona sintesi del risultato di ieri.

Il PD è sempre stato dilaniato da tendenze opposte, potenziate dal fatto che i parlamentari d’oggi sono “nominati” e quindi legati a doppio filo ai capi bastone. La prima azione politica che attende Renzi è certamente quella di una nuova legge elettorale che elimini questa forma non democratica e oligopolistica della politica italiana, e in questo è aiutato dalla sentenza della Consulta.

Renzi, dopo anni di stallo, ha la necessità di agire e produrre rapidamente, perché le elezioni sono dietro l'angolo, anche se non si sa quando saranno. A febbraio? A Giugno? Nel 2015? Certamente non oltre perché non dimentichiamoci che il Parlamento è delegittimato, rissoso e non rappresentativo della realtà. Renzi ha la necessità di riportare la politica vicino agli elettori e ha posto il cambiamento come base della sua linea politica; deve per forza agire.

Non ho mai considerato Renzi una buona soluzione, l'ho sempre ritenuto un parolaio e un populista, ma oggi nella politica c'è il vuoto creato da personaggi che sono mezze calzette e che non sanno nemmeno parlare (per questo urlano!). C'è da sperare che Renzi colga il suggerimento di Prodi: agisca con intelligenza. Butti quello che c'è da buttare all'interno del partito e rafforzi il buono che c'è, creando finalmente una piattaforma coesa attorno ad un programma e lo realizzi, non importano i particolari, perché più che altro abbiamo bisogno di certezze e non di Governi che non sanno come fare a far contenti tutti (vedi caso IMU), facendo solo danni.

Vedremo se Renzi saprà passare dal “dire al fare”.

Argomenti:   #pd ,        #politica ,        #renzi ,        #sinistra

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