Nel 2016 si prevede un aumento del prodotto interno lordo (Pil) italiano pari all’1,1% in
termini reali, un tasso di crescita superiore a quello registrato nel 2015 (+0,8%, Prospetto 1).
La domanda interna al netto delle scorte contribuirebbe positivamente alla crescita del Pil per 1,3 punti percentuali, mentre la domanda estera netta e la variazione delle scorte fornirebbero
un contributo negativo pari a un decimo di punto percentuale ciascuna.
La spesa delle famiglie in termini reali è stimata in aumento dell’1,4%, alimentata
dall’incremento del reddito disponibile e dal miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro.
Si prevede una ripresa degli investimenti (+2,7%) che beneficeranno del rafforzamento delle
attese sulla crescita dell’economia e del miglioramento delle condizioni del mercato del credito.
Il consolidamento dei progressi sul fronte occupazionale (+0,8% in termini di unità di lavoro)
è previsto accompagnarsi ad una riduzione del tasso di disoccupazione, che è stimato attestarsi
all’11,3%.
Un rallentamento più deciso del commercio internazionale e l’eventuale riaccendersi di
tensioni sui mercati finanziari costituiscono dei rischi al ribasso per l’attuale quadro previsivo.
All’opposto, una ripresa più accentuata del processo di accumulazione del capitale, legata allo
sviluppo delle politiche nazionali ed europee, costituirebbe un ulteriore stimolo alla crescita
economica (si veda l’approfondimento).
Le previsioni incorporano le misure descritte nel
Documento di economia e finanza diffuso ad aprile 2016.
Il quadro internazionale
Ciclo internazionale in rallentamento
Nel 2015, il ciclo economico internazionale è stato caratterizzato da una fase di rallentamento
delle economie emergenti a fronte di una sostanziale stazionarietà della crescita dei paesi
avanzati.
Tali dinamiche sono attese proseguire anche per l’anno in corso (Prospetto 2).
Negli Stati Uniti continua la decelerazione iniziata nella seconda metà del 2015: la stima
preliminare del Pil evidenzia per il primo trimestre del 2016 una brusca frenata (+0,1% la
variazione su base congiunturale).
Al rallentamento in marzo dell’attività produttiva si è
accompagnata una decelerazione dei consumi delle famiglie.
Il mercato del lavoro ha segnato
una decelerazione dei ritmi di espansione (+160.
000 unità per l’occupazione non agricola in
aprile, l’incremento minore da settembre 2015); le domande di sussidio hanno registrato un
sensibile incremento.
Anche i segnali provenienti dagli indicatori anticipatori sulle imprese e sulle
famiglie, improntati alla moderazione, riducono sensibilmente la possibilità di nuovi rialzi dei tassi
di interesse da parte della Federal Reserve entro l’anno.
Per l’economia cinese si profila una fase di stabilizzazione dei ritmi di crescita, supportata dalle
misure di stimolo ai consumi mentre il rallentamento degli investimenti continua a riflettersi in un
debole andamento delle importazioni e dell’attività manifatturiera.
Nel complesso la crescita delle
economie emergenti è prevista attestarsi su ritmi simili a quelli dell’anno precedente.
Nell’area euro, il 2015 è stato caratterizzato da una accelerazione della crescita, trainata
prevalentemente dalla domanda interna.
La stima preliminare del Pil per il primo trimestre del
2016 ha segnato un consolidamento del ritmo di espansione rispetto alla parte finale del 2015
(+0,5% rispetto a +0,3% del quarto trimestre 2015).
L’attuale fase deflativa e l’andamento positivo
del mercato del lavoro sono attesi fornire un ulteriore sostegno ai consumi privati.
Dopo la ripresa
registrata nell’anno passato, con un contributo positivo di 5 decimi di punto alla crescita del Pil,
nel 2016 si prevede un rafforzamento degli investimenti, sostenuti dalle misure del piano europeo
per gli investimenti strategici (Piano Juncker).
La ripresa continuerebbe a essere trainata dalla
domanda interna in presenza di un contributo negativo della componente estera, condizionata dal
rallentamento del commercio mondiale.
Il Pil dell’area euro è previsto crescere a ritmi simili a
quelli dell’anno precedente (+1,6%).
La diminuzione in media d’anno del prezzo del petrolio e
l’azione di stimolo della politica monetaria della Banca centrale europea rappresenteranno
ulteriori fattori a sostegno della crescita.
Dopo il crollo delle quotazioni del greggio registrato nel primo trimestre dell’anno, legato anche al
fallimento dell’accordo di Doha per un contenimento della produzione tra i principali paesi
produttori, il prezzo del Brent è atteso attestarsi sui livelli attuali determinando una riduzione del
21% in media d’anno.
