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Commento pilitco Queste riforme sono pericolose Perché è urgente cambiare la struttura dello Stato? Questo Parlamento è adatto a riforme così delicate? Di Giovanni Gelmini
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Che il Parlamento non funzioni credo sia evidente a tutti, come è altrettanto evidente che i parlamentari sono troppi e costano troppo; ma se parliamo di numeri eccessivi di politici stipendiati da noi, non sono solo i parlamentari, ma anche i consiglieri regionali sono troppi e costano troppo. Quindi una riduzione drastica del numero dei parlamentari, delle regioni e delle dimensioni di consigli regionali è certamente auspicabile sia fatta nel più breve tempo possibile.
Anche le competenze regionali sono diventate eccessive; allo Stato Centrale dovrebbero ritornare le "norme quadro" su molti punti, come: sanità, scuole professionali, ecc... lasciando alle regioni solo la parte organizzativa. Si dovrebbero reintrodurre anche i controlli di merito su tutte le delibere degli Enti Locali, come c'erano vent'anni fa, magari più efficienti e attenti di allora. Si dice che il Parlamento sia inefficiente, però alcune leggi riescono a concludere l'iter in un manciata di giorni; allora è possibile non perdersi nei meandri delle Commissioni! Invece troppo spesso troviamo leggi che sono stravolte con emendamenti distorsivi e troppo spesso non pertinenti al titolo e all'oggetto della legge. A fine anno un decreto legge è stato ritirato perché stravolto e Napolitano ha dovuto fare un richiamo formale al Parlamento (vedi “C’è la necessità di verificare con il massimo rigore l'ammissibilità degli emendamenti. Se questa è la prima volta che accade un fatto del genere, molto spesso emendamenti sballati e dannosi sono approvati dall'aula sonnacchiosa, che nemmeno si accorge di quello che sta votando e, grazie al sistema bicamerale perfetto, sono poi corretti al passaggio all'Aula successiva, prima dell'approvazione finale. Se questo vuol dire costi in più e tempi più lunghi, vuol anche dire meno scemenze e meno possibilità di imporre scelte sbagliate. Una Camera sola per legiferare è molto pericolosa in un paese come il nostro dove la corruzione nella politica ha raggiunto livelli strepitosi, come è ampiamente dimostrato da tutti i processi conclusi e in atto per questi fatti che coinvolgono tutti i livelli politici. Mi chiedo se, prima di procedere al passaggio dal bicameralismo al monocameralismo, non sia opportuno provare a rendere più efficaci i regolamenti, pretendendo una partecipazione fattiva ed una presenza vera di tutti i parlamentari; sappiamo che l'assenteismo è una piaga enorme di queste istituzioni, una più ampia presenza imporrebbe, credo, una maggior attenzione ai lavori parlamentari e quindi meno “sviste”. Mi chiedo se, invece, la riforma delinea la proposta da Berlusconi, non sia pensata proprio per ridurre la capacità del Parlamento a cancellare cose che non vadano bene per l'Italia, ma ben utili a qualcuno. Anche l'insistenza con cui si chiede la cancellazione delle Province è sospetta. Il personale delle Province costa meno di quello delle Regioni, quindi se si passano le competenze alle Regioni il costo aumenterà di più dei benefici ottenuti con la cancellazione della classe politica delle Province; passare le competenze ai Comuni è pura follia, perché verrebbe a mancare completamente la visone del territorio ampio e si realizzerebbero interventi polverizzati con bassa efficienza. La terza via, di lasciare in vita l'Ente Provincia, senza eletti, ma con un organo fatto dai rappresentanti dei Comuni, creerebbe evidenti difficoltà gestionali, riducendo di ben poco i costi. La via giusta è invece accorpare le province, definire un budget massimo di spese di rappresentanza e, come già detto, sottoporre le delibere ad uno stretto controllo di congruenza con gli obiettivi enunciati. Ricordiamo poi che, a differenza degli organi delle Regioni, la corruzione nelle Province è veramente ridotta a livelli minimi. Ancora una volta c'è da chiedersi se quest’idea sia per ridurre i costi, come sostenuto, o non sia per aumentare il budget disponibile alla corruzione. In sintesi ritengo che le riforme costituzionali debbano essere solo per la riduzione del numero dei parlamentari, senza toccare le strutture, e revisione del numero e delle competenze di Regioni e Province. Vanno inoltre modificati profondamente i regolamenti di Camera e Senato e non ultimo il modo di legiferare, che è il peggiore che ci sia nei pesi sviluppati. Infatti abbiamo un numero di leggi esorbitante che in moltissimi casi crea caos e insicurezza su diritti e doveri e contenziosi lunghi e costosi. Inutile far le riforme costituzionali con chi si è dichiarato per forme di potere molto vicine alla dittatura e ha avuto una condanna definitiva per truffa allo Stato. Il fatto che questa persona dica di rappresentare milioni di elettori, non è motivo sufficiente per credere che rappresenti il bene per l'Italia. Argomenti: #berlusconi , #costituzione , #parlamento , #politica , #province , #regioni , #riforme Leggi tutti gli articoli di Giovanni Gelmini (n° articoli 506) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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