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Ricordi fotografici Il primo supermercato di Bergamo Guardando una foto del Fondo Lucchetti conservato al Museo Della Fotografia di Bergamo Di Giovanni Gelmini
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La data del 27 novembre 1957 è per gli italiani l’inizio di un grande cambiamento: nasce a Milano il primo supermercato self-service.
Si trattava di un grande stanzone, una dimensione mai vista prima per un negozio alimentare. Dalla strada vedevi due grandi porte vetrate; si entrava da quella di destra e si usciva da quella di sinistra; l’interno era diviso in due parti. Appena entrati si vedeva una lunga fila di scaffali, ma la prima cosa che ti colpiva erano i carrelli: piccoli, quasi giocattoli, non come quelli a cui siamo abituati oggi, ma vi ho già detto che la spesa era giornaliera, non c’era assolutamente l’abitudine di fare “scorte” di cibo, cosa avvenuta nel periodo bellico, ma ormai ben volentieri dimenticata. Sugli scaffali c’erano solo prodotti confezionati e che non avevano bisogno di freddo per la conservazione, cioè biscotti, farina, zucchero, ecc.., c’erano anche dei prodotti per la casa come la carta igienica. Dobbiamo ricordare che l’industria di prodotti per il consumo non era ancora preparata a questo tipo di commercio e ancora molti prodotti venivano forniti in grandi confezioni per il rivenditore, da vendere poi sfusi, e non potevano trovare posto sugli scaffali per il self-service, ma le grandi marche avevano già confezioni adatte e i prezzi del supermercato erano di certo interessanti. Arrivati sul fondo della prima corsia, mi sembra e non ne sono sicuro perché si potrebbero sovrapporre ricordi di altri supermercati, c’era un banco di salumeria. Quindi si entrava nella seconda corsia, interamente dedicata alla frutta e alla verdura, in cui non c’era più il self service, ma si era serviti da personale del supermercato. Mia madre mi disse che l’idea era venuta a un Gambirasio già attivo nel commercio di frutta e verdura e questo spiegherebbe quel grande reparto. Quindi si arrivava alla Cassa, dove si pagava in contanti. Non esistevano ancora carte di credito o bancomat e, anche qui, come in tutti i negozi del centro, non si faceva credito. Invece, in quelli dei borghi più piccoli, dove le persone erano conosciute, c’era la consuetudine del “libretto”, su cui l’importo della spesa veniva segnato e il debito veniva saldato a fine mese con l’arrivo dello stipendio. A questo seguirono altre iniziative, tra le quali la Standa su Viale Vittorio Emanuele e un’altra iniziativa molto particolare del Comune di Bergamo che ebbe sede nel vecchio palazzo del municipio, con ingresso da via Mario Bianco e, penso, successivamente in uno dei Propilei di Porta Nuova. Non sono certo di questa sequenza, che mi sembra la più ovvia; il tempo passato è tanto e di quello che racconto non si trova traccia. Però ricordo una cosa: mia madre un giorno si chiese come fosse possibile che la carta igienica del supermercato costasse meno di quella che compravamo dal rivenditore all’ingrosso sotto casa e allora fece un esperimento: pesò un rotolo di quella del supermercato ed uno del rivenditore; quest’ultima pesava molto di più dell’altra. Ecco svelato il mistero ed uno dei trucchi spesso usati da chi fa prezzi stracciati.
Per vedere alcune delle foto concervate dal Museo delle Storie di Bergamo: https://archivio.museodellestorie.bergamo.it/ Per la storia di Bergamo vedi anche: La ragazza delle caldarroste ovvero, a Bergamo cosa c’era prima del Coin? Un po’ di storia della città tra i ricordi di fiori, giornali, angurie e caldarroste............. Le Muraine di Bergamo, una storia poco conosciuta che attraversa un millennio Per conoscere la storia di questa cinta muraria,che oggi sembra scomparsa, si deve risalire al XII secolo ............ Cosa resta delle Muraine di Bergamo? Oltre a numerosi ruderi sbocconcellati, c’è ancora molto Lungo tutto il tracciato delle Muraine troviamo resti della antica difesa, ma oltre a questo sono rimaste tracce di vita che pervadono ancora oggi Bergamo. Difficile cancellare secoli e secoli di storia............ Bergamo: il mistero della Cappella della Peste e le Muraine La Cappella della Peste di Via Palma il Vecchio, una testimonianza antica. Ma non era troppo vicina alla cinta daziaria di Bergamo, chiamata Muraine? Dove passavano le Muraine attorno al Borgo di San Leonardo? La Cappella è stata spostata quando negli anni ’80 sono stati abbattuti i complessi industriali Zopfi e Arti Grafiche e realizzato il complesso del “Triangolo”? ............ Breve storia del Castello di San Vigilio, detto anche Cappella, e della Bàstia Tratto quasi integralmente da un libricino di Angelo Mazzi, pubblicato a Bergamo nel 1913 ............ Argomenti: #anni 50 , #bergamo , #commercio , #grande distribuzione , #standa , #storia , #supermercati Leggi tutti gli articoli di Giovanni Gelmini (n° articoli 506) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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