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Dal Quirinale

Intervento del Presidente Mattarella all'incontro con i Presidenti delle Assemblee parlamentari degli Stati membri dell'Unione Europea e di Paesi candidati all'adesione



Palazzo del Quirinale, 20/04/2015
Signore e Signori Presidenti,
Signor Presidente del Senato,
Signora Presidente della Camera dei Deputati,
ogni giorno la capacità delle istituzioni democratiche del nostro continente è messa alla prova delle sfide che l'agenda degli avvenimenti nazionali ed internazionali manifesta. Permettetemi, in apertura di questo incontro, di rivolgere un pensiero rispettoso alle centinaia di vittime che giacciono nel mar Mediterraneo, colpevoli soltanto di aver cercato un futuro migliore per sé ed i propri figli.

L'Unione Europea non può sottrarsi alla prova di centinaia di migliaia di profughi in movimento, in Africa, in Medio Oriente, che abbandonano le loro case per sfuggire alla morte, ai conflitti, alle persecuzioni, alla fame. E' la stessa ragione fondante della nostra Unione che ci impedisce di ignorarlo. I valori di pace, di libertà, di democrazia, di rispetto dei diritti della persona e delle comunità ci impediscono di rimanere indifferenti alle immani tragedie che si svolgono spesso a poche miglia dal confine meridionale dell'Europa.

Oggi "fare Europa", significa anche saper dare risposta efficace a questa crisi.

Papa Francesco l'ha definita "terza guerra mondiale": una guerra frammentata, sui territori più poveri. Come alla fine della seconda guerra mondiale, di cui ricorre, in questo 2015, il 70° anniversario dalla conclusione, centinaia di migliaia di vittime incolpevoli si aggirano ai margini dei conflitti cercando di salvaguardare il più elementare dei diritti umani, quello alla vita.

Ignobili trafficanti di esseri umani, dopo averli depredati, li avviano, invece, verso quella che, troppo spesso, è morte certa.

Una Unione Europea consapevole dei propri valori e delle proprie responsabilità internazionali non può volgere altrove lo sguardo.

Ieri ho parlato di totale insufficienza delle iniziative assunte sin qui dalla comunità internazionale: occorre - a me sembra - una iniziativa straordinaria, umanitaria che coinvolga, oltre all'Unione Europea, gli organismi internazionali e le agenzie delle Nazioni Unite per politiche che affrontino l'emergenza sin dai Paesi di origine.

I Parlamenti, rappresentativi della volontà dei popoli, della loro sovranità sono, anche su questo versante, in prima linea, a partire dall'assemblea di Strasburgo. Questa occasione, l'occasione dell'annuale Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'Unione Europea, mi permette, oggi, di rivolgermi a voi, e vi dò il benvenuto al Palazzo del Quirinale.

La Conferenza è strumento prezioso per consolidare il ruolo più incisivo affidato nella costruzione europea alle assemblee parlamentari nazionali.

So di trovare in voi, rappresentanti delle Assemblee elettive dei Paesi dell'Unione, echi di condivisione profonda per quella che è una delle tradizionali priorità della politica europea dell'Italia: lavorare per un progressivo, costante rafforzamento della legittimità democratica dell'Unione Europea.

La nostra Europa si trova oggi a confronto con problemi interni di grande difficoltà: la crisi economica aggredisce in molti Paesi le condizioni dei cittadini. Si tratta di sfide che coinvolgono - e a volte insidiano - gli stessi, alti ideali che i Padri Fondatori hanno posto alla base del progetto europeo.

L'Europa, i suoi strumenti, i suoi metodi di lavoro, sono oggi messi in discussione, alla prova di attese sempre più alte da parte delle opinioni pubbliche dei nostri Paesi e di risultati non sempre adeguati.

Talvolta, le critiche hanno argomenti fondati, che mettono a nudo le residue fragilità dell'edificio europeo e, molto più spesso, propongono peraltro semplificazioni eccessive, frutto di una mancata comprensione del significato più profondo del comune progetto di integrazione e anche di quello di anguste aspirazioni nazionalistiche.

Lo strumento principe a nostra disposizione per uscire da questa crisi consiste nel dare nuovo respiro all'integrazione europea.

