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Giuseppe Panza di Biumo - “Daloghi americani” Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Venezia - 2 febbraio - 4 maggio 2014 |
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Protagonista del collezionismo internazionale del XX secolo, Giuseppe Panza ha creato a partire dagli anni Cinquanta una delle più interessanti raccolte d’arte dei maestri della pittura americana del secondo dopoguerra. L’esposizione propone un’accuratissima selezione di capolavori raccolti fin dai primi anni della sua attività di collezionista, dall’espressionismo astratto alla pop art, dalla minimal all’arte concettuale, per arrivare alla “terza collezione” costruita dagli anni Ottanta in poi. A cura di Gabriella Belli e Elisabetta Barisoni, con il progetto espositivo di Daniela Ferretti, la mostra è ospitata negli ampi spazi della prestigiosa Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, che, in linea con quanto avviato con il recente restyling, si aprono ad accogliere mostre di peso internazionale dedicate alle sperimentazioni del XX secolo. Una quarantina di lavori di 27 artisti arriveranno a Venezia in prestito dai musei Guggenheim di New York e MOCA di Los Angeles, le due istituzioni americane che conservano i nuclei più importanti della collezione Panza di Biumo, insieme ad un gruppo di significative opere provenienti dalla collezione della famiglia, oggi altrettanto amorevolmente gestita dalla moglie Rosa Giovanna Panza e dai figli. Si tratta di un’occasione unica per il pubblico di vedere, esposta per la prima volta in Italia, la parte più “segreta” e nello stesso tempo più nota – per la fortuna critica che accompagnò il destino dei suoi protagonisti – della straordinaria collezione che Giuseppe Panza di Biumo ha raccolto a partire dagli anni ‘50, con capolavori di Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, Franz Kline, Donald Judd, Mark Rothko, Dan Flavin, Hanne Darboven, Jan Dibbets, Joseph Kosuth, Richard Serra e molti altri esponenti della modernità d’oltreoceano.
Sia quando sceglie, nella prima stagione della sua collezione, gli autori statunitensi del post-formalismo, toccando con mano il vigore creativo della giovane generazione artistica americana, sia quando, a partire dal 1969, coglie tra i primi il valore e la novità dell’arte concettuale, Panza agisce sempre come un vero talent scout mosso dall’esigenza di scoprire e da un’assetata curiosità di conoscere. “Quello che posso dire – spiega nelle conversazioni con Philippe Ungar – è che la mia ricerca va oltre i limiti di quello che si vede: tende a qualcosa che non riesco mai veramente a raggiungere, ma che ho la sensazione coincida con la pienezza della vita. Il sentore che tutto derivi da questa cosa incomprensibile…è una ricerca personale. Ho la sensazione che anche chi crea sia alla ricerca del superamento di qualcosa, che egli diventi lo strumento di una forza, di un soffio, di un’energia di cui solo raramente siamo consapevoli”. E ancora, nella sua autobiografia pubblicata nel 2003: “la vera arte è sempre uno strumento per comunicare con l’ignoto, che è dentro di noi e attorno a noi…”. Autentico mentore della contemporaneità, Giuseppe Panza di Biumo si è dunque avvicinato precocemente alla pittura americana ed europea del secondo dopoguerra, con intuizioni originali in tempi “non sospetti” e rapporti personali con gli artisti, costruendo una collezione che è documento fondamentale e non convenzionale per comprendere l’evoluzione artistica di quel periodo. Una collezione che l’Italia si è fatta sfuggire quando la Regione Piemonte, nel 1983, non colse l’offerta di vendita di 80 opere della raccolta a un prezzo scontato, pur che restassero in Italia (sarà poi il MOCA di Los Angeles a comprarle), o quando altre città non resero possibile le donazioni proposte; una collezione la cui identità viene ora ricostruita, a grandi tappe, nella mostra di Ca’ Pesaro, allestita con l’intento di assecondare il gusto e la predilezione di Panza per il silenzio e gli ampi intervalli e fedele testimonianza delle sue preferenze collezionistiche.
