Ieri, con gran pompa, Renzi ha annunciato l'ennesima riforma: quella della Giustizia.
È una riforma importantissima, da decenni attesa, ma quello che ci regala Renzi è ben poca cosa: solo un elenco di brevissime indicazioni dodici punti a cui dovrebbe rispondere la riforma. Un’emerita banalità, perché quei dodici punti sono solo i problemi della Giustizia individuati da decenni e che le leggi ad personam di Berlusconi hanno aggravato.

I dodici punti non sono altro che i titoli di quella che tutti indicano come una riforma necessaria. Un momento, non è vero che tutti sono concordi, quelli che hanno modificato le leggi ad hoc per evitare la galera non credo che approvino.
Ad esempio Berlusconi ha usufruito di molte “assoluzioni” per prescrizione, come reagirà attraverso i suoi accoliti?
Eppure è assurdo che i processi non arrivino a conclusione per l'effetto della prescrizione; questo, oltre ad essere uno spreco di denaro pubblico, è anche una forma di ingiustizia intollerabile: chi può pagare gli avvocati ritarda il processo e così ne esce indenne, il povero cristo va in galera per direttissima.

Già, ora la Santanchè, paladina di Berlusconi, ha affermato che il falso in bilancio deve restare non reato penale e che va anche rivisto il reato di “concorso esterno in associazione mafiosa”. Sappiamo che Renzi desidera l'appoggio esterno di Forza Italia; ci si deve chiedere quale riforma di Giustizia potrà fare. Come quei dodici “titoli” diventeranno realtà con questo Parlamento e con quei suoi partner che fino ad ora hanno fatto di tutto per intralciare il funzionamento della Giustizia.

Credo sarà anche una riforma inutile, o peggio dannosa, come quella del Senato. Felice se sarò smentito.


Foto-video: Tiberio Barchielli Filippo Attili

Argomenti:   #giustizia ,        #politica ,        #renzi ,        #riforme

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