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Presentata al IV «Welfare Day» la ricerca Rbm Salute-Censis sul ruolo della sanità integrativa

La sanità non è uguale per tutti: tempi biblici per le liste d’attesa, cure a pagamento per chi può

Fuga nel privato per accorciare i tempi: con 70 euro si risparmiano fino a 66 giorni. Per il 38,5% dei cittadini la sanità è peggiorata, migliorata solo per il 5,5%. E l'estero attrae sempre di più: 1,2 milioni di italiani sono andati a curarsi oltre confine


Roma, 17 giugno 2014

Sono sempre di più gli italiani che pagano di tasca propria i servizi sanitari che il pubblico non garantisce più.
La spesa sanitaria privata degli italiani è pari a 26,9 miliardi di euro nel 2013 ed è aumentata del 3%, in termini reali, rispetto al 2007.
Nello stesso arco di tempo la spesa sanitaria pubblica è rimasta quasi ferma (+0,6%). La logica per cui il cittadino paga di tasca propria quello che il sistema pubblico non è più in grado di garantire è arrivata all'estremo.
Gli italiani sono costretti a scegliere le prestazioni sanitarie da fare subito a pagamento e quelle da rinviare oppure non fare.
Così, crolla il ricorso al dentista a pagamento (oltre un milione di visite in meno tra il 2005 e il 2012), ma nello stesso periodo aumentano gli italiani che pagano per intero gli esami del sangue (+74%) e gli accertamenti diagnostici (+19%).
Ormai il 41,3% dei cittadini paga di tasca propria per intero le visite specialistiche. Cresce anche la spesa per i ticket, sfiorando i 3 miliardi di euro nel 2013: +10% in termini reali nel periodo 2011-2013.

Dallo specialista? Si visita prima chi paga.
Per effettuare una prima visita oculistica in una struttura pubblica il ticket costa 30 euro e c'è da aspettare mediamente 74 giorni (due mesi e mezzo), mentre nel privato, pagando in media 98 euro, si aspettano solo 7 giorni.
Per una prima visita cardiologica si pagano 40 euro di ticket e la lista d'attesa è di 51 giorni, nel privato con 107 euro si aspettano 7 giorni.
Una visita ortopedica nel sistema pubblico costa 31 euro di ticket con 34 giorni di attesa, nel privato 104 euro e occorrono 5 giorni per avere l'appuntamento.
Una visita ginecologica richiede 29 euro di ticket e 27 giorni di attesa, nel privato 100 euro con 5 giorni di attesa.
In sintesi, se si vogliono accorciare i tempi di accesso allo specialista bisogna pagare: con 70 euro in più rispetto a quanto costerebbe il ticket nel sistema pubblico si risparmiano 66 giorni di attesa per l'oculista, 45 giorni per il cardiologo, 28 per l'ortopedico, 22 per il ginecologo.

Accertamenti diagnostici e riabilitazione: tempi biblici o fuga nel privato.
Per effettuare una colonscopia in una struttura pubblica il ticket costa 49 euro e si richiede un'attesa media di 84 giorni (2 mesi e 20 giorni), nel privato con 213 euro si aspettano 8 giorni.
Per effettuare una risonanza magnetica del ginocchio il ticket è di 49 euro e l'appuntamento è dopo 68 giorni, nel privato pagando 149 euro si aspettano 5 giorni.
Per un'ecografia all'addome il ticket ammonta a 53 euro e l'attesa a 65 giorni, nel privato per un costo di 113 euro si aspettano 6 giorni.
Per una mammografia il ticket è di 43 euro e l'attesa è di 55 giorni, per 90 euro in una struttura privata l'attesa è di 6 giorni.
Riguardo ai trattamenti riabilitativi, la laserterapia antalgica ha un ticket di 5 euro per un'attesa di 45 giorni, mentre nel privato per 27 euro si aspettano 4 giorni. Per la riabilitazione motoria c'è da pagare un ticket di 8 euro con un'attesa di 40 giorni, nel privato si spendono 42 euro e si aspettano 5 giorni.

A ogni territorio il suo ticket e i suoi tempi d'attesa.
L'ammontare del ticket da pagare varia fortemente nelle diverse aree geografiche del Paese. Per le visite specialistiche (oculistica, cardiologica, ortopedica e ginecologica) oscilla tra un valore medio minimo di 20 euro al Nord-Est e uno massimo di 45 euro (più del doppio) al Sud.
Negli accertamenti diagnostici spiccano i casi della risonanza magnetica del ginocchio senza contrasto e della colonscopia, per i quali il ticket varia tra i 36 euro del Nord-Est e i 60 euro del Nord-Ovest.
Una mammografia può avere un ticket minimo di 36 euro al Nord-Est e uno massimo di 48 euro al Nord-Ovest. E i tempi d'attesa? Variabilissimi.
Per effettuare una visita ortopedica in una struttura pubblica si va da un minimo di 22 giorni in media al Nord-Est a un massimo di 65 giorni al Centro.
Per una prima visita oculistica si passa dai 50 giorni al Nord-Est ai 125 giorni del Centro.
Per avere un appuntamento per effettuare una visita ginecologica si oscilla tra 12 giorni al Sud e 68 giorni al Centro.
Per la colonscopia si attendono da un minimo di 33 giorni al Nord-Est a un massimo di 216 giorni al Centro.
Per l'ecografia dell'addome i tempi variano dal minimo di 36 giorni al Nord-Est al massimo di 206 giorni al Centro.
Per la risonanza magnetica del ginocchio si attendono 22 giorni al Nord-Est e dieci volte di più (213 giorni) al Centro.

La sanità peggiora, secondo gli italiani.
Il 38,5% degli italiani (erano il 28,5% nel 2011) ritiene che la sanità della propria regione sia peggiorata negli ultimi due anni.
Per il 56% è rimasta uguale e solo il 5,5% ritiene la sanità regionale migliorata.
Nelle regioni con Piano di rientro la percentuale di cittadini che ritengono peggiorata la sanità regionale schizza al 46,8%, mentre nelle altre regioni è pari al 29,3%.
Crolla dal 57,3% del 2011 al 44,4% del 2014 la quota di italiani che giudicano positivamente la competenza delle Regioni sulla sanità.
Laddove la sanità peggiora di più, è più forte il rigetto dei cittadini per la soluzione regionalista.
Nelle regioni con Piano di rientro è solo il 38,9% dei cittadini ad avere un giudizio positivo sul ruolo istituzionale e amministrativo delle Regioni, mentre nelle altre è il 50,3%.
Nella visione dei cittadini esiste un nesso diretto tra la ristrutturazione della sanità imposta dai vincoli economici e l'abbattimento della qualità dei servizi. È anche per questo che la «Schengen della sanità» potrebbe attirare sempre di più: sono complessivamente 1,2 milioni gli italiani che si sono curati all'estero per un grave problema di salute

Questi sono i principali risultati della ricerca di Rbm Salute-Censis «Costruire la sanità integrativa», promossa in collaborazione con Previmedical, presentata oggi a Roma al IV «Welfare Day», in cui sono intervenuti, tra gli altri, Giuseppe De Rita, Presidente del Censis, Carla Collicelli, Vicedirettore del Censis, Roberto Favaretto, Presidente di Rbm Salute e Amministratore Delegato di Previmedical, Marco Vecchietti, Direttore Generale di Previmedical

Argomenti:   #censis ,        #ricerca ,        #sanità ,        #sanità privata ,        #sanità pubblica

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