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Osservazioni volanti

Biennale di Venezia 2015: “Worng Way Time” di Fiona Hall nel padiglione dell'Australia

la finanza e gli interessi ad essa legati sta distruggendo il mondo e l'uomo ha paura di diventare un mostro evanescente come quelli al centro del padiglione:spiriti aborigeni scalzati dalla loro terra

Di Eleonora & Cricio

“Le mie preoccupazioni sono lo stato politico del mondo e come essa emotivamente ha impatto sulla vita di tutti noi, e anche parallelo a che lo stato ambientale della mondo”

Fiona Hall

Il padiglione dell'Australia appare come un cubo nero fuori e nero dentro.
Nel nero imperante rotto da luci bianchissime, che illuminano tante cose, alcune raccolte in bacheche, altre appese ai muri. Qualcosa invece, al centro del quadrato formato dalle bacheche, sembra fluttuare nell'aria.

L'impressione che se ne riceve è di essere nella stanza di scienze di una scuola ben fornita, ma parecchio disordinata. Ogni singola parte è ben ordinata, ma l'insieme è confuso, non appaiono le connessioni tra un elemento e l'altro; per questo l'idea che ne esce non è quello di un museo, ma di una stanza- magazzino.

Leggiamo, dopo, che è stata proprio la volontà della Hall di presentare moltissime cose che appaiono non connesse.

Quando si entra si incontrano le bacheche risplendenti, che contengono finti reperti. L'idea di una stanza di scienze nasce forse da queste bacheche.

La prima cosa che riconosciamo è un cranio argenteo; a fianco, reperti di tanti tipi di cose che usiamo nella nostra vita, come se si trattasse di ritrovamenti archeologici. In un altro punto qualcosa che ci ricorda un polmone metallizzato, poi nidi fatti con banconote ridotte in striscioline e anche loro metallizzate. Una quantità di cose difficilmente elencabili a memoria, molte ci lasciano dubbi sulla corretta attribuzione.

Sulle pareti del padiglione altri reperti come animali australiani (o di fantasia?) mummificati, ossa, crani e tantissimi orologi di tutti i tipi.

Emozionanti gli orologi, sembrano segnare il tempo della morte.

C'è anche una pittura strana. All'inizio ci sembrava un qualcosa da Luna Park, ma poi, ripensando ai temi svolti, crediamo possa essere una calotta polare senza più ghiaccio.

Alcuni pannelli nel quadrato delle bacheche contengono carta moneta con sopra degli svirgoloni; spermatozoi?

La cosa più strana si trova al centro dello spazio racchiuso dalle bacheche: un gruppo di mostri fluttuanti. Sembrerebbero teste Tsantsa, ma qui non sono rimpicciolite, ma ingrandite e poi appaiono non chiaramente vere, ma simboli. Memorie oniriche di un passato o di un futuro? Crisalidi umane? Residui di umanità mummificata?

Al momento grande emozione, ma anche grande confusione.

Solo rileggendo con calma le foto fatte, dopo aver letto i documenti trovati in internet, riusciamo a individuare un filo conduttore per noi valido: la finanza e gli interessi ad essa legati sta distruggendo il mondo e l'uomo ha paura di diventare un mostro evanescente come quelli al centro del padiglione, spiriti aborigeni scalzati dalla loro terra.

Questo a noi sembra essere “La via sbagliata del tempo” di Fiona Hall.

 

Pubblichiamo una serie di articoli sulla 56° Biennale di Venezia; la pubblicazione proseguirà per tutto il mese di Agosto.
Per vederli tutti: Venezia Biennale 2015

 



Argomenti:   #arte ,        #arte contemporanea ,        #hall ,        #mostra ,        #venezia ,        #venezia biennale 2015



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