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ISTAT: "Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana"

Prosegue la situazione di stagnazione, seppure con segni positivi.


La crescita del prodotto interno lordo registrata nel secondo trimestre è stata determinata dall'andamento favorevole del settore manifatturiero e dei servizi. La dinamica dei consumi è risultata positiva ma gli investimenti hanno rallentato. Il mercato del lavoro appare in miglioramento mentre l’inflazione rimane stabile, su livelli lievemente positivi. La crescita è attesa continuare sugli stessi ritmi anche nel terzo trimestre ma il rallentamento del commercio mondiale avrà un impatto sulle esportazioni diminuendo l’apporto favorevole della componente estera.

La congiuntura italiana

Imprese

Nel secondo trimestre l’attività produttiva ha confermato i risultati positivi registrati a inizio anno. La crescita del Pil (+0,3% rispetto al trimestre precedente) è stata determinata da un aumento del valore aggiunto dei servizi (+0,3%) e dell’industria in senso stretto (+0,2%) mentre è tornata negativa la dinamica delle costruzioni (-0,7%). Dal lato della domanda, all’incremento congiunturale dei consumi (+0,4%) si è associata una riduzione degli investimenti totali (-0,3%), sintesi della flessione di quelli in costruzioni (-0,8%) e nei mezzi di trasporto (-2,7%) e dell’aumento degli investimenti in macchinari e attrezzature (+0,6%).

Per la componente estera, i dati di contabilità nazionale segnalano in T2 una crescita congiunturale più intensa per le importazioni (+2,2%) rispetto alle esportazioni (+1,2%). Questa dinamica riflette, secondo le statistiche sul commercio estero, il rallentamento delle vendite verso i mercati extra- Ue (dal +2,9% in T1 allo +0,4% in T2) e un significativo aumento dell’import (dal +0,3% al +6,7%). In T2 risultano in crescita le importazioni per tutte le tipologie di prodotti, con intensità maggiori per gli acquisti di beni strumentali (+6,8%) ed energetici (+14,4%). Nel settore manifatturiero, in agosto l’indicatore del clima di fiducia (Figura 4) ha segnato una lieve diminuzione attribuibile all’andamento nel comparto dei beni intermedi. Permangono le difficoltà nel settore delle costruzioni. Il valore aggiunto è tonato a diminuire (-0,7%) dopo la variazione positiva registrata nel primo trimestre. Tuttavia da giugno 2015 il clima di fiducia ha mostrato segnali di rafforzamento, prefigurando un’inversione di tendenza dei ritmi produttivi nei prossimi mesi.

In T2, il settore dei servizi ha contribuito all’evoluzione del valore aggiunto con risultati positivi nei principali comparti, a eccezione dei servizi di informazione e comunicazione (-1,6% rispetto al trimestre precedente). Gli incrementi più elevati sono stati registrati per le attività finanziarie e assicurative (+1,6%) e per le attività professionali e di supporto (+0,8%). Gli indici trimestrali del fatturato dei servizi (Figura 5), misurati a prezzi correnti, indicano una crescita tendenziale nel secondo trimestre nel commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (+9,9%), nell’attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+2,9%) e nel commercio all’ingrosso (+2,6%). Ad agosto gli indicatori del clima di fiducia delle imprese nei servizi di mercato si sono mantenuti su livelli elevati.

Famiglie e mercato del lavoro

Nel secondo trimestre la dinamica congiunturale della spesa delle famiglie e delle istituzioni sociali private ha mostrato una chiara accelerazione (+0,4%, dopo il -0,1% in T1) contribuendo all’espansione del Pil per 3 decimi di punto percentuale (Figura 6). L’apporto più consistente (oltre il 50%) è stato fornito dalla spesa in beni durevoli (+3,3%), a riflesso del consolidamento della fiducia delle famiglie, ulteriormente rafforzatasi in agosto grazie a un nuovo incremento di tutte le componenti (clima economico, personale, corrente e futuro).

Il mercato del lavoro appare in miglioramento. I dati trimestrali dell’indagine sulle forze di lavoro hanno portato a una revisione al rialzo dell’occupazione rispetto a quanto osservato in precedenza sulla base dei dati mensili. In T2 l’occupazione è cresciuta dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. L’espansione ha interessato tutte le aree territoriali e tutti i principali settori produttivi. Tale tendenza è proseguita in luglio (+0,2% rispetto al mese di giugno). Nel complesso, nei primi sette mesi dell’anno, l’incremento degli occupati ha superato le 100 mila unità.

I dati grezzi evidenziano, nel confronto tendenziale, come la classe di età maggiormente avvantaggiata dal miglioramento dell’occupazione sia stata quella degli ultracinquantenni, per i quali la riforma delle pensioni produce un rallentamento delle uscite dal mercato del lavoro. A luglio, il tasso di disoccupazione, che si era stabilizzato nei primi due trimestri dell’anno (rispettivamente 12,3% e 12,4% nei dati destagionalizzati), è diminuito significativamente (12,0%), favorito oltre che dalla dinamica positiva dell’occupazione, anche da quella degli inattivi (+0,7% rispetto a giugno). Le prospettive dell’occupazione nei prossimi mesi appaiono moderatamente favorevoli. Ad agosto, le aspettative degli imprenditori sulle tendenze dell’occupazione per i successivi tre mesi sono state positive nel settore dei servizi e nelle costruzioni e stabili nel comparto manifatturiero (Figura 7).

Prospettive di breve termine

Nel secondo trimestre l’economia italiana ha confermato le indicazioni di crescita emerse a inizio anno. Il miglioramento è stato trainato dalla dinamica positiva nell’industria manifatturiera e nel comparto dei servizi. Con riferimento agli indicatori qualitativi, l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane ha mostrato ad agosto una lieve riduzione in presenza di un aumento del clima di fiducia dei consumatori. Entrambi gli indicatori si mantengono su livelli comunque elevati. La crescita economica è dunque attesa proseguire a ritmi moderati. Sulla base del modello di previsione di breve termine dell’Istat, la variazione congiunturale reale del Pil prevista per il terzo trimestre è pari a +0,3%, con un intervallo di confidenza compreso tra +0,1 e +0,5% (Figura 9). In presenza di un rallentamento delle esportazioni, condizionate dalla decelerazione delle economie dei paesi emergenti, la domanda nazionale (al netto delle scorte) è attesa fornire il principale contributo positivo al Pil. In questo scenario, la crescita acquisita per il 2015 è pari allo 0,7%.


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