Il rallentamento dei paesi emergenti nei primi due mesi dell’anno delinea
per il 2016 un’attesa di espansione degli scambi mondiali a ritmi contenuti.
Previsioni per l’economia italiana
La stima preliminare del Pil per il primo trimestre 2016 (+0,3%) ha confermato, seppure con
intensità moderata, il proseguimento della fase espansiva dell’economia italiana avviatasi agli inizi
dell’anno precedente.
Alcuni dei fattori a supporto della crescita quali il basso livello dei prezzi
dell’energia, la riduzione dei tassi di interesse e il graduale miglioramento della fiducia tra gli
operatori sono attesi produrre i loro effetti anche nell’anno corrente.
Le prospettive di breve termine suggeriscono una prosecuzione della ripresa dei ritmi produttivi, con
un rafforzamento atteso nel secondo semestre; in media d’anno l’aumento del Pil è previsto
accelerare rispetto alla dinamica del 2015 (+1,1%).
La domanda interna al netto delle variazioni
delle scorte dovrebbe contribuire positivamente per 1,3 punti percentuali, supportata dalla crescita
dei consumi privati.
La domanda estera fornirebbe un contributo negativo per un decimo di punto
percentuale, in miglioramento rispetto alla dinamica dell’anno precedente.
Anche per le scorte è
atteso un apporto negativo alla crescita del prodotto pari a un decimo di punto percentuale.
Le previsioni includono le informazioni desumibili dal quadro programmatico contenuto nel
Documento di economia e finanza diffuso ad aprile 2016.
Crescita dei consumi
La progressiva ripresa della spesa delle famiglie residenti registrata nel corso del 2015 (+0,9%
in media d’anno), è attesa consolidarsi nel 2016.
La dinamica positiva dell’occupazione e
l’incremento delle retribuzioni, che si accompagna alla fase di decisa riduzione dei prezzi,
dovrebbero sostenere il potere d’acquisto delle famiglie anche nell’anno in corso.
Nel 2016, i consumi nazionali sono attesi accelerare rispetto allo scorso anno supportati dalla
spesa delle famiglie residenti e delle istituzioni private senza scopo di lucro (+1,4%) mentre la
spesa delle amministrazioni pubbliche registrerebbe un incremento più contenuto (+0,2%).
Ripresa degli investimenti
La ripresa degli investimenti nel 2015 ha concluso una lunga e profonda fase di contrazione
iniziata nel 2008.
Al recente progresso ha contribuito in misura determinante la componente dei
mezzi di trasporto mentre sia i macchinari e attrezzature sia le costruzioni hanno manifestato
primi segnali di recupero.
In un contesto di politica monetaria fortemente accomodante e di un miglioramento delle condizioni
di accesso al credito delle imprese, il graduale rafforzamento della ripresa economica e i
provvedimenti di politica fiscale a livello europeo e nazionale costituiranno i principali elementi di
stimolo al processo di accumulazione del capitale.
Nel corso del 2016, si prevede una progressiva
accelerazione della crescita degli investimenti (+2,7%) trainata principalmente dalla componente
delle macchine e attrezzature cui si accompagnerà la graduale ripresa del ciclo delle costruzioni.
Rallentamento del commercio estero
Nel 2015, il volume delle vendite all’estero di beni e servizi ha registrato un incremento, sostenuto
dal marcato deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro.
Nell’anno in corso tale tendenza è
prevista in attenuazione in corrispondenza del rallentamento del commercio mondiale.
Nel 2016,
le esportazioni di beni e servizi aumenteranno dell’1,7%, rimanendo tuttavia al di sotto della
crescita della domanda potenziale di prodotti italiani.
Le importazioni complessive continueranno
a registrare una dinamica più vivace (+2,4%), seppur in marcato rallentamento rispetto
all’incremento registrato lo scorso anno.
La progressiva ripresa della domanda interna e in
particolare degli investimenti favorirà un’accelerazione delle importazioni nel secondo semestre
dell’anno.
Nel 2016, l’evoluzione positiva delle ragioni di scambio, favorite da una riduzione dei prezzi alle
importazioni, in particolare degli energetici, maggiore di quelli all’esportazione, favorirà il
consolidamento dell’avanzo della bilancia commerciale, previsto pari al 3,6% del Pil.
Ancora segnali positivi dal mercato del lavoro
Dopo la crescita dell’occupazione osservata nel 2015, nel primo trimestre dell’anno il mercato del
lavoro ha continuato a mostrare tendenze moderatamente favorevoli: l’occupazione ha registrato
un’espansione contenuta (+0,1% la variazione congiunturale nel primo trimestre), mentre il tasso di
disoccupazione ha segnato un’ulteriore diminuzione (dall’11,6% a gennaio all’11,4% a marzo).
I dati di flusso (riferiti all’ultimo trimestre del 2015) hanno evidenziato come questi miglioramenti si
siano tradotti in una diminuzione nella permanenza nello stato di disoccupazione a favore
dell’aumento delle transizioni verso l’occupazione o l’inattività.
Nel 2016, l’occupazione, espressa in termini di unità di lavoro, è stimata in aumento (+0,8% rispetto
al 2015) sostenuta dalla crescita dell’attività economica.
L’incremento dell’occupazione è atteso
beneficiare in parte degli sgravi contributivi per le nuove assunzioni, la cui intensità si è
significativamente ridotta nell’anno corrente.
Il tasso di disoccupazione è previsto diminuire nei prossimi mesi attestandosi all’11,3% in media
d’anno, per effetto della diminuzione delle persone in cerca di occupazione e in assenza di rilevanti
mutamenti nei comportamenti finora osservati tra gli inattivi vicini al mercato del lavoro.
Le retribuzioni per dipendente registrerebbero una dinamica moderata, in linea con quella delle
retribuzioni contrattuali (+0,8% nel 2016).
La produttività del lavoro dovrebbe tornare su tassi di
crescita positivi, mentre il costo del lavoro per unità di prodotto è stimato in lieve diminuzione.
Inflazione in aumento nella seconda metà del 2016
Nei primi mesi dell’anno il sistema dei prezzi è stato caratterizzato da una nuova accentuazione
delle spinte deflative.
Per i prezzi al consumo il tasso su base annua, appena negativo nel primo
trimestre, ha segnato una caduta più marcata in aprile (-0,5% in base all’indice per l’intera
collettività).
L’evoluzione tendenziale ha continuato a riflettere principalmente il contributo negativo
delle componenti maggiormente volatili: alla prosecuzione del calo dei prezzi energetici, si sono
infatti aggiunti i ribassi dei beni alimentari non lavorati.
Elemento peculiare dell’attuale quadro è però
rappresentato dalla persistente moderazione della dinamica di fondo dell’inflazione.
La
propagazione degli effetti dello shock esogeno sui prezzi e l’assenza di spinte inflazionistiche di
origine endogena hanno mantenuto la core inflation (calcolata escludendo energetici e alimentari
freschi) su valori storicamente molto bassi e da due anni al di sotto dell’1% (+0,5% in aprile).
La dinamica dei prezzi non dovrebbe discostarsi da quella attuale fino ai mesi estivi; dall’autunno
si concretizzerebbe una inversione di tendenza, che riporterebbe il tasso tendenziale su valori più
sostenuti verso la fine dell’anno, anche se ancora inferiori all’1%.
Il maggiore contributo al
contenimento dell’inflazione si prevede ancora dipendente dalla componente estera dei costi, con
i prezzi dei prodotti energetici che registrerebbero una variazione negativa della media annua
anche nel 2016.
L’evoluzione moderata della dinamica salariale e dei costi di produzione nel loro
complesso fornirebbero un apporto inflazionistico limitato per i prezzi delle principali componenti
di fondo.
Nella media del 2016 il tasso di crescita del deflatore della spesa delle famiglie è stimato appena
superiore allo zero per il terzo anno consecutivo (+0,2%).
Il deflatore del Pil, riflettendo l’origine
prevalentemente esterna delle spinte al ribasso sui prezzi, dovrebbe segnare un incremento
annuo più sostenuto (+0,8%).
Incertezze dello scenario previsivo e sue revisioni
L’attuale scenario previsivo incorpora un’ipotesi di lieve apprezzamento dell’euro e una
stabilizzazione del prezzo del petrolio nella seconda metà dell’anno in corso.
Si assume inoltre
che l’andamento del commercio mondiale risulti più vivace di quello dell’anno precedente.
Un
andamento meno favorevole dell’economia statunitense e un rallentamento più marcato di quella
cinese potrebbero comportare delle revisioni al ribasso del contributo estero alla crescita.
Allo
stesso tempo il lieve peggioramento delle aspettative sugli ordini delle imprese industriali e dei
giudizi sugli ostacoli alla produzione registrato negli ultimi mesi potrebbe implicare un
rallentamento della ripresa del processo di accumulazione del capitale, uno degli elementi
principali dello scenario previsivo dell’anno corrente (si veda il successivo approfondimento).
Tra l’attuale quadro di previsione e quello presentato a novembre 2015, il tasso di crescita del Pil
per l’anno corrente è stato rivisto al ribasso di 0,3 punti percentuali (Figura 2).
Nel complesso, il quadro previsivo corrente incorpora una riduzione della dinamica delle
esportazioni più marcata di quella delle importazioni.
Il deflatore del Pil è rimasto invariato, mentre
quello dei consumi delle famiglie è stato rivisto al ribasso a seguito dell’acuirsi dell’attuale fase
deflativa.
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