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Storia di Bergamo

Bergamo, l’evoluzione urbanistica nella seconda metà dell’800

Lo sviluppo della piana tra le Muraine e la Ferrovia, le prime ristrutturazioni e lo spostamento dei palazzi del potere da città Alta a Città Bassa

Di Giovanni Gelmini

Alessandro, uscito dalla porta San Giacomo, guardava la piana sottostante, ricca di ortaglie e più lontano l’Ospedale e la Fiera, infine le Muraine che cintavano i borghi sotto la città. Nella Città, chiusa tra le possenti mura venete, c’era il potere e la cultura, nei borghi sottostanti, San Tommaso, Sant’Antonio, Sant’Alessandro e San Leonardo, il lavoro e il commercio.

Per quanto ancora La Città avrebbe dominato sui Borghi?

La Repubblica Veneta era morta; errano arrivati i francesi e avevano cacciato preti e frati, poi gli austriaci avevano riportato ordine, ma molto era cambiato. Bergamo non era più la città di confine della lontana Venezia, ma una città con la vicina Milano come sua capitale, ormai centro di attrazione dei commerci.

In lontananza osserva una striscia che taglia la pianura: la nuova ferrovia in costruzione: Milano – Vienna.

La possibilità di viaggiare non su strade polverose, ma comodi in treno, che meraviglia!

Avrete capito che Alessandro è un personaggio di fantasia, ma i suoi pensieri non sono di fantasia. Siamo a metà dell’ottocento, nel nord Europa la rivoluzione industriale è già cosa fatta, da noi invece è all’inizio, ma nell’aria si sente e credo che prima la nuova via Ferdinandea, la costruzione della “Porta Nuova”, realizzata per l’arrivo dell’imperatore asburgico Ferdinando I nel 1838, e infine l’arrivo della ferrovia siano i momenti simbolici di rottura col passato.

Cesare Bizioli, Panorama verso Porta Nuova, Museo delle storie di Bergamo, Archivio fotografico Sestini, Raccolta Domenico Lucchetti.

A destra in una foto di come Alessandro avrebbe potuto vedere il centro di Città Bassa, la strada che attraversa la foto è la strada Ferdinandea, a destra in alto la Chiesa delle Grazie, i Propilei di Porta Nuova con a fianco gli Uffici Comunali, da Porta Nuova verso sinistra si vede il Teatro Riccardi e, a alla fine, a sinistra il nuovo Municipio.
Al centro della foto, a sinistra della Via Ferdinandea, c’è la Fiera a in fine più vicino un fabbricato dell’Ospedale di San Marco; a destra invece si vede la Chiesa Evangelica.

I palazzi del potere si spostano da Città Alta in Città Bassa, nella piana di Sant’Alessandro trai borghi che meglio affrontano il nuovo.

La situazione urbanistia di Bergamo nel 1863

Nel trentennio tra il 1850 ed il 1880 si verifica lo spostamento del centro direzionale, prima con la costruzione del Palazzo delle Preture (1853?), poi usato come Uffici comunali e, inizialmente anche sede dell’Istituto Tecnico Commerciale, poi con la costruzione del “Municipio Vecchio” (1858), inizialmente ad uso della pretura, e del Palazzo del Governo (1871), a fianco della chiesa di San Bartolomeo.
Lo spostamento non sembra essere frutto di una scelta strategica per un’idea di futuro sviluppo della città, ma dettato più dalla necessità di più ampi spazi non più reperibili in Città Alta.


Il quadro del primo sviluppo di Città Bassa, in grigio la croce viaria, (oggi Via Papa Giovanni, Via Paleocapa e Vai Mai). Da Porta nuova verso Città Alta la nuova via Ferdinandea in giallo

Anche il primo Piano Urbanistico adottato nel 1880, nasce non da un’idea di sviluppo, ma dalla necessità di porre ordine all’edificazione, come “sottolinea la Giunta municipale nella Propria relazione al Consiglio del 2 maggio 1878 - «pregiudizio all'erario del Comune, poiché finisce a trascinarlo alle dispendiose conseguenze di dover estendere ... i servizi pubblici alle località che si popolano di nuovi edifici».” (Bertrando Bonfantini, “Bergamo Piani 1880 -2000”,. Maggioli Editore, 2008, pag. 12)

È in questo piano che viene tracciata la struttura dell’attuale centro cittadino con la croce viaria (oggi; Via Papa Giovanni, Via Paleocapa e Vai Mai) e le vie laterali che formano il reticolo urbanistico della nuova città, oltre le Muraine.

L’attività urbanistica della giunta però non si ferma e si concentra sull’attività di recupero urbano. Quando parliamo di “recupero urbano” credo che tutti pensino al periodo tra gli anni ’20 e 30’, in cui venne abbattuta la Fiera per realizzare il nuovo Centro del Piacentini, lo spostamento dell’Ospedale di San Marco e l’importante recupero in Città Alta progettato dall’Ingegner Angelini., queste sono le ultime attività di recupero, Il discorso “Fiera” inizia già nel 1860 e nel 1889 arriva a un Piano regolatore per la trasformazione dell'area della Fiera, che però viene bocciato dal ministero perché carente nel piano finanziario.

Il primo progetto di risanamento data 1887.
La legge speciale per il risanamento di Napoli del 1885 permetteva di estendere le normative ad altre città che presentassero gli stessi problemi, Bergamo ne approfittò per sviluppare i primi progetti di risanamento che coinvolsero: via Macellerie (detta anche “Strecia di Asen”), Via San Giovanni, Via San Tomaso, Via Porta Dipinta e Via San Lorenzo. Il meccanismo con cui funzionava “il Risanamento” era semplice: nessun intervento di bonifica, ma esproprio, abbattimento delle case e vendita delle superfici così liberate a immobiliaristi per la costruzione di nuovi edifici.

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Via San Giovani - confronto tra la situazione nel 1853 (in grigio) e quella del 1901

Per la Via San Giovanni, il confronto tra le mappe catastali del 1853 e del 1901 mette in evidenza come, oltre ai fabbricati facenti parte sicuramente della ristrutturazione deliberata dal Comune, ci sia la Caserma Umberto I, che noi conosciamo come Montelungo, progettata dal generale e ingegnere Giovanni Battista Marieni.

È improbabile che questa opera abbia fatto parte del pacchetto della ristrutturazione, perché gli immobili erano già di proprietà del Demanio e, quindi, non si poteva applicare la Legge Napoli.
La parte della Caserma con l’ingresso dalla piazza triangolare la ritroviamo già edificata nella pianta di Bergamo Sobborghi del 1894 dell'ingegner Roberto Fuzier, ma ancora nel 1901 risulta abbattuta solo una parte della vecchia caserma, che utilizzava i preesistenti edifici di tre conventi: il Pio Luogo delle Orfane e il Pio Luogo delle Convertite e del Convento di San Raffaele. È ipotizzabile che la caserma fosse già presente o in costruzione in occasione della visita di Umberto I, re d’Italia, a Bergamo nel 1890.

Via San Tomaso nella mappa del Manzini del 1874 in rosso la porzione di fabbricato che non si ritrova nella mappa censuaria del 1901

Per il progetto di risanamento di via San Tommaso, in un primo momento, ho pensato che si fosse creata la Piazza Giacomo Carrara, ma questo slargo lo si ritrova anche in una mappa del Manzini datata 1874, quindi antecedente agli interventi di risanamento; però il confronto della stessa mappa con la mappa catastale del 1901, mette in evidenza una notevole differenza nel nucleo abitativo a destra, salendo dalla Porta delle Muraine, poco prima dell’Accademia Carrara.

In Città Alta, l’abbattimento delle case si trasforma in spazi. Per l’intervento di via San Lorenzo si crea il nuovo spazio della Piazza Mercato del Fieno, precisamente quel triangolo che oggi c’è all’inizio della piazza. venendo da via Gombito.

In via Porta Dipinta, tra la chiesa di Sant’Andrea e la chiesa di San Michele al Pozzo Bianco, scompare un fabbricato.

Piazza Mercato del Fieno e Via Porta Dipinta nella mappa del Manzini del 1874 in rosso la porzione di fabbricato che non si ritrova nella mappa censuaria


Risulta documentato in modo preciso l’intervento di Vicolo Macellerie e Via Cologno. In questo caso vengono abbattuti due corpi di fabbricato, uno sito sull’angolo tra via Cologno (oggi via Zambonate) e il Largo Cinque Vie e l’altro sulla Via Cologno stessa.
Lo spazio liberato dall’abbattimento del primo fabbricato sarà in parte recuperato da una struttura di pertinenza dell’abitazione vicina; solo verso gli anni ’30 verrà edificato il bel palazzo con portici, che ancora vediamo.
L’abbattimento del secondo edificio permetterà invece l’allargamento di via Cologno (ora via Zambonate).

Recupero Vicolo Macellerie: In giallo sono disegnati gli edifici oggetto del recupero

Tutta l’attività della seconda metà dell’ottocento è pervasa dalla necessità di dare un nuovo volto alla città all’interno delle Muraine, dove si sono spostati i luoghi del potere e che invece è caratterizzata dalla presenza centrale della fatiscente Fiera.

Varie sono le iniziative e i provvedimenti, ma nulla si muove e dobbiamo attendere dopo la prima guerra mondiale per avere l’approccio del piano Piacentini che darà un nuovo volto a quella grande aerea centrale. Non è certo questo lo spazio per descrivere tale storia che, per la sua complessità, necessita di uno spazio dedicato.

Nel dicembre 1890 parte la redazione di un piano regolatore per la «media e piana città» che dovrebbe essere il completamento dello sviluppo previsto nell’ampliamento della “Città Esterna” del 1880.

Il piano giunge all'esame del Consiglio comunale nella seduta del 16 settembre 1892, ma non viene adottato e viene invece approvata in Consiglio una mozione sospensiva. L’abolizione della cinta daziaria renderà inoperanti tutte le successive operazioni di pianificazione e, solo nel 1906, il nuovo piano urbanistico troverà applicazione, ma questo e lo sviluppo della Città Bassa nei primi decenni del novecento sarà oggetto di un prossimo articolo.


Per la storia di Bergamo vedi anche:




Bergamo, l'urbanistica dopo il “Piano di ampliamento della città esterna” del 1880 al piano regolatore generale del 1906
Lo schema nato allora permise la realizzazione del nuovo centro della Città Bassa come la conosciamo oggi e fu la prima causa dell’assurdo traffico e delle attuali difficoltà del Centro di Bergamo, appesantita dalle scelte della seconda metà del ‘900


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Breve storia del Castello di San Vigilio, detto anche Cappella, e della Bàstia
Tratto quasi integralmente da un libricino di Angelo Mazzi, pubblicato a Bergamo nel 1913

 



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