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Ripensando - Ragionamenti a ruota libera

Biennale di Venezia 2015: Camille Norment, “Rapture” al Padiglione dei Paesi Nordici

Il futuro del mondo è la distruzione?

Di Eleonora & Cricio

Dopo aver visto padiglioni colorati e pieni d’oggetti più o meno provocanti, eccoci in quello dei Paesi Nordici: una costruzione squadrata, dalle linee pulite senza fronzoli.

Un brivido ci passa nella schiena: ecco la distruzione.

Finestroni divelti e vetri rotti ci accolgono. L'ampio spazio squadrato è vuoto. Al centro, tre tronchi d'albero spogli e senza rami si alzano da un perfetto acciottolato di sassi bianchi di fiume e penetrano nel soffitto. Il bianco rende allucinate la visione del disastro.

Lo spazio è attraversato da suoni, che sembrano della natura: vibrazioni evocative che ricordano il vento che passa fra i rami, lo stormire delle fronde. Evoca distese d'acqua e paesaggi incontaminati, pace tranquillità.

I suoni sono prodotti da diffusori posti nell'angolo opposto a quello del disastro degli infissi rotti. Un forte contrasto che lascia li segno nello spettatore. Il messaggio che ho recepito: la natura è ordinata, è l'uomo che crea situazione di grave pericolo.

Questa lettura era rimasta quasi nascosta nella nostra mente, ma oggi  c'è balzata chiara.

L'uomo con la sua avarizia, la voglia di accumulare soldi oltre misura, si sta distruggendo.

I fatti recentissimi della Wolkswagen, che per vendere ha truccato i test d’ecologia, è un esempio lampante di cosa si fa pur di fare soldi.
Un fatto marginale se volgiamo, ma chiarissimo, mentre ci sfuggono quelli più gravi: la dispersione delle scorie tossiche, l'aver costruito dove non si dovrebbe, l'abuso dei combustibili fossili, il consumo spropositato delle risorse naturali non riproducibili, la sterilizzazione dei campi coltivati per produrre di più, ecc.

Volgiamo un altro punto di riflessione sul disastro che stiamo producendo?
Pensiamo alle opere d'arte che ci sono giunte dal passato, per secoli sono state esposte alle intemperie “naturali”, ma oggi devono essere protette perché la nostra aria, quella che giornalmente inquiniamo con le nostre potenti auto le corrode, le distrugge, come ci distruggiamo noi stessi.

A noi sembrano cose normali, ma la natura sta reagendo sempre più violentemente alla violenza che noi le facciamo.

Quello che abbiamo visto in “Rapture ”, come chiede il tema della Biennale “All the World’s Futures”, può effettivamente essere il futuro del mondo: la natura che prende il sopravvento sull'idiozia dell'uomo.

Pubblichiamo una serie di articoli sulla 56° Biennale di Venezia.
Per vederli tutti:
 Venezia Biennale 2015 



Argomenti:   #arte ,        #arte contemporanea ,        #dissesto ,        #ecologia ,        #norment ,        #terra ,        #venezia ,        #venezia biennale 2015



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