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Bergamo futura Città Metropolitana?

Bergamo e l'area Metropolitana – L'evoluzione della popolazione, problemi e opportunità. Alcune considerazioni sul passato recente e sul futuro

Di Giovanni Gelmini

Si parla che, nella prossima legge di “abolizione” delle Provincie, Bergamo sarà definita Città Metropolitana.
La cosa ha un senso e vediamo perché.

L'evoluzione demografica di Bergamo

Nel 1861 Bergamo aveva 44.388 abitanti; oggi ne ha un po' più del doppio (115.072 nel 2012). L'evoluzione è stata tutt'altro che lineare. Il valore misurato nel 1861 risulta essere il massimo registrato negli anni dell'ottocento. La crescita si verifica a ridosso del '900 (probabilmente per lo sviluppo industriale di quel periodo) e, nel 1901, gli abitanti toccano i 52.015. La crescita continua per tutto il primo mezzo secolo toccando nel 1951 103.236 abitanti.

Il periodo del boom economico vede un’accelerazione della crescita, toccando il massimo al censimento del 1971 con 126.902 abitanti. Successivamente la popolazione diminuisce fino al minimo censuario del 2001 (113.143 abitanti) riportandosi ai livelli del 1961. Oggi (2012) la popolazione è leggermente cresciuta (115.072 abitanti).

Non è facile dare spiegazioni certe a questi movimenti, anche se alcune cose possono essere intuitive. Ricordiamoci che nella nostra società i cambiamenti significativi sono sempre dovuti ai movimenti migratori, mentre la natalità e la mortalità risultano poco importanti.

Per Bergamo certamente i movimenti migratori sono legati all'economia (offerta di lavoro), alla disponibilità di abitazioni e al loro costo e, non ultima, la qualità della vita.

Bergamo ha poi una caratteristica, che è poco comune alle altre città d'Italia: è circondata da tanti comuni di medie e grosse dimensioni che, via, via nel tempo, hanno formato un'area urbanizzata senza discontinuità: la Città Metropolitana, che assume una dimensione molto più importante del Comune Capoluogo. Parlare di demografia, di economia e perfino di cultura del territorio di Bergamo, limitandosi al solo capoluogo, è un errore madornale.

L'Area Metropolitana

A questo punto proviamo a ragionare in termini di Area Metropolitana; il difficile è definire quali Comuni possano entrare in questo agglomerato e quali debbano restare fuori. Quando nel 1995 ho dato le disposizioni al Centro Studi Traffico per definire le aree di servizio del trasporto pubblico, avevo indicato come “urbana” l'area compresa tra Albino, Seriate, Azzano, Stezzano, Dalmine, Ponte San Pietro; oggi ritengo che si dovrebbero aggiungere altri comuni.

Quando iniziai a preparare gli studi per il Piano Territoriale Provinciale, con il Prof. Cofini e con l'Ing. Orlandini, allora direttore dell'Assessorato al Territorio dell Provincia, quest'ultimo chiese di togliere alcuni Comuni e ridusse l'area Metropolitana sostanzialmente a quelli immediatamente confinanti con Bergamo.

Ora utilizzo la classificazione allora adottata, che, nel 2012, raggruppa 257.000 abitanti (grosso modo un quarto della Provincia), mentre quella che preferirei vale quasi 400.000 abitanti. La differenza tra le due definizioni di area è fondamentale per definire i servizi necessari, ma è poco importante per lo scopo di queste righe: capire cosa è successo (i dati puntuali li vedimo facendo click qui o li troviamo nella tabella a piè pagina).

Nel grafico, invece, si vede chiaramente come l'Area Metropolitana è cresciuta poco dall'unità d'Italia fino alla fine della seconda guerra mondiale, solo con il boom economico la crescita assume ritmi superiori e dal 1961, l'Area Metropolitana cresce più di Bergamo.
Possiamo ancora notare come dopo il 1971 la popolazione di Bergamo decresce attestandosi sui 113.000 abitanti, mentre gli altri Comuni crescono velocemente, per questo l'area Metropolitana continua la sua crescita.

I miei ricordi mi dicono che negli anni'50 non si era ancora realizzata la fusione delle aree urbanizzate: tra i vari Comuni, questa si verifica tra gli anni '60 e '70.

