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Leggendo l'ultima indagine dell'ISTAT sulla produzione industriale La ripresa è una pura invenzione dei politici Non può esserci ripresa se la politica non taglia le spese e rilancia gli investimenti Di Giovanni Gelmini
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Da anni i politici continuano a dirci che... “tra poco la ripresa ci sarà, anzi è già iniziata!”, ma noi vediamo solo peggiorare le cose.
Oggi l'ISTAT, con la pubblicazione dei risultati dell'indagine sulla produzione industriale, conferma che la ripresa è ancora di là da venire. Vediamo i punti essenziali dell'indagine ISTAT.
Ad essere ottimisti possiamo pensare che abbiamo raggiunto il fondo e che, di conseguenza, non si può che risalire. Se si è pessimisti, però, si può pensare che si tratti di un rallentamento congiunturale della contrazione del reddito. Le economie trainanti, al primo posto la Cina, stanno rallentando molto e quindi le nostre esportazioni, che fino ad ora hanno evitato il peggio (Germania in testa), molleranno e ci troveremo in braghe di tela, col forte rischio di un disastro sociale e conseguenti agitazioni di piazza, se non addirittura rivoluzioni. La prima opzione è quella della speranza, ma la seconda è quella che scaturisce dalla storia delle “tempeste perfette” che si sono succedute nel tempo. Intanto i nostri politici continuano ad inventarsi balle! Non può essere che si verifichi una ripresa se non ci sono investimenti, e non ci sono. La flessione dei beni strumentali ne è un chiaro segno. Trent'anni di dissipazione delle risorse del paese ci hanno indebitato oltre ogni possibilità di effettuare investimenti pubblici per sostenere l'economia e mai, da quando è iniziata la crisi, il Governo e il Parlamento hanno provato a toccare realmente i meccanismi della spesa pubblica inutile, che dà soldi alla corruzione e li toglie alle famiglie e alle imprese. Hanno solo gravato sul privato il necessario riequilibrio dei conti pubblici e così hanno tolto risorse per contenere la crisi. Come ho scritto ieri, quello che sta facendo Renzi non serve a nessuno. Se non si attuano reali e forti politiche economiche per rilanciare gli investimenti, oltre che per sostenere il sociale, non si percorrerà la via della prima ipotesi, quella della crescita, ma si percorrerà la seconda via, quella del disastro economico, politico e sociale; le riforme proposte, ammesso che vadano bene, risulteranno perfettamente inutili in un Paese allo sbando. Argomenti: #crisi , #crisi economica , #economia , #governo , #investimenti , #istat , #politica , #produzione industriale Leggi tutti gli articoli di Giovanni Gelmini (n° articoli 506) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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