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Critica politca

Ditelo a Renzi: “Chi si loda s'imbroda”

Troppe chiacchiere e pochi fatti, promesse non mantenute: questo è il bilancio del primo anno di governo di Renzi e gli italiani hanno perso la fiducia

Di Giovanni Gelmini

A sentire parlare Renzi si può restare affascinati, ma poi quando si confrontano le parole dette con i fatti, che possiamo vedere nella realtà, ci accorgiamo che c'è qualcosa che non va: le sue promesse non corrispondono ai fatti.

Ovviamente quando qualcuno parla al futuro, è difficile contraddirlo, ma l'esperienza di questo primo periodo del Governo Renzi mostra che nulla di quanto ha ripetutamente affermato si è realizzato come lui lo aveva descritto.

Aveva detto a tutti che avrebbe fatto una riforma al mese: di mesi ne sono passati ormai dieci e una manciata di giorni, ma di riforme andate in porto non ce n’è manco una, né di quelle che sarebbero utili e nemmeno di quelle inutili cui tiene tanto.

Aveva sbandierato gli 80€ di defiscalizzazione come il rimedio sicuro per rilanciare l'economia, ma l'economia non ha avuto nemmeno un sussulto. Il segno continua ad essere negativo e quando è negativo vuol dire che l'attività si contrae e si perdono posti di lavoro, che il reddito delle famiglie diminuisce e quindi diminuiscono i consumi.
È una barzelletta dire che il reddito si contrae un po' meno di prima e cosi vuol dire che va meglio. Quando il reddito si contrae indica comunque che la ricchezza del paese continua a diminuire, che oggi siamo meno ricchi di ieri.

Ogni tanto a qualcuno viene il dubbio che gli italiani siano dei creduloni e abboccano alle frottole, ma, per fortuna, non sembra che sia così. L'Istat ha appena pubblicato l'indagine sul clima di fiducia dei consumatori e appare in modo chiaro che gli italiani hanno sempre meno fiducia nel futuro.

È proprio dall'andamento storico di quest’indagine che si capisce bene come gli italiani abbiano creduto all'effetto miracoloso del provvedimento degli 80€, come sosteneva Renzi, malgrado molti economisti dicessero che era un provvedimento insufficiente.


Subito dopo l'insediamento di Renzi si vede che il clima di fiducia economico inizia a salire dal 93,1 di gennaio al 108,0 di marzo e fa un balzo ulteriore al 114,9 di Aprile. Il clima di fiducia continua a crescere fino a Luglio. Quando tutti possono realizzare che il provvedimento ha cambiato poco la realtà perché le aziende continuano a chiudere e licenziare, la fiducia crolla.

Questo è il clima in cui ci troviamo oggi.

Renzi ieri ci ha detto: “...a me interessa profondamente cambiare l'umore degli italiani, oggi Ilvo Diamanti scrive: assuefatti alla sfiducia...”. È assolutamente vero: perché ci sia la ripresa economica occorre fiducia e non solo la fiducia degli imprenditori, ma anche la fiducia dei consumatori, che non ritardino le spese per tenersi un gruzzolo per sicurezza, ma che rimettano in ciclo i soldi guadagnati.

La fotografia scattata dall'ISTAT conferma i risultati di altre analisi in cui i consumatori appaiono sfiduciati e preoccupati per il futuro.
In questo clima il “jobs act” è assolutamente inopportuno, perché aumenta la paura dei lavoratori non giovani (dai 40 anni in su) di essere licenziati e non ritrovare lavoro. Questa paura secondo Renzi è sbagliata, però c'è e di certo non aiuta.

Renzi elenca tutte le grandi cose fatte, ma nessuno ne vede i benefici reali; si alzano solo i timori per il futuro e dobbiamo solo sperare che i risultati dei decreti delegati sul lavoro non siano come anticipano i “gufi”, perché se fosse così sarebbe un disastro (N.d.R. Io sono tra i gufi.).

Renzi si loda troppo ed è bene ricordargli il proverbio antico “Chi si loda s'imbroda”; lui mi sa che, purtroppo per noi, si è già “imbrodato”.


Foto: Tiberio Barchielli-Filippo Attili
Vedi anche:
Istat: Dicembre 2014 CLIMA DI FIDUCIA DELLE IMPRESE - DOCUMENTI
Indagine dicembre 2014 - ISTAT: fiducia dei consumatori in calo - DOCUMENTI

Argomenti:   #fiducia ,        #governo ,        #lavoro ,        #politica ,        #renzi ,        #riforme



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