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Resoconto stenografico dell'Assemblea della Seduta n. 281 Intervento del Ministro dell'economia e delle finanze alla Camera dei deputati del 7 agosto 2014 |
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PIER CARLO PADOAN, residente, onorevoli deputati, la revisione della spesa è e resta al centro della strategia del Governo, è indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi di crescita e della sostenibilità della finanza pubblica.
Negli ultimi anni i Governi italiani hanno perseguito con continuità il consolidamento fiscale adottando misure che hanno impresso una correzione di dimensioni notevoli ai conti pubblici del Paese. Siamo usciti dalla procedura per disavanzi eccessivi disposta nel 2009: un segnale importante per i mercati e per i nostri partner europei, e che ha permesso di accelerare la caduta del costo del debito. Tra il 2010 e il 2013 la spesa pubblica primaria corrente, al netto delle prestazioni sociali, è scesa di oltre il 9 per cento in termini reali. Tale riduzione si è tuttavia principalmente realizzata mediante tagli di carattere lineare, spesso operati senza una previa valutazione di impatto. I tagli lineari offrono una copertura, ma non sono coerenti con la logica della revisione della spesa né con la legge di contabilità. Essi, peraltro, riducendo l'area delle uscite da sottoporre ad una approfondita analisi, rendono più complesso lo svolgimento stesso di un processo di revisione della spesa. Per le modalità con cui sono adottati, spesso in condizioni di urgenza e attraverso misure da approntare in corso di gestione, essi determinano effetti su quelle spese che più facilmente possono essere ridotte. Non necessariamente queste rappresentano, tuttavia, le correzioni necessarie ad assicurare un miglioramento dell'efficienza pubblica. Si è fatto ricorso a queste Pag. 12866 e nel decreto-legge sulla pubblica amministrazione. 4 di fine gennaio 2014, nel decreto legge n. modalità di intervento nella legge di stabilità per il 2014, nel decreto legge n.35 del 2013 per la copertura degli interessi passivi relativi alle misure disposte per assicurare la liquidità necessaria all'accelerazione del pagamento dei debiti pregressi delle amministrazioni pubbliche. A questi interventi vanno aggiunti quelli previsti con la legge di stabilità per il 2014 per consentire il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica. Come è noto, questi prevedono che con DPCM, da emanarsi entro il 15 gennaio 2015, si proceda alla revisione delle agevolazioni e delle detrazioni fiscali in misura tale da garantire un miglioramento dei conti pubblici per 3 miliardi nel 2015, 7 miliardi nel 2016 e 10 miliardi nel 2017. Tale revisione non sarà tuttavia applicata qualora, entro la data del 1 Considerando anche gli obiettivi di risparmio assegnati agli enti territoriali per definire il concorso delle regioni e degli enti locali alle misure di razionalizzazione e revisione della spesa, il totale delle risorse previste ammonta a 1,5 miliardi per il 2015 in termini di indebitamento. Tale importo aumenta a circa 2 miliardi, aggiungendo anche le misure previste dal decreto-legge n. o gennaio 2015, siano approvati provvedimenti che assicurino in tutto o in parte maggiori entrate e/o risparmi di spesa, da conseguire mediante interventi di razionalizzazione e di revisione della spesa pubblica. A differenza di misure di tagli lineari, il processo e l'attività di revisione della spesa consiste nell'identificare risparmi permanenti attraverso la modifica dei meccanismi di spesa, di aumento dell'efficienza della fornitura di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione e della individuazione di un ordine di priorità delle politiche pubbliche, anche sulla base della valutazione della loro efficacia rispetto agli obiettivi attesi. 66 del 2014. Esse prevedono, tra l'altro, interventi di razionalizzazione della spesa pubblica per l'acquisto di beni e servizi mediante l'autorizzazione alle pubbliche Il processo di revisione della spesa e le decisioni che ne conseguono sulla riallocazione delle risorse, sui meccanismi decisionali, su eventuali tagli della spesa pubblica è compito del Governo sulla base di indicazioni e di opzioni elaborate sul piano tecnico. La decisione sull'allocazione di risorse, finanziarie o no, è una delle funzioni essenziali della politica. Misure di revisione della spesa sono state adottate con il decreto-legge n. 66 del 2014. Esse prevedono, tra l'altro, interventi di razionalizzazione della spesa pubblica per l'acquisto di beni e servizi mediante l'autorizzazione alle pubbliche amministrazioni alla rinegoziazione dei contratti di fornitura di beni e servizi in essere, l'ampliamento del ricorso a strumenti centralizzati degli acquisti volti ad aggregare la domanda per ottenere migliori prezzi attraverso un rafforzamento delle centrali committenza, potenziamento degli strumenti di controllo sul procurement pubblico, limiti di spesa per incarichi di consulenza, studio e ricerca per i contratti di collaborazione coordinata e continuativa e per le autovetture di servizio, riduzione dei costi della