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Una questione urbanistica e sociale La piazza centro di aggregazione. Un’affermazione vera o falsa? Perché diventi “centro di aggregazione” è sufficiente l'assetto architettonico urbanistico o occorre qualcos'altro? Di Giovanni Gelmini
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A cosa serve? Basta una piazza per attrarre gente? Mi sono posto queste domande nel settembre 2012 quando su Facebook ho postato delle fotografie della Piazza Vecchia di Bergamo trasformata in giardino. Oggi la discussione sulla realtà del “Centro piacentiniano” e il Sentierone di Bergamo, centro di aggregazione per più di mezzo secolo, mi convincono a scrivere i miei pensieri di allora. Partiamo da quell'installazione che, pur con molti “se e ma”, era interessante e a mio avviso rilanciava l'idea di un uso reale della piazza; ma alcuni architetti miei amici si erano mostrati inflessibilmente contrari. Le motivazioni furono svariate, ma una frase ricorrente fu “piazza centro di aggregazione”. Già questa l'avevo sentita più volte e mi sono ripromesso di approfondire l'argomento. L'ho fatto con pazienza, volutamente ho lasciato sedimentare il discorso per renderlo più costruttivo e oggi lo pubblico. Cosa è una piazza? Ecco cosa ci dice Wikipedia:
La prima volta che mi sono accorto di questa associazione poco corretta è stato anni fa, quando con l'assessore all'Urbanistica del mio Comune, l'arch. Vito Conti, si parlava della sistemazione della piazza centrale del paese.
La piazza è stata sistemata da quasi un decennio, ma di gente, che la scelga come punto di incontro, non se ne vede mai. Nel centro di Curno, se si passa, si trova solo un capannello di persone fuori da un bar, come era prima della sistemazione urbanistica. Non è la piazza ad attrarre ma il bar.
Ho provato a verificare quello che c'è nei miei archivi fotografici. Ho trovato tre piazze piene di gente: a Venezia, Piazza San Marco, e a Firenze, Piazza della Signoria e Piazza del Duomo. Sono piene di gente, ma sono turisti, non sono lì per “aggregarsi”, ma in attesa di entrare in qualche posto da vistare o per riposarsi. Li vediamo seduti sui gradini o meglio, a Firenze, anche su provvidenziali panchine. Spesso le piazze diventano ottime aree di parcheggio e possono essere utilizzate per il mercato settimanale. È invece raro che siano centro di aggregazione senza un evento specifico. Troviamo piazze vuote o con poche persone come nella piazza principale di Pachino o Piazza Grande ad Arezzo: qui ci sono più auto parcheggiate che persone. Un caso emblematico per un uso delle piazze a vantaggio dei cittadini credo sia a Firenze nel complesso delle ex-carceri ristrutturato da poco, dove nei cortili bambini giocano liberamente e giovani (e meno giovani) si ritrovano, attratti forse dal “Caffè Letterario” presente in uno dei due cortili. Se quanto ho osservato è vero, ci si deve porre la domanda: “Ma dove va la gente per ritrovarsi e passeggiare? Tento una risposta. La gente non ama gli spazi vuoti, come le grandi piazze, predilette invece dai poteri. La gente si ritrova volentieri nelle vie strette, che danno intimità, ben fornite di smaglianti vetrine di negozi. Le “passeggiate” che ho conosciuto sono la Via Mazzini a Verona, Galleria a Milano o la via dei Mercanti e corso Vittorio Emanulele a Salerno. Vi voglio citare un esempio che credo possa ben indicare questa preferenza. Storicamente la passeggiata di Bergamo è sempre stata il “Sentierone”, spazio aperto e alberato che sembra contraddire la mia idea, ma recentemente, dopo la chiusura al traffico del centro, il Sentierone ha perso questa attrattiva e la gente si è spostata in Via XX Settembre, via Sant'Alessandro, via Sant'Orsola, strette e ben dotate di negozi. In effetti, prima della chiusura al traffico delle vie centrali, non era possibile passeggiare e ritrovarsi in quegli spazi, pesantemente percorsi dal traffico automobilistico; invece il Sentierone presentava spazi ampi e, in caso di pioggia, la gente poteva ripararsi nei percorsi dei porticati. Inoltre fino agli anni '50 alcuni locali creavano eventi o avevano l'orchestrina che sulla piazza suonava per gli avventori e anche i non avventori la potevano ascoltare. Aggiungo un'ulteriore osservazione: la necessità di un punto di ritrovo per i cittadini era elevatissima nel passato e, anche negli anni '50 e '60, quando il telefono nelle abitazioni non era diffuso, era l'unico modo per parlarsi era incontrarsi in un luogo. Ora con i cellulari e internet si è “sempre connessi”; così questa esigenza si è molto affievolita. Mi ha colpito un'affermazione del sociologo Maurizio Barbagli, studioso dell'evoluzione dell'urbanistica delle città, che in una trasmissione di Rai3 ha affermato che i nuovi centri di aggregazione sono le gallerie degli ipermercati. Vero! Ognuno di noi lo può verificare ed è anche logico; ci sono le vetrine smaglianti, le panchine, i bar e, cosa non da poco, fa fresco d'estate, caldo d'inverno, non piove, né tira vento. Eppure urbanisti e politici cercano di imbambolarci con le loro piazze fatte per essere “un centro di aggregazione” per la cittadinanza; forse sperano così di nascondere altre cose che i cittadini non devono sapere. Se non c'è altro, sicuramente c'è la voglia di fare un opera che passerà alla storia con il nome del politico che dà l'imprimatur all'opera, ma pagata da noi: meschineria dei politici.
Un'opera gigantesca, estremamente discussa per moltissime cose non chiare e che, circondata da una semiluna di palazzoni, appunto il ”crescent”, ha una piazza enorme, spropositata e definita dal Sindaco, che ha sostenuto l'iniziativa, “spazio di aggregazione”. Non credo proprio che i salernitani abbandoneranno la loro bella e intima passeggiata di Via dei Mercanti o il verde lungomare, per una orribile e vuota piazza. Oggi a Bergamo si parla della necessità di rivitalizzare il Centro Piacentiniano con prese di posizioni precise di Vittorio Sgarbi e Trento Longaretti. Allora questa nuova discussione mi dà ben ragione nel sostenere che la “piazza” non funziona da sola come centro di aggregazione e, se si viole rivitalizzare il centro della Città Bassa, non si devono tanto cercare soluzioni architettoniche – urbanistiche, ma ricreare i motivi di attrazione per la gente. Meditate urbanisti e politici prima di fare false affermazioni e spendere inutilmente i soldi pubblici. Vedi anche Argomenti: #arezzo , #attrazione , #bergamo , #centro di aggregazione , #centro piacentiniano , #curno , #firenze , #piazza , #salerno , #sentierone , #venezia Leggi tutti gli articoli di Giovanni Gelmini (n° articoli 506) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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