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La mia analisi del voto, di là delle consuetudini di “destra” o “sinistra” Europee: perché questo voto? Se cerchiamo le motivazioni al voto esce una lettura molto stimolante Di Giovanni Gelmini
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I risultati inattesi di queste elezioni europee mi inducono a fare un’analisi del voto fuori dagli schemi tradizionali di destra e sinistra, a cercare il significato del voto nelle motivazioni che lo hanno generato.
La vittoria ampia e tranquillizzante di Renzi e la Merkel, a mio avviso, rappresenta quell'area elettorale moderata, che vuole il cambiamento, ma non i salti nel vuoto, che si può definire come: la prosecuzione delle certezze del passato, verso un futuro migliore, rimuovendo le cose sbagliate e facendo funzionare quelle non funzionati. Una scelta tranquillizzante certamente. Poi c'è l'area dei conservatori, in Italia rappresentata da Berlusconi e i post fascisti, ma anche presente in modo massiccio nell'estrema sinistra. Chi vota per quest'area cosa desidera? Io credo che desideri il mantenimento dei vantaggi di cui è piena la loro vita o le certezze di riti divenuti necessari. Per loro sono importanti i “segni del potere” che si possono esprimere in modo molto diverso: dagli abiti d’altissima moda e i maglioncini di “cachemire” alle trasgressioni sessuali, dal partecipare a feste esclusive alla ripetizione di riti consolidati quanto inutili, come manifestazioni rumorose e ripetizione di frasi ritenute sacre, come l'uso della parola “compagni” per i nostalgici comunisti. Infine troviamo gli “incazzati”, quelli che vorrebbero cambiare tutto, fare una rivoluzione, pacifica si intende, anche se chi riceve il voto da questi non è detto che sia un pacifico o un vero rivoluzionario. Spesso è solo un opportunista. In tutta Europa questi elettori hanno mostrato di essere una quota consistente se non la maggiore, però le attese nella realtà sono molto diverse, anche all'interno dello stesso partito votato. Non mi addentro a commentare i desideri degli elettori europei, di cui conosco evidentemente troppo poco, ma mi fermo ai tre casi italiani. La Lega Nord ha raccolto questi voti dal periodo di mani pulite all'inizio degli anni '90, molti sono entrati nelle sue fila sperando nel cambiamento radicale e non razzista, mantenendo un’attenzione sociale. L'asse che si è formato nel passato tra Bossi e Berlusconi, ha, tra il 1995 e 1997, allontanato dalla Lega Nord tutti quelli che erano “di sinistra” e non razzisti ed oggi, con Salvini la Lega è diventata rivoluzionaria (N.d.R. Forse solo a parole) e radicale, perdendo l'appoggio di molti che sono passati a votare Grillo. Chi vota Lega vuole la salvaguardia del locale e la gestione della cosa pubblica (tasse in particolare) a livello locale. Grillo, con il Movimento 5 Stelle, ha percorso la stessa via di Bossi, ma senza porre alla base idee razziali, specialmente quelle anti-meridionali, che piacciono tanto ai leghisti. In questo modo è riuscito nelle elezioni scorse a raccogliere il voto un gran numero di “incazzati”, un voto eterogeneo che va da gente profondamente di destra e d'ispirazione fascista ad estremisti di sinistra, a vecchi post-sessantottini (cioè quelli che nel '68 frequentavano la scuola dell'obbligo) con ispirazione sostanzialmente borghese e magari scontenti dei risultati professionali ottenuti, e ad anarchici che non credono ai partiti che di sinistra. Il suo flop è certamente dovuto al fatto che a molti non è piaciuto il suo “non sporcarsi le mani” e quindi non fare nulla d’utile in parlamento per il rinnovamento. Il terzo gruppo, molto piccolo, lo troviamo in quelli che hanno dato fiducia alla formazione di “L'Altra Europa con Tsipras”. Si tratta di un gruppo veramente minuscolo, perché non sono i soli che hanno votato questa formazione, ma l'hanno votata anche i conservatori di sinistra, che sono forse la maggioranza. Quale risultato ci si può aspettare ora? Il “come” potrà essere il nuovo Governo dell'Europa lo ha delineato chiaramente oggi in conferenza stampa Renzi, che, malgrado sia giovane, è un politico navigato. La via è un accordo dei moderati di centro, che sono gli unici che hanno i numeri per governare. Si deve sperare in un cambiamento che prenda atto delle esigenze espresse dagli “incazzati”. In sostanza una rivoluzione di quello che è il modus operandi dell'Europa. Si deve sperare che l'Europa cambi e assuma finalmente un ruolo centrale nell'economia e nelle relazione estere, ovviamente anche queste ultime, perché è impossibile parlare di economia senza tenere conto delle relazioni con gli altri Paesi. Se non si realizzasse una politica estera comune avremmo ancora un Europa incompleta. Nel voto degli “incazzati” c'è molto nazionalismo, ma credo che questo sia facilmente superato se l'azione dell'Europa si mostra la capacità di farci uscire dalla crisi tutti insieme. Argomenti: #berlusconi , #bossi , #elezioni , #europa , #grillo , #lega nord , #m5s , #opinione , #politica , #salvini , #tsipras Leggi tutti gli articoli di Giovanni Gelmini (n° articoli 506) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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