Nessuno a quel tempo era interessato a Rauschenberg, ma Panza – come ha ricordato Leo Castelli che lo definiva “probabilmente il collezionista più straordinario in cui mi sia mai imbattuto” – “comprò in una sola volta sei dei suoi quadri, o forse anche di più...”. Ci saranno anche il suo primo Kline, “Buttress”, acquistato nel 1956 per 550 dollari, alcuni degli Oldenburg ottenuti tramite la Green Gallery di Dick Bellamy e l’opera “Murillo”, 1968 di Robert Ryman – per Panza uno degli artisti fondamentali del secolo – che egli vide nel ’70, in occasione di una monografica alla galleria Lambert di Milano: “un’improvvisa rivelazione; in quell’istante sentivo che era qualcosa di grande che s’imponeva con autorità alla mia coscienza, senza nessuna evidente ragione…”. All’arte concettuale Panza s’interessa tra il ’70 e il ’72 – “per la prima volta la filosofia ha avuto un’immagine… comunicare idee ed emozioni questa è la funzione dell’arte” – e a Ca’ Pesaro, tra gli artisti esposti, ci sarà anche Walter De Maria con “Broken Kilometer” del ’79: “quando un manufatto arriva alla perfezione – rifletteva – si stacca dal tempo, diventa la presenza di un’idea immortale; se il profondo desiderio dell’uomo è vincere la morte, quest’opera è la testimonianza di una possibilità…!”. Fino alla “terza collezione”, dall’88 in poi, dopo una lunga pausa degli acquisti: Alan Grahm e le sue forme primordiali, Max Cole, Lawrence Carroll, Gregory Mahoney con la sua “contemplazione dell’universo”, David Simpson “la cui arte – per Giuseppe Panza di Biumo – rivive nel colore e nella luce un episodio della vita cosmica che ci dona la possibilità di esistere”. Giuseppe Panza di Biumo Dialoghi americani Venezia, Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna Santa Croce 2076 Catalogo: Marsilio – Venezia, con testi di Gabriella Belli (direttore Fondazione Musei Civici di Venezia), Ted Mann (Assistant Curator della Panza Collection al Guggenheim di New York), Alma Ruiz (Senior Curator al MOCA di Los Angeles) e Elisabetta Barisoni (curatore Mart e dottoranda Università degli Studi di Verona). Apertura al pubblico: 2 febbraio - 4 maggio 2014 Ingresso con l’orario e il biglietto del museo 10 – 17 (biglietteria 10 – 16) fino al 31 marzo 10 – 18 (biglietteria 10 – 17) dal 1 aprile Chiuso lunedì e 1 maggio Biglietti Intero: 10,00 euro Ridotto: 7,50 euro Ragazzi da 6 a 14 anni; studenti da 15 ai 25 anni; accompagnatori (max. 2) di gruppi di ragazzi o studenti; cittadini over 65; personale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT); titolari di Carta Rolling Venice; soci FAI Gratuito Residenti e nati nel Comune di Venezia; bambini da 0 a 5 anni; portatori di handicap con accompagnatore; guide autorizzate della Provincia di Venezia e interpreti turistici che accompagnino gruppi o visitatori individuali; per ogni gruppo di almeno 15 persone, 1 ingresso gratuito (solo con prenotazione); membri ICOM; titolari AMACI Card; partner ordinari MUVE; volontari del Servizio Civile; possessori MUVE Friend Card Offerta Scuola 4.00 euro a persona (valida nel periodo dal 1 settembre al 15 marzo) Per classi di studenti di ogni ordine e grado accompagnate dai loro insegnanti con elenco dei nominativi compilato dall’Istituto di appartenenza *è richiesto un documento Vaporetto Linea 1 fermata San Stae Facebook: www.facebook.com/visitmuve Twitter: twitter.com/visitmuve_en INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI capesaro.visitmuve.it info@fmcvenezia.i t call center 848082000 (dall’Italia) +3904142730892 (dall’estero) Argomenti: #arte , #arte contemporanea , #mostra , #Panza di Biumo , #venezia |
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