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Le illusioni dei chi non sa di economia

ISTAT: PIL primo trimestre 2015 +0,1% sul trimestre precedente

Questo periodo è una “stagnazione” che può portare alla ripresa, ma può anche riportarci alla crisi. Di ripresa l’ISTAT non ne parla, solo i alcuni giornalisti ne parlano

Di G. G.

Non si può parlare di “ripresa”, ma è certamente un segno positivo. I consumi non crescono ancora (–0,1%), mentre decisamente positiva è la ripresa degli investimenti (+1,5%), malgrado gli scarsi investimenti pubblici.

Come la solito i media dicono che L’ISTAT parla di ripresa, ma l’ISTAT, come al solito molto corretta, non dice questo e non usa mai la parola "ripresa".

In economia un periodo come questo richiama “stagnazione” e per passare alla ripresa occorrono stimoli forti che ancora non si vedono.

Ecco cosa scrive l’ISTAT.

    Nel primo trimestre del 2015 il prdotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente confermando la stima preliminare diffusa il 13 maggio 2015 scorso. La crescita del PIL è stata dello 0,1% nei confronti del primo trimestre del 2014.

    Il primo trimestre del 2015 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al primo trimestre del 2014.

    La variazione acquisita per il 2015 è pari a +0,2%.

    Rispetto al trimestre precedente, i principali aggregati della domanda interna mostrano andamenti dissimili, con i consumi finali nazionali in lieve diminuzione (-0,1%) e gli investimenti fissi lordi che crescono dell'1,5%. Dal lato degli scambi con l'estero, le importazioni sono aumentate (1,4%) e le esportazioni sono rimaste stazionarie.

    La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente alla crescita del PIL per 0,2 punti percentuali (+0,3 punti gli investimenti fissi lordi, -0,1 i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private e un contributo nullo della spesa della Pubblica Amministrazione). La variazione delle scorte ha fornito un apporto positivo di 0,5 punti percentuali. Per contro, il contributo della domanda estera netta è stato negativo per 0,4 punti.

    Dal lato dell'offerta, si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto dell'agricoltura (6,0%) e dell'industria (0,6%), mentre quello dei servizi ha segnato una variazione nulla. In termini tendenziali, il valore aggiunto dell'agricoltura è cresciuto dello 0,2%, quello delle costruzioni è diminuito dell'1,6%, quello dell'industria in senso stretto dello 0,4%, mentre quello dei servizi è cresciuto dello 0,1%.




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Argomenti:   #economia ,        #indagine ,        #istat ,        #pil ,        #politica ,        #politica economica



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