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Expo e dintorni

Renzi prosegue la storia dei cacciaballe, ma con più stile

Le sue parole però non riescono a coprire una realtà amara: siamo nei guai. La recessione non demorde, il debito pubblico e la disoccupazione salgono e il DEF è già saltato

Di Giovanni Gelmini

Chi ha sentito oggi il discorso di Renzi all'inaugurazione dell'EXPO non può che aver ammirato la sua parlantina. Ha reso omaggio alla Moratti per la sua idea, ma ha taciuto le sue liti con Fomigoni che hanno causato i ritardi e il conseguente aumento dei costi per la fretta, ha taciuto l'ampia corruzione che ha pervaso la gestione degli appalti, con altri aumenti di costi. Ha ringraziato “Re Giorgio”, ideatore della riforma dello Stato che Renzi sta per realizzare, ma ha dimenticato Prodi, che ha sostenuto l'EXPO e l'ha portata a casa.

Renzi è bravissimo a dire cose che illudono la gente. Se solo la metà delle cose che dice si realizzassero, saremmo a cavallo fuori dalla crisi; purtroppo però le sue belle parole restano essenzialmente aria fritta con aromi azzeccati.

Abbiamo sentito affermare che la recessione è finita e che, grazie alle riforme la ripresa è avviata.
I dati ISTAT confermano le sensazioni: la recessione è “sospesa”, di ripresa s’intravedono segnali sempre più deboli, ma non ve n'è traccia nei dati attuali, come già è avvenuto negli anni passati quando l'Italia, a causa del suo Stato esoso, inefficiente e corrotto, non lascia spazio alla buona volontà degli imprenditori.

I dati sono disarmanti: la produzione industriale è ancora in diminuzione, i consumi si barcamenano su livelli bassi e senza questi due elementi in crescita non può esserci ripresa.
L'ISTAT nel sua “Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana” di Aprile scrive:
    Nel breve termine si delinea una sostanziale stabilità dello scenario macroeconomico. In aprile, l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane IESI ha mostrato un lieve calo rispetto a marzo, mantenendosi comunque su livelli nettamente superiori a quelli registrati nel precedente biennio.
Cioè “non si regredisce, ma...”

Se si fosse ripresa, gli occupati aumenterebbero; invece a marzo sono 59 mila in meno rispetto al mese di febbraio e -70 mila rispetto all'anno precedente, in cui le cose, come si sa, non andavano bene.

Come dicevano i gufi, che non sognano e tengono i loro grandi occhi aperti guardando alla realtà, l'occupazione non si crea per legge. Il jobs act ha solo spostato lavoratori tra il tempo determinato e il tempo quasi indeterminato e sovvenzionato. La cosa non è negativa, ma certo non e utile all'economia.

La riduzione della spesa pubblica è ancora al di là da divenire e il debito pubblico continua ad aumentare malgrado i risparmi (piccoli purtroppo) sugli interessi. I provvedimenti di controllo della spesa, se funzioneranno, porteranno vantaggi dal 2016; per adesso niente da fare.

Renzi si è inventato un piccolissimo tesoretto. I soliti gufi, tra cui noi, hanno detto: “da non spendere, ma da tenere perché ci saranno problemi da affrontare”.

Non è passato nemmeno un mese e il tesoretto è già stato mangiato da una sentenza passata in giudicato, che ha cancellato il congelamento delle pensioni voluta dalla Fornero (N.d.R. altro genio dell'economia!). Questo ha un impatto sui conti pubblici di circa 1,8 miliardi per il 2012 e altri 3 miliardi per il 2013, a cui sicuramente si dovranno aggiungere il 2014 e la spesa corrente per il 2015, cioè qualcuno stima oltre i 6 miliardi.

Addio tesoretto. Qualcuno lo doveva sapere, ma volutamente l'ha tenuto nascosto per non gufare. Allora ci dobbiamo aspettare un ulteriore aumento dell'IVA con riduzione del potere d'acquisto e dei consumi?

Penso proprio di si!

Però Renzi ha la fiducia del Parlamento per fare una legge elettorale che ha troppi problemi. Non dovrebbe essere materia esclusiva del Parlamento? Non dovrebbe essere, come ha sempre sostenuto lo stesso Renzi, frutto di larghe intese? Perché allora la fiducia? Per avere un voto che non è nemmeno dell'intera maggioranza?

L'Italicum corre dei bei rischi. Se Mattarella è quello che ci hanno detto, lo rimanderà alle Camere vanificando il grande sforzo di Renzi e del suo mentore Re Giorgio, per le riforme inutili al paese, ma utili a chi vuole il potere assoluto. Se questo non avverrà, è molto probabile che ci sia il referendum abrogativo e se ne vedranno delle belle.

Intanto noi prepariamoci a stringere ancora la cinghia perché le tasse aumenteranno e la possibilità di spendere diminuirà, però potremo ancora riscaldarci con le favole che Renzi ci racconterà.


Foto di Tiberio Barchielli

Argomenti:   #debito pubblico ,        #def ,        #economia ,        #lavoro ,        #politica ,        #renzi ,        #riforme ,        #tasse



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