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DA POUSSIN A CÉZANNE - Capolavori del disegno francese dalla Collezione Prat A Venezia, Museo Correr, dal 18 marzo al 4 giugno 2017 |
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Iniziata oltre quarant'anni fa, la collezione Prat è sicuramente una delle più importanti raccolte private europee di disegni antichi. È fiorita con lo scopo di illustrare l'evoluzione della grafica francese in un arco cronologico che abbraccia oltre tre secoli, da Poussin a Cézanne, attraverso una scelta di circa 230 fogli, 110 dei quali sono esposti in mostra. Il disegno si conferma così, dal punto di vista degli studi della storia dell'arte, una delle espressioni più alte che un artista possa lasciare a testimonianza della sua opera. Netto, incisivo, ricco di dettagli, o, viceversa, rapido, di getto, senza controllo e pentimenti, esso costituisce il 'diario' più intimo dell'artista che, grazie alla libertà che questa tecnica consente, proprio alla sua immediatezza affida gli umori più autentici del suo estro creativo.
La mostra è accompagnata da un ricco catalogo edito da Magonza (Arezzo, 2017), a cura di Pierre Rosenberg, con interventi di Gabriella Belli, Philippe Cros, Louis-Antoine Prat e Pierre Rosenberg. LA MOSTRA L'esposizione, allestita al secondo piano del Museo Correr, si articola in otto sezioni tematiche che accompagnano il visitatore nell'evoluzione dell'arte del disegno francese lungo tre secoli - dal XVII al XIX - attraverso un nucleo di 110 raffinatissimi fogli realizzati con le più diverse tecniche: a matita, a china, ad acquarello e altro. I francesi in Italia
L'esempio più celebre resta quello di Nicolas Poussin, il quale, se si esclude una breve fase parigina (1640-1642), molto produttiva ma che lo lasciò profondamente insoddisfatto, svolse quasi tutta la sua carriera di pittore a Roma. Lo stesso vale per il suo amico Claude Gellée detto Il Lorenese, per il quale la campagna romana fu la fonte di ispirazione di una vita. Per quanto più sporadiche, le relazioni con l'Italia di artisti come Callot, che soggiornò per un periodo a Firenze alla corte dei Medici, o François Perrier, che per ben due volte trascorse diversi anni a Roma, hanno segnato per sempre l'arte di questi disegnatori. Centro e periferia nel Secolo d'oro Generalmente gli artisti francesi influenzati dal 'caravaggismo' non disegnarono, ad eccezione di Simon Vouet, il cui stile mutò dopo il definitivo ritorno in Francia nel 1627, data a partire dalla quale egli intraprese una grande carriera come decoratore e pittore di storia.
Nella provincia francese si svilupparono diversi centri artistici, caratterizzati da una maggiore libertà e spesso da un'originalità sorprendente, come testimoniano le invenzioni di un Brébiette, originario di Orléans, o del pittore di storia lionese Thomas Blanchet. Ad Avignone, Nicolas Mignard sviluppò invece una maniera più castigata, mentre alla fine del secolo si assistette all'emergere dell'affascinante e audace stile dei tolosani Antoine Rivalz e Raymond La Fage. Classicismo Il trionfo dello spirito classico si impone durante il regno centralizzato di Luigi XIV, la cui produzione artistica tende prima di tutto a celebrare la gloria del sovrano. La creazione dell' 'Académie Royale de peinture et de sculpture' nel 1648 permette di indirizzare a poco a poco la creazione artistica in questo senso.
Watteau e la rocaille Dopo che i rubensiani ebbero la meglio sui poussinisti e la nozione di "colore" su quella di "disegno", si tornò a un'arte meno maestosa, più distesa e anche più poetica. Nonostante la sua breve vita, Antoine Watteau resta il rappresentante ideale di questa tendenza, con le sue raffigurazioni di feste galanti e le sue incessanti evocazioni dei progressi dell'amore. Dopo di lui, François Boucher continuerà in questa direzione, arricchendola di tutta un'iconografia mitologica con la quale celebrerà, fra gli altri, gli amori degli dei. In questo secolo di empietà e di critica religiosa, sussiste tuttavia, grazie alle commissioni della Chiesa, tutta una tradizione di iconografia cristiana, che si riflette nell'arte di un Jean Restout come di un Pierre-Charles Trémolières, artista sfortunatamente scomparso troppo presto. Nella provincia francese, alcuni centri artistici si distinguono ancora per la loro originalità, come la Linguadoca con un artista particolarmente espressivo come François Dandré-Bardon. Dopo il 1740
Il realismo e i soggetti di genere si impongono poco a poco, parallelamente all'affermazione di un certo gusto per la pittura nordica del secolo precedente. Se Challe o Despez riflettono ancora l'influenza, diffusa ovunque, di un Piranesi, artisti come Greuze e Hoin esprimono un nuovo interesse per l'analisi psicologica e il realismo del ritratto, che si trova anche in Quentin De La Tour e Chardin. Il viaggio in Italia resta un privilegio per molti giovani artisti, con l'indispensabile soggiorno, per i laureati del prix de Rome, a Palazzo Mancini, sede dell'Accademia di Francia. Charles Natoire dirigerà a lungo questa istituzione e spingerà molti artisti a disegnare dal vero, spesso a matita rossa, come Hubert Robert, o all'acquerello, come Houël. Neoclassicismo Intorno a Jacques-Louis David si cristallizza un nuovo vangelo, quello dell'exemplum virtutis (esempio di coraggio fisico o morale) ereditato dagli antichi: grandi lettori di Plutarco e di Tacito, i giovani innovatori dello stile, amanti della linea fredda e del racconto eroico, coltivano un repertorio nuovo, approcciandolo essenzialmente attraverso i loro disegni.