riscossione fiscale, riorganizzazione dell'apparato centrale dello Stato, Ministeri e Presidenza del Consiglio dei ministri, la definizione di un contributo degli organi costituzionali e di rilevanza costituzionale alla riduzione delle spese, riduzione dei costi operativi da parte delle società a totale partecipazione, diretta o indiretta, dello Stato e delle società direttamente o indirettamente controllate dallo Stato, riduzione dei compensi per gli intermediari della riscossione del servizio F24, revisione della spesa per le locazioni passive. A queste misure si aggiungono gli interventi di razionalizzazione delle cosiddette spese fiscali, i risparmi attesi ammontano a 3,5 miliardi nel 2014, circa 3,4 miliardi nel 2015, 3,1 miliardi per gli anni 2016 e 2017. Le risorse così reperite hanno consentito di operare, con lo stesso provvedimento, una riduzione del cuneo fiscale sulle famiglie e sulle imprese, volta a favorire la crescita attraverso il sostegno dei redditi medio-bassi e a rafforzare la competitività delle imprese. A questo proposito – aggiungo – è quanto meno prematuro abbandonarsi a valutazioni sull'impatto dell'introduzione del bonus fiscale a soli tre mesi dall'effettiva ricezione da parte delle famiglie. Un taglio del cuneo fiscale, per produrre effetti significativi sulle decisioni di spesa delle famiglie e gli investimenti delle imprese, deve essere credibile e permanente. Esso necessita, quindi, di essere finanziato a regime con misure di carattere strutturale. Questa convinzione sarà riflessa nella legge di stabilità per il 2015, a cui sta lavorando il Governo. Affinché tali misure, se prese dal lato della spesa, possano effettivamente risultare strutturali, occorre che siano in grado di accrescere l'efficienza e l'efficacia dell'intervento pubblico, sia nella fornitura di beni e servizi sia nell'allocazione delle risorse tra le diverse aree di spesa. Questi interventi, come noto, richiedono tempi e modalità che si realizzano a pieno in una prospettiva di medio termine, a patto che essi siano sostenuti da un'implementazione continua e sistematica. Tali misure rafforzano e integrano l'impatto delle misure per la riforma della pubblica amministrazione e ne sono, a loro volta, rafforzate. L'efficienza della macchina amministrativa pubblica e la sua organizzazione è, infatti, un fattore fondamentale per la competitività dell'economia. Osservo, inoltre, che il legame tra revisione della spesa e taglio delle imposte va oltre la questione della copertura. La riqualificazione della spesa pubblica e la riduzione degli sprechi e delle iniquità mirano a rafforzare il rapporto tra Stato e cittadini e a migliorare la tax compliance. Oltre alle misure di revisione della spesa già introdotte nel 2014, ulteriori margini di miglioramento, di efficienza e di risparmio sono possibili e il Governo sta già attuando misure che permetteranno progressi in questa direzione. Tra gli altri, ricordo che sono stati avviati programmi di efficientamento degli immobili pubblici, degli investimenti per la riduzione dei costi dell'illuminazione pubblica, della digitalizzazione della pubblica amministrazione e della riduzione dei costi di gestione delle tecnologie informatiche. È ripreso con rinnovata energia il processo di definizione di fabbisogni e capacità fiscali standard, con l'obiettivo di renderli operativi già nel 2015. Sono iniziati i controlli sui prezzi a cui la pubblica amministrazione effettua gli acquisti, mai effettuati finora. In conclusione, un approccio basato sulla revisione della spesa è parte integrante di una strategia di crescita basata su due pilastri: riforme strutturali volte a rimuovere ostacoli alla crescita che si sono accumulati in molti anni e politiche di stimolo agli investimenti, pubblici, ma soprattutto privati, con misure già prese nel «decreto competitività» e con altre che saranno prese a cominciare dal «decreto sblocca Italia». Tale strategia caratterizza e continuerà a caratterizzare l'azione del Governo. I benefici di tale strategia sono crescenti e saranno pienamente tangibili in una prospettiva di medio periodo, quale quella che caratterizza i mille giorni. La prossima legge di stabilità, che rifletterà questo approccio, dovrà tenere conto del contesto europeo, e non solo italiano, di crescita e di inflazione contenute e inferiori alle attese, ma voglio anche sottolineare, a questo proposito, che sarebbe sbagliato e fuorviante, come fanno molti commentatori, prendere in considerazione un quadro macroeconomico di pochi trimestri per valutare l'efficacia e l'impatto dell'azione di Governo. Le più recenti previsioni macroeconomiche collocano, a partire dal 2015, una fase di ripresa più decisa e sostenuta. È in questo contesto di medio periodo che si pone la politica economica del Governo, e compito della politica del Governo è quello di dare più sostegno alla ripresa sia in termini di quantità che di qualità, efficienza e contenuti delle misure di stimolo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia). Argomenti: #governo , #padoan , #politica , #politica economica , #spesa pubblica |
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