Ma qual è la conseguenza dell'anomalia di Bergamo?

Negli anni '50 la gente che gravitava su Bergamo era ipotizzabile attorno ai 100-110.000 abitanti. Ora certamente la gente che gravita su Bergamo non è solo quella dei suoi 115.000 abitanti, ma una parte consistente dei 300-400.000 dell'Area.

In compenso Bergamo usufruisce di servizi che sono allocati nei comuni vicini, come i grandi centri commerciali. A tal proposito è opportuno ricordare che i Centri Commerciali non svolgono solo l'azione “commerciale”, ma sono veri e propri punti di aggregazione e di incontro e, complice anche lo sviluppo dei mezzi di comunicazione virtuale, hanno di fatto ridotto notevolmente l'abitudine della gente di ritrovarsi in centro a Bergamo

Ma cosa vuol dire Area Metropolitana?

Il ruolo del comune capoluogo non termina di certo con la funzione di aggregazione, incontro e dell'attività del commercio e dei servizi. Per capire bene cosa significa dobbiamo pensare che il Comune Capoluogo ha, nella normativa italiana, delle peculiarità su infrastrutture e servizi, che gli altri Comuni non hanno, ma queste valgono solo per il proprio territorio comunale e non sono estensibili all'Area Metropolitana; per gli altri ci dovrebbe essere la Provincia.

Ecco due casi emblematici che ho vissuto.

La Tangenziale Est, una strada di grande viabilità, che dovrebbe congiungere il “Rondò delle Valli” all'Asse Interurbano all'altezza dello svincolo della Fiera Nuova, è importantissima per un buon deflusso del traffico della Valle Seriana, ma è di scarsa importanza per Bergamo che quindi è poco propenso a investire su questo progetto.
Il Comune ha anche chiesto se la Provincia era disponibile ad intervenire finanziariamente, ma quest'ultima non può farlo perché non poteva e può investire in viabilità sul territorio del Comune Capoluogo, così le cose non procedono, anzi il Comune di Bergamo ha realizzato il sottopasso della Rondò delle Valli senza tenere conto delle esigenze della Valle Seriana.

Il secondo caso ha avuto invece un esito positivo perché non c'erano limitazioni normative e c'era la volontà di affrontare il problema con una visione non localistica.

Il Tram della Valli in origine era stato ipotizzato su due percorsi: Bergamo Stazione – Monterosso e Bergamo Stazione – Redona, entrambi all'interno dell'area urbana del Comune di Bergamo, ma con una portata dei servizi decisamente scarsa.
Per fortuna, con l'Assessore Enzo Rodeschini del Comune di Bergamo, siamo riusciti a stravolgere il progetto iniziale, concentrando l'investimento sulla Valle Seriana (più semplice da realizzare), ipotizzando in un primo tempo di arrivare a Alzano Lombardo e poi, invece, si sono trovati i soldi e si è arrivati sino ad Albino, realizzando un'opera che ha grande importanza a livello di Area Metropolitana.

Avere una visione a più ampio raggio, che affronti i problemi complessivi dell'Area, è la via giusta. Spesso gli amministratori sarebbero disponibili, ma le norme non sempre permettono soluzioni ragionevoli e d'altra parte solo la Provincia riesce ad avere una visione sopra le singole parti, perché ovviamente ogni Comune mette in prima posizione i suoi problemi.

Solo con la creazione della “Città Metropolitana”, come sembra, si possono trovare le giuste soluzioni e, per Bergamo, sarà sicuramente un gran passo avanti, anche se non ho ancora capito come si strutturerà.

Se tutto dovesse essere assegnato ai miopi uffici legati a Palazzo Frizzoni, non abituati ad avere una visione territoriale ampia e complessa, potremmo trovarci con tante stupidaggini come lo Svincolo del Casello dell'Autostrada, da tutti segnalato come sbagliato, ma fortemente voluto dagli uffici del Comune di Bergamo, a cui è mancata certamente la visone reale del traffico che avrebbe interessato l'Asse.



Argomenti:   #bergamo ,        #città metropolitana ,        #demografia ,        #opinione



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