Alle tensioni di oggi è nostro dovere rispondere con convinzione, ribadendo in ogni occasione, che abbiamo bisogno di più Europa.

Un'Europa che torni ad essere percepita dai suoi cittadini come utile, positiva e vicina alle loro necessità e alla loro visione del futuro, grazie anche a risposte ed azioni concrete.

Un'Europa in grado di rendere protagonisti territori nazionali, condannati, diversamente, ad una crescente marginalità di ruolo nei destini della comunità internazionale.
Un'Europa capace di contribuire, positivamente ed efficacemente alla creazione, intorno a sé, di un'area di pace, prosperità, democrazia.

Con il Trattato di Lisbona, l'Unione ha compiuto importanti passi in avanti nel recepimento dell'esigenza di un rapporto più attento, continuo ed approfondito tra Istituzioni comunitarie e Parlamenti nazionali, oltre che di una opportuna loro valorizzazione nell'intera architettura dell'Unione. Nell'ambito di questa dialettica un ruolo di particolare rilievo è naturalmente affidato al Parlamento europeo, di cui l'Italia è, da sempre, tra i principali sostenitori, convinta com'è del suo ruolo essenziale nel processo di progressivo approfondimento della coesione politica dell'Unione Europea e di sviluppo della sua legittimità democratica.

E' questo, forse, evidenziato dalle difficoltà dell'economia, il tema centrale intorno al quale ruota il momento di crisi che l'Unione sta vivendo.

Nel rispondere a questa sfida, dobbiamo aver fiducia. Vi sono spazi - ed occasioni da cogliere - per aumentare - pur senza modifiche ai Trattati - il tasso di "democraticità" della nostra Unione.

Nel corso del suo Semestre di Presidenza, l'Italia si è adoperata per incoraggiare sviluppi in questo senso: favorendo ancor più contatti regolari tra Commissione e Parlamenti nazionali, incoraggiando una presenza più frequente dei Commissari nelle Aule parlamentari delle varie capitali, sottolineando la necessità di rafforzare la Conferenza degli organi parlamentari specializzati negli affari dell'Unione.
L'obiettivo è alimentare costantemente il dialogo tra Parlamenti nazionali ed Istituzioni comuni intorno alle grandi scelte sul futuro dell'Unione, quelle che più di ogni altra cosa danno ai nostri concittadini il "polso" dello stato di salute dell'Unione.

Si tratta di scelte che i cittadini europei devono avere il diritto di conoscere, la necessità di valutare e la libertà di condividere o rigettare.

E' a questo ideale democratico che l'Europa ha fatto ricorso per emergere dai grandi conflitti del '900, ed è grazie a questo ideale che siamo riusciti ad allontanare da noi lo spettro della guerra e a vivere, per la prima volta, settanta anni di pace, costituendo un amplissimo baricentro di sicurezza e di consolidamento dei valori di libertà.

Partendo dalle nostre radici e guardando al futuro, la solidarietà tra Paesi e popoli è uno dei valori fondamentali dell'Unione che trova possibilità di applicazione nei campi più diversi: dalle politiche dell'immigrazione e della tutela delle frontiere, alla sicurezza energetica, al mercato unico, al rilancio di crescita ed investimenti.

Dobbiamo saper tramandare alle future generazioni queste convinzioni, consapevoli che la memoria del nostro passato, delle scelte che abbiamo compiuto e che ci hanno condotti sin qui, non possano essere né oscurate dalle difficoltà né tantomeno date per scontate. La democrazia è un patrimonio che tocca a tutti noi, particolarmente ai Parlamenti, salvaguardare e rilegittimare ogni giorno, conquistando il consenso dei nostri concittadini europei.

Signori Presidenti,
dal quotidiano lavoro delle Assemblee Parlamentari da voi presiedute passano i bisogni, le possibilità e le speranze dei cittadini; da quei consessi passa anche il rafforzamento degli ideali che ho richiamato e che sono alla base della convivenza democratica all'interno dell'Unione.

Dalle scelte compiute dipende il futuro del nostro continente e, in larga misura, del mondo intero.

Auguri di ogni successo per la vostra azione, con l'invito a non risparmiare gli sforzi per il rafforzamento di questa struttura preziosa ed unica che è costituita dall'Unione Europea. Benvenuti.

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