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Renzi e la follia per le riforme Le riforme della Costituzione proposte sono veramente urgenti? È corretto realizzarle attraverso un accordo con Berlusconi? Di Giovanni Gelmini
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Non c'è nulla da dire, Renzi ha finalmente dato una spinta forte al PD e sembra quasi aver superato quelle divisioni interne che da sempre hanno immobilizzato l'azione del partito.
Non è che non ci sia un’opposizione, ma non sembra più esserci la fronda di quelli che dicono una cosa e poi ne fanno un'altra. Il sembra è ovviamente d'obbligo, perché per ora il PD non si è trovato in parlamento a votazioni molto tese e quindi non si può scommettere ancora sulla sua tenuta di fronte a scelte importanti. La prova, penso, si avrà sulla legge elettorale dove non credo che la maggioranza del PD sia favorevole alla scelta imposta da Berlusconi sulle liste bloccate. Il Paese ha bisogno di una forte politica economica, di una sburocatrizzazione della Pubblica Amministrazione, di una Giustizia, specialmente quella civile, che sia veloce e di leggi chiare. Per fare questo non c'è bisogno di alcuna riforma costituzionale, basta un intenso lavoro del Governo e del Parlamento e, per ottenere questo, è sufficiente una profonda revisione del Regolamento della Camera. Oltre alla legge, si può pensare ad una riforma costituzionale con la sola riduzione del numero dei parlamentari, senza modificarne la struttura, cioè lasciando il bicameralismo perfetto, che, con questa classe politica particolarmente sensibile alla corruzione, resta un baluardo necessario per cancellare le pasticciate, regolarmente introdotte, alle proposte di legge al primo passaggio in Parlamento. La riduzione dei parlamentari, oltre a ridurre i costi, permetterebbe di rendere più veloce l'attività parlamentare; infatti, ci sarebbero meno persone che “devono” parlare nell'aula vuota dicendo, in genere, cose perfettamente inutili. C'è da chiedersi se questo parlamento di nominati, con molti inquisiti, con evidenti tracce di legami con i poteri più o meno occulti, sia il migliore per fare modifiche alla costituzione che possano ridurre la capacità di controllo sull'operato di Governo e Parlamento e che, di conseguenza, facilitino l'instaurarsi di forme di regime, se non di una dittatura, come desidererebbe ardentemente Berlusconi. Infatti, Berlusconi continua a lamentarsi di non aver potuto fare quello che voleva perché, Corte Costituzionale, Presidente della Repubblica, Giustizia Ordinaria e referendum gli si sono sempre messi di traverso, salvando così l'attuale democrazia. Purtroppo, come qualcuno già sospettava, l'attivismo di Renzi si lega alla ricerca del consenso di Berlusconi e dei suoi "fans", il che vuol dire continuare a spingere su cose utili per mantenere e potenziare il potere del Cavaliere e poco interessanti al Paese. Tenere un rapporto con chi è stato cacciato dal Senato e che per le sue posizioni ed il suo modo di intendere la politica è molto pericoloso per la democrazia, è cosa veramente indegna, anche se me l'aspettavo. Argomenti: #berlusconi , #costituzione , #democrazia , #politica , #renzi , #riforme Leggi tutti gli articoli di Giovanni Gelmini (n° articoli 506) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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