Molti altri disegnatori ebbero un percorso simile, mentre Louis-Léopold Boilly, pittore realista della borghesia contemporanea, o Prud'hon, vaporoso erede di Correggio, si affermarono ciascuno grazie a uno stile personale. La gloria di Napoleone sarà ovviamente narrata da David e dagli allievi di quest'ultimo, tra cui Girodet o Gros. Romantici, paesaggisti, disegnatori letterari È proprio con Gros che si manifesta la tensione fra la doxa neoclassica e l'impulso romantico, contraddizioni così violente che condussero l'artista al suicidio. Per il suo contemporaneo Géricault il problema è ben diverso: gli eroi che egli raffigura sono popolari, spesso colpevoli, più spesso ancora, già condannati; la loro statura michelangiolesca si scontra con la forza del fatum che li accompagna. Ultimo dei classici o primo dei romantici? Si potrebbe quasi porre la stessa domanda di fronte a Ingres, che si considerava apostolo di un classicismo rispettoso delle forme, ma la cui grafica audace, unita ad un'abilità sconcertante, farà di lui "un uomo a parte".
Più impulsivo, sebbene si sia sempre considerato "un puro classico", Delacroix, il grande rivale che la storia dell'arte non ha mai smesso di opporgli, incarna il movimento e lo slancio romantico con l'affermazione di una immaginazione in perenne rinnovamento, immaginazione che Baudelaire celebrava come "la regina delle facoltà". Si è scelto di giustapporre qui sette opere di ciascuno di questi due maestri, affinché lo spettatore prenda coscienza delle loro differenze tecniche, ma anche dell'uguale fecondità del loro genio creativo. Se Delacroix, ancora una volta secondo le parole di Baudelaire, si considerava "un pittore letterario", è anche l'importanza dei rapporti fra lo scritto e il disegno che illustrano le opere di artisti come Daumier o Bresdin, così come quelle di scrittori-disegnatori prolifici (Victor Hugo) o rarissimi (Baudelaire) partecipano della stessa energia; un Corot, e un po' più tardi un Millet e un Rousseau, brillano come paesaggisti, mentre Carpeaux regna sulla scultura. Modernità
Essa risiede anche in una continua affermazione del ruolo dell'immaginazione, che tende oramai all'onirico e allo spettacolare, come in Redon o in Rodin. Con Toulouse-Lautrec, come con Seurat e Cézanne, l'atto grafico si afferma come conquistatore: di un'estrema acidità nel primo, di una straordinaria maestria tecnica nel secondo, sorta d'"inventore del nero", e infine di un'audacia prodigiosa in Cézanne, che cerca di avvicinare la resa della sua "piccola sensazione", a lungo meditata, alla sua alta concezione dell'"arte dei musei" attraverso una ricerca di armonia formale, di una potenza incomparabile. DA POUSSIN A CÉZANNE Capolavori del disegno francese dalla Collezione Prat Venezia, Museo Correr, San Marco 52 Apertura al pubblico dal 18 marzo al 4 giugno 2017
Orari: tutti i giorni 10.00 - 17.00 dal 18/02 al 3/04 10.00 - 19.00 dal 01/04 al 04/06 (la biglietteria chiude un’ora prima) Informazioni www.correr.visitmuve.it info@fmcvenezia.it call center 848082000 (dall’Italia) +3904142730892 (dall’estero) Vaporetto:linea 1 e 2 - fermata Vallaresso o San Zaccaria Prenotazioni: www.correr.visitmuve.it call center 848 082380 (dall’Italia) +390639967138 (dall’estero) Prevendita: singoli € 1,00 gruppi € 1,00 scuole € 1,00 Biglietti Intero 12,00 euro Ridotto 10,0 euro* Ragazzi da 6 a 14 anni; studenti da 15 ai 25 anni; cittadini over 65; personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo; possessori Museum Pass; titolari di Muve Friend Card; possessori VeneziaUnica Pack Adult e Junior; titolari di Carta Rolling Venice; titolari Carta Giovani; membri Icom; soci FAI Convenzionati; soci Touring Club Italiano; clienti Trenitalia (viaggiatori Frecciargento e Frecciabianca con destinazione Venezia, viaggiatori in possesso di biglietto internazionale con destinazione Italia, dipendenti del Gruppo FS e i possessori di Carta Freccia); titolari Carta Servizi Cinema Più; possessori del biglietto di Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna; possessori della IMG Card.. Gratuito:portatori di handicap con accompagnatore; guide autorizzate e interpreti turistici della Provincia di Venezia che accompagnino gruppi; accompagnatori (max. 2) di gruppi di ragazzi o studenti; accompagnatori (max. 1) di gruppi di adulti; Partner ordinari MUVE; possessori di The Cultivist card (più tre accompagnatori. * Si richiede un documento Visite Guidate Per scuole e adulti www.visitmuve.it/servizieducativi Argomenti: #arte , #arte contemporanea , #arte moderna , #mostra , #venezia |
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