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Mattarella Presidente, e dopo?

Il quadro politico risulta essere cambiato e il “Patto del Nazareno” è ancora vivo? Cosa succederà alle “riforme”?

Di Giovanni Gelmini

L'elezione di Mattarella a Presidente della Repubblica è fuori di dubbio un capolavoro di gestione del consenso, realizzato da Renzi. Renzi afferma che nulla cambierà sulle riforme, ma la situazione non sembra essere così. Il risultato è stato dirompente sui due partiti di destra.

NCD, partito di Governo, ha pensato di riallacciare in quest’occasione i rapporti con Forza Italia, per sostenere un candidato di gradimento alla destra, ma Renzi li ha ignorati, anzi ha detto a chiare lettere che non è opportuno trattare con i partiti piccoli; però prima era ben attento alle loro richieste: sono stati loro a chiedere la cancellazione dell'articolo 18!

Ora i parlamentari dell'area Alfano sono sconcertati, hanno capito di aver perso il potere e, nello stesso tempo, sono ben consci di non aver conquistato quote d’elettorato sufficienti per avere garantito la rielezione; allora una parte di loro si mette in fila in Via Bellerio, sperando di essere accolti dalla Lega Nord.

Ma non sono i soli in fila, ci sono anche quelli di Forza Italia.

La perdita di consensi di Silvio Berlusconi nell'elettorato è forte: un declino continuo che lo sta portando verso dimensioni politicamente trascurabili. La causa? La perdita di credibilità di Silvio e la forza di Salvini fanno le due lame della forbice.

Da ormai alcuni anni Silvio è preoccupato principalmente degli esiti dei suoi processi: la sua agibilità politica è ormai il suo unico obiettivo e la gente si è accorta di questo e non lo segue più. Di conseguenza i suoi parlamentari non vedono più in lui “il padrone che dà loro il potere riflesso” e, come tutti i servi, cercano un altro padrone.

Anche Grillo non se la passa bene: le sue sparate mostrano che non è capace di aprire una scatola di tonno e nemmeno quella delle sardine; il suo comportamento da extraparlamentare mette in evidenza chiaramente l'inutilità della presenza dei suoi in Parlamento e così perderà ancora pezzi che si aggiungeranno agli altri per sostenere Renzi.

Renzi oggi si trova con la possibilità di ricostruire un sistema di Governo simile al vecchio pentapartito, che abbia al suo interno frange di destra moderata e di sinistra moderata e questo lo rende ovviamente più forte. Così può affermare che Forza Italia, in termini di voti, non è più necessaria per portare avanti le riforme, quindi potranno andare avanti “col turbo”.

Ecco, non penso sia proprio così.

Queste riforme erano ispirate dalla visione di Stato di Napolitano, in particolare il Senato delle Regioni, ma sono anche le visioni di Mattarella?
Penso proprio di no; quindi deve cambiare qualcosa ed è proprio quel qualcosa che voleva la sinistra del PD e SEL.

La legge elettorale, cosi come è uscita dal Senato, potrebbe essere rimandata alle Camera da Mattarella per due motivi: i capilista bloccati appaiono incostituzionali e manca la riforma elettorale del Senato, che, fino ad approvazione definitiva della riforma costituzionale, esiste ancora come previsto dalla Carta del 1948.

La riforma costituzionale avrà un iter facile e veloce? Non penso, perché sono convinto che, anche se dovesse passare in seconda lettura, sarà necessariamente sottoposta a referendum.

Nichi Vendola prudentemente ha affermato: "Il Nazareno è ferito, non è morto", e Renzi non ha nessun interesse a dichiararlo morto, ma sarà la morte politica di Berlusconi a cancellarlo.

Abbiamo una “cartina di tornasole” che possiamo disporre per capire se è ancora vegeto o è moribondo: il famoso limite del 3% per la punibilità del reato di frode fiscale, messo nel decreto legge del 24 dicembre 2014, poi sospeso e non mandato al Quirinale. Se sarà mantenuto, senza tetto massimo al valore assoluto dell'evasione e applicabile anche alla frode, potremo ritenere che il “Patto del Nazareno” è ancora in piedi, altrimenti, vuol dire che il patto segreto e mai scritto, si è volatilizzato e si potrà sperare di avviare una nuova epoca, guidata della visione di Stato di Sergio Mattarella: contro la mafia e contro i poteri personali forti.

Qualcuno si potrà chiedere: è possibile che Renzi abbia proposto un Presidente della Repubblica che è fortemente avverso ai metodi di Berlusconi?

La nostra idea l'avevamo già espressa all'inizio di dicembre (05/12/2014 Ed ecco il cambio al Quirinale: che succederà?). Secondo noi Renzi, dopo aver fatto il pieno dei consensi degli elettori moderati di centro, se vuole mantenere le sue posizioni di leader, è obbligato a sciogliersi dall'abbraccio mefitico del “Patto del Nazareno”, dare spazio all'opposizione interna del PD e dotarsi di una maggioranza più ampia per non subire ricatti.

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