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Osservazioni volanti

Biennale di Venezia 2015: "The Bridges of Graffiti" al Termial di San Basilio

Tra l'ammirazione e la preoccupazione

Di Eleonora & Cricio

Henry Chalfant, foto d un vagone della metropolitana, proiettata per avere una dimensione reale

Abbiamo lasciato per ultimo “The Bridges of Graffiti”, realizzato nel terminal merci di San Basilio sulla Giudecca e rinominato per l'occasione “Arterminal”.
Lo abbiamo lasciato per ultimo per parecchi motivi, il primo certamente la complessità dei contenuti, ma anche perché a questo siamo affezionati. È l'unico che avevamo messo in programma prima di arrivare a Venezia e siamo stati accolti da due preparate e gentilissime guide, allieve dell'Accademia di Belle Arti di Venezia.

Sarà per l'esauriente presentazione fatta dalle ragazze dell'Accademia, sarà per i molteplici contenuti e, infine, per un’ambiguità etica, ci risulta difficile parlarne.

Iniziamo da quella che abbiamo definito “ambiguità etica”.

Che cosa intendiamo?

Nel padiglione vi è la documentazione fotografica del passato fatta da Martha Cooper, con una raccolta di foto su un lungo pannello nell'ingresso, e Henry Chalfant, con all'interno del salone (2€ d’ingresso) la proiezione di foto di vagoni della metropolitana di New York decorate dai graffitari. Le opere presenti, realizzate quasi interamente in loco, non sono evidentemente dei graffiti, ma delle vere e proprie opere d'arte.

Alcune delle foto di Martha Cooper

In seconda battuta c'è veramente un problema etico, la numerosissima schiera di graffitari, spesso più deturpatori di pubbliche e private superfici con poca arte creativa, possono credere di avere una giustificazione perché attraverso la via della provocazione, alcuni artisti veri e capaci si sono affermati (Sugli “imbrattatori” abbiamo parlato in“Decodificazione”: il fenomeno dei writers “, traendo spunto da un racconto di Primo Levi).

MODE 2, particollare di un murales

Quando questi graffitari (non tutti però, alcuni non vengono dal quel tipo di esperienza) iniziarono con lo sporcare vagoni della metropolitana di New York erano innovativi, anche se il loro lavoro non era certo nella legalità. Era il periodo denso delle contestazioni e in quel modo crediamo dichiarassero il loro disagio per il brutto che li circondava, anche se pure in loro c'era l'esibizionismo di aver “lasciato il segno”. Avvisavano i loro amici fotografi perché provvedessero ad immortalare prima che la loro opera fosse cancellata dagli attenti operatori newyorchesi, magari solo con una mano di pittura bianca (a differenza dei nostri che lasciano circolare per lungo tempo vagoni sporcati).

Ora le condizioni sono le stesse di quando hanno iniziato loro?

No! Il periodo della protesta è scaduto.

Uno spazio pubblico degradato e ingentilito da artisti della street art

Non solo, oggi ci sono gli spazi dove i graffitari possono esercitare la loro arte senza problemi; pubblici e privati chiamano gli artisti della street art a rendere meno  angosciosi certi loro spazi, eppure il numero di vagoni e palazzi rovinati da vandali pittori aumenta. Forse ora si sporca solo per sentirsi vivi in una società sempre più indifferente alla realtà dei giovani, dove il conformismo, spinto dal marketing delle firme, è diventato più pesante di quello che c'era prima negli anni sessanta. Forse sperano di ripercorrere la carriera di quei graffitari, ma se loro sono partiti da quello, hanno anche mostrato di avere grandi capacità di comunicare, e d’avere qualcosa da dire alla gente: hanno mostrato creatività. Altrettanto si può dire di quelli che a distanza di decenni li imitano?

Quel segno nero sulla parola “graffiti” presente nel logo del sito ufficiale della mostra www.thebridgesofgraffiti.com significa forse che quel periodo è passato?

JAYONE, particollare di un murales

Di certo oggi negli artisti presenti a San Basilio è rimasta forse la velocità della realizzazione, ma credo che anche questo non sia per tutti. Quello che c'è per tutti è uno stile che si scosta dal passato e riproduce il metodo grafico e sintetico della pubblicità: cioè uno stile che si identifica con il nostro periodo. Sono allora in definitiva una delle tante correnti artistiche contemporanee.


Pubblichiamo una serie di articoli sulla 56° Biennale di Venezia; la pubblicazione proseguirà per tutto il mese di Agosto.
Per vederli tutti:
 Venezia Biennale 2015 




Argomenti:   #arte ,        #arte contemporanea ,        #graffiti ,        #venezia ,        #venezia biennale 2015 ,        